Marco Pantani, il Pirata, la storia
Marco Pantani ciclista romagnolo, soprannominato il Pirata, vincitore del Giro d’Italia e del Tour de France nello stesso anno
Marco Pantani nasce il 13 gennaio 1970 a Cesena, figlio secondogenito di Ferdinando Pantani, detto Paolo, e Tonina Belletti crescendo nella sua Cesenatico. Sotto l’ala protettrice di nono Sotero, Marco si avvicina al ciclismo dopo aver praticato per alcuni anni il calcio.
Marco entra nel Gruppo Ciclistico Fausto Coppi di Cesenatico dove si dimostra presto di un livello superiore alla media. Nell’83 passa esordiente senza cogliere successi ma il 22 aprile 1984 il quattordicenne Pantani conquista la sua prima vittoria lungo il tracciato delle Case Castagnoli di Cesena. Nel 1985 passa, sempre per il G.S. F. Coppi, tra gli allievi conquistando il successo al G.P. Montefiorino ed il G.P. Sportivi-Donnini
Marco Pantani nel 1986 vince il G.P. Roncadello, il G.P. Liberazione-Savignano sul Rubicone e nuovamente il G.P. Sportivi-Donnini ma in quell’anno, mentre si sta allenando, si scontra con un camion. L’impatto è tutt’altro che leggero ed il ragazzo resta in coma per 24 ore, è il primo di una lunga serie di incidenti per il ciclista romagnolo.
L’anno successivo approda tra gli juniores vincendo il Trofeo Giorgetti-Balignano di Longiano e la Forli-Montecoronato, prova in salita. Nel 1988 entra nel G.S. Spazio Ceramiche di Gambetto con cui conquista il successo al G.P. Felino
Nel 1989 il ciclista di Cesanatico veste la maglia del prestigioso G.S. Rinascita Ravenna con cui vince due tappe alla Corsa del Sole completando la corsa al secondo posto della generale.
Nel 1990 Marco difende i colori del G.S. Giacobazzi-Nonantola prende parte al Giro d’Italia dilettanti completando la corsa al terzo posto alle spalle dei quotati Wladimir Belli e Ivan Gotti e vince il Crs Ghiare-Fonti S. Moderanno, il Memorial Pancotti-Ostra Vetere ed il Campionato regionale dell’Emilia Romagna.
Nel ’91 Pantani vince la decima tappa del Giro d’Italia dilettanti completando la corsa al secondo posto della generale alle spalle di Francesco Casagrande e davanti a Giuseppe Guerini. La stagione di Marco è impreziosita da altre vittorie di prestigio come la Cronoscalata del Passo della Futa-Memorial Nencini registrando un tempo di poco superiore a quello del campione del mondo Gianni Bugno, trionfatore tra i professionisti, ed il Giro d’Emilia-Romagna oltre che dal secondo posto al GP Di Poggiana alle spalle di Paolo Lanfranchi.
Pantani vince il Giro dilettanti 1992
Nel 1992, suo ultimo anno tra i dilettanti, Marco a giugno è protagonista assoluto del Giro dilettanti vincendo le tappe di Cavalese e di Alleghe conquistando il successo nella classifica generale davanti a Vincenzo Galati ed Andrea Noè conquistando anche la maglia di miglior scalatore. A settembre è terzo al Memorial Gastone Nencini ed il 5 agosto, a seguito di un precedente accordo raggiunto con Davide Boifava, passa professionista con la Carrera del “Diablo” Claudio Chiappucci.
Al primo anno completo tra i professionisti Marco è nono al Giro della Provincia di Reggio Calabria vinto da Fabiano Fontanelli, sesto al GP Industria & Artigianato e al Giro del Trentino si mette in luce cogliendo il sesto posto nella tappa di Roncone e completando la corsa, vinta da Fondriest, al quinto posto.
Al via del Giro d’Italia è al servizio di Claudio Chiappucci ottenendo il nono posto nella dodicesima tappa con arrivo ad Asiago vinta da Dmitrij Konyšev ed è tredicesimo a Corvara. Pantani è poi costretto, contro la sua volontà, al ritiro per una tendinite al Tendine di Achille quando è diciottesimo in classifica.
Marco Pantani secondo al Giro d’Italia 1994
Nel 1994 Pantani ad aprile è sesto al GP Industria & Commercio di Prato e a maggio quinto al GP Industria & Artigianato. Marco prende parte al Giro del Trentino cogliendo il quarto posto nella frazione di Folgaria e chiudendo la corsa ai piedi del podio dietro ad Argentin, Berzin e Casagrande.
Marco è al via del Giro d’Italia sotto l’ala protettrice di Chiappucci che vuole conquistare la maglia rosa. E’ una Carrera in cui è necessario un ricambio generazionale e Pantani scalpita alle spalle del varesino. Nella quinta tappa, con arrivo a Campitello Matese è quinto dietro a Berzin, Pellicioli, Belli e Rebellin con il russo che conquista, a sorpresa, la maglia rosa.
Il 4 giugno il Giro affronta la tappa dolomitica da Lienz a Merano, Marco scatta sul Passo di Monte Giovo, ultima asperità di giornata, andando a conquistare il successo grazie ad una spericolata discesa che conquista il cuore degli appassionati italiani.
Il giorno successivo è di scena la Merano-Aprica che prevede le scalate allo Stelvio, al Mortirolo ed al Santa Cristina. Pantani morde il freno, Chiappucci si inserisce nella fuga di giornata. Marco nella seconda salita di giornata forza il ritmo, riprende i fuggitivi e attacca staccando sia la maglia rosa, Berzin, che Miguel Indurain. L’ammiraglia suggerisce, lungo un tratto di pianura, di rallentare e su di lui si riportano Nelson “Cacaíto” Rodríguez e Indurain che vengono staccati nella successiva ascesa. Pantani taglia l’arrivo con oltre due minuti e cinquanta secondi su Chiappucci, tre minuti e trenta su Indurain e oltre quattro sulla maglia rosa Berzin, salendo al secondo posto della generale a circa un minuto da Berzin.
Nella cronometro del Passo del Bocco è Berzin a recuperare terreno e nella tappa di Les Deux Alpes, Marco prova a lanciarsi all’attacco, sfiora la maglia rosa virtuale ma desiste dall’attacco in quando il compagno di fuga, Hernán Buenahora, non da adeguato supporto. Pantani arriva così al traguardo assieme a Berzin ammainando i sogni di successo. Sul podio di Milano il romagnolo è secondo a 2’51” dal russo e davanti a Indurain, secondo nella maglia bianca e terzo nella classifica della montagna dietro Pascal Richard e Michele Coppolillo.
Marco Pantani terzo al Tour de France 1994
A giugno il “il Diavoletto”, come lo chiama Giuseppe Martinelli, è tredicesimo al campionato italiano e prende poi parte al Tour de France. Volto ormai noto del ciclismo mondiale, Marco è guardato a vista dei big della corsa e nelle prime tappe viene coinvolto in alcune cadute che lo costringono ad un importante ritardo nella generale.
Il 13 luglio si disputa la Cahors-Hautacam, prima tappa di montagna, e il capitano della Carrera, Chiappucci, va in crisi. Pantani, apparentemente fuori da giochi di classifica, ha il via libera per tentare la fuga da lontano. L’azione è buona ma Marco paga lo sforzo e viene ripreso, in vista del traguardo, da Leblanc ed Indurain che lo staccano di una manciata di secondi.
Il giorno successivo, dopo il ritiro del Diablo, è Pantani il prim’attore della Carrera e decide di tentare l’azione da lontano. La vittoria di giornata va a Richard Virenque che taglia l’arrivo con oltre 4 minuti di margine sull’italiano che però rosicchia tre minuti a Re Miguel salendo all’ottavo posto della generale.
Nella tappa di Carpentras, Marco è decimo e sale al sesto posto della generale e riuscendo a registrate il record di scalata del Mont Ventoux in 28’20”.
Il giorno seguente Tour propone il mitico arrivo all’Alpe d’Huez. La Banesto lascia spazio alla fuga di giornata e Marco Pantani va all’attacco con il solo scopo di recuperare terreno in classifica. La vittoria va a Roberto Conti ed il romagnolo chiude ottavo a 5’41”, staccando la maglia gialla e salendo al quinto posto della generale.
Il giorno successivo nella tappa di Val Thorens, Marco è vittima di una caduta, perde terreno e valuta l’abbandono della corsa. Con il supporto del team riprende fiducia, va all’attacco di Indurain e chiude terzo alle spalle di “Cacaíto” Rodríguez e Piotr Ugrjumov recuperando oltre un minuti a Miguelon.
Pantani si ritrova al terzo posto in classifica generale a pochi secondi da Virenque e l’obiettivo è quello di scavalcare il francese ma il giorno successivo viene staccato nella discesa del Grand Colombier e deve desistere dal progetto di salire al secondo posto della generale.
Nella cronoscalata Cluses-Morzine Avoriaz, Marco dimostra le sue qualità, rimontando il divario patito nella parte pianeggiante della tappa e piazzandosi al secondo posto dietro al solo Ugrjumov e blindando il terzo posto nel podio di Parigi dietro a Indurain e Virenque conquistando la maglia bianca di miglior giovane della corsa.
Pantani prende parte ai Campionati del Mondo di Agrigento, dove l’Italia coglie l’argento con Claudio Chiappucci, ritirandosi durante il quindicesimo giro.
Il 1995 di Pantani si apre con la partecipazione alla Milano-Sanremo ma la primavera è funestata da un incidente con un’automobile contro ina vettura che lo costringe ai box e alla rinuncia al Giro d’Italia, suo obiettivo stagionale.
Al Giro di Svizzera 1995 nasce il Pirata!
Marco torna in sella al Giro di Svizzera sfoggiando un nuovo look. Capelli rasati e orecchino, è quella la prima apparizione del “Pirata”. Dopo aver notevolmente faticato nelle prime tappe in cui accusa pesantissimi ritardi, conquista la vittoria nella tappa con arrivo in salita a Flumserberg, allungando a cinque chilometri dall’arrivo, e tagliando il traguardo con 55″ di vantaggio sul polacco Zenon Jaskuła.
Pantani vince due tappe al Tour de France 1995
Pantani è al via della Grande Boucle ma nella prima settimana di corsa soffre per il riacutizzarsi dei problemi subiti al ginocchio infortunato nell’incidente, perdendo terreno. L’11 luglio Marco nella Le Grand Bornand-La Plagne perde terreno da Zulle che vince la tappa con oltre due minuti su Indurain, quatto su Tonkov e 4’37” su Pantani e Gotti.
Il giorno seguente la corsa francese arriva all’Alpe d’Huez e Pantani attacca a tredici chilometri dall’arrivo, staccando tutti gli uomini di classifica, andando a riprendere i fuggitivi di giornata e tagliando il traguardo in solitaria con 1’24” di margine su Miguel Indurain, Alex Zülle e Bjarne Riis. Marco sale al settimo posto della generale.
La prova di valore messa in scena all’Alpe d’Huez solleva il morale a Pantani che quattro giorni dopo, nella Saint Orens de Gameville-Guzet-Neige, in una giornata con condizioni meteo avverse va in fuga ad una quarantina di chilometri dall’arrivo andando a cogliere la seconda vittoria recuperando 2’30” alla maglia gialla Miguel Indurain. Il giorno successivo Pantani perde terreno nella tappa di Cauterets-Cambasque uscendo dalla top10 ed il 18 luglio, lungo la discesa del Colle di Portet-d’Aspet, perde la vita il povero Fabio Casartelli e Pantani, complice anche alcuni problemi fisici, perde il giusto morale e completa il Tour solamente al tredicesimo posto finale conquistando, comunque, la maglia bianca di miglior giovane.
Dopo aver chiuso al settimo posto al GP di Camaiore ed al sesto posto alla Subida a Urkiola, prende parte per la prima volta in carriera alla Vuelta a España senza brillare e ritirandosi nella 17esima tappa.
Pantani bronzo mondiale 1995
L’8 ottobre Marco è al via del Campionato del Mondo di Duitama, in Colombia, che si svolge lungo un tracciato adatto agli scalatori. Marco allunga nella penultima tornata ma la Spagna di Indurain ritorna sull’azzurro. Pantani marca a vista Indurain lasciando spazio al contropiede di Abraham Olano che va a cogliere, a sorpresa, l’oro. Nello sprint per l’argento è Indurain a superare Marco che conquista il bronzo iridato.
Pantani e l’incidente alla Milano-Torino 1995
Marco Pantani è l’astro nascente del ciclismo mondiale ed in molti prevedono che il 1996 sarà il suo anno ma il 18 ottobre mentre sta correndo la Milano-Torino viene travolto, assieme ad altri atleti, da un fuoristrada che entra nel tracciato della gara. Pantani viene ricoverato al CTO di Torino con la frattura di tibia e perone e il rischio, addirittura, di perdita dell’uso dell’arto.
Per il romagnolo inizia un lungo percorso riabilitativo fatto di fisioterapia, sessioni in piscina e tante lacrime. Il 23 marzo 1996 torna in sella ma le difficoltà sono molte e ad agosto prende parte al Criterium d’Abruzzo ed è quindicesimo al G.P. Llodio.
Pantani alla Mercatone Uno
La Carrera si scioglie e Marco firma un contratto con la Mercatone Uno di Romano Cenni e Luciano Pezzi in un progetto incentrato proprio sulla figura del romagnolo. Attorno a Marco si crea un zoccolo duro di atleti fedeli, tra cui Massimo Podenzana, Marcello Siboni e Roberto Conti. Anche Giuseppe Martinelli, suo DS alla Carrera, entra nel nuovo sodalizio sportivo.
In molti ritengono, però, che la carriera di Marco sia ormai segnata dall’incidente dell’ottobre ’95 ma Pantani è pronto a sfidare, nuovamente, le malelingue. A gennaio è secondo all’A Travers Lausanne alle spalle dello svizzero Laurent Dufaux ed a marzo è al via della Vuelta a Murcia, dove coglie il secondo posto nella tappa di Totana dietro allo spagnolo Ignacio García, echiude decimo alla Setmana-Catalana a 51″ da Juan Carlos Domínguez ed è quarto al Critérium International vinto da Marcelino García.
Ad aprile il romagnolo si ben destreggia nelle classiche del nord ottenendo il quinto posto alla Freccia Vallone a 50″ da Laurent Jalabert e l’ottavo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi vinta da Michele Bartoli.
Pantani e la caduta al Giro d’Italia 1997
Dopo aver corso il Giro di Romandia, il Pirata è pronto per far classifica al Giro d’Italia. Nella terza tappa, la cronoscalata di San Marino è undicesimo a 1:23 da Tonkov e nella tappa con arrivo al Monte Terminillo chiude terzo. La sua condizione sembra in crescita ma nella tappa da Maddaloni a Cava de’ Tirreni, mentre percorre la discesa del Valico di Chiunzi un gatto taglia la strada ai corridori e Marco finisce a terra pestando il fianco. Arrivato al traguardo tra mille patimenti gli viene diagnosticata la lacerazione di un centimetro nelle fibre muscolari della coscia sinistra ed è costretto a lasciare la gara.
Marco Pantani terzo al Tour de France 1997
Tornato rapidamente in sella, Marco prende parte al Giro di Svizzera dove prova a ritrovare la forma in vista del Tour de France orfano di Indurain, sceso di sella. Marco con la sua bandana è al via ma la forma stenta ad arrivare, accusando presto un ritardo importante.
Sui Pirenei il Pirata è terzo nella tappa di Loudenvielles dietro a Laurent Brochard e Virenque e secondo, il giorno successivo, ad Andorra alle spalle di Jan Ullrich che va ad indossare, proprio quel giorno, la sua prima maglia gialla, salendo al quinto posto della generale.
Marco si difende nella cronometro di Saint-Etienne, chiudendo quinto, ed il giorno seguente è protagonista assoluto nella tappa con arrivo all’Alpe d’Huez conquistando, come due anni prima, la vittoria percorrendo l’ascesa in 37’35”, nuovo record di scalata. Marco sale al terzo posto della generale ma il giorno seguente, a causa di una bronchite, perde tre minuti da Virenque e Ullrich sull’arrivo di Courchevel meditando di lasciare la corsa.
Il giorno successivo, però, Marco ritrova lo smalto perduto e va all’attacco transitando per primo sul traguardo di Morzine e risalendo al terzo posto della generale. Pantani appare il più forte in salita ma il tempo perso nelle crono e nella frazione di Courchevel lo penalizzano e a Parigi è terzo dietro a Ullrich e Virenque.
Il primo agosto Pantani conquista la vittoria nella Rominger Classic a Crans Montana davanti ad Oscar Camenzind e Pascal Richard.
A marzo 1998 Pantani corre sempre alla Mercatone Uno, sotto la guida di Orlando Maini suo direttore sportivo ai tempi del successo al Giro d’Italia dilettanti. Marco è protagonista alla Vuelta a Murcia vincendo nell’arrivo in salita al Morrón de Totan davanti al Alberto Elli e completando la corsa al terzo posto della generale dietro Aleksandr Vinokurov ed Elli ed al primo della classifica degli scalatori.
Ad aprile il Pirata affina la condizione al Giro del Trentino dove è quarto nella tappa di Tione di Trento completando la corsa al quarto posto della generale a 27″ da Paolo Savoldelli.
Marco Pantani vince il Giro d’Italia 1998
Al Giro d’Italia il favorito per il successo finale è l’elvetico Alex Zülle che già nel prologo di Nizza conquista la maglia rosa con Marco che perde 39″. Per cercare di recuperare terreno il romagnolo prova spesso ad andare in fuga ma senza successo. Nella sesta tappa, con arrivo a Lago di Laceno a vincere è ancora lo svizzero, con Marco che prova ad allungare assieme alla maglia rosa Bartoli e con Alex che si riporta sui due, li stacca e si riprende la testa della corsa con Pantani che chiude la tappa quarto.
Nella frazione con la scalata al Passo dello Zovo, Marco prova battaglia con lo svizzero e Tonkov e cade ripetutamente in discesa non riuscendo a guadagnare terreno. Nella frazione di San Marino Marco è secondo dietro ad Andrea Noè recuperando qualche secondo agli avversari. A Schio è Noè a prendere la testa della Corsa Rosa ed il 30 maggio, in una giornata dal clima torrido, Marco conquista il successo di tappa nell’arrivo a Piancavallo rosicchiando 13″ a Tonkov e Zulle che riprende la rosa.
Nella cronometro di Trieste, Pantani, partito prima di Alex viene raggiunto e superato dallo svizzero che all’arrivo guadagna quasi tre minuti sul Pirata. A sette tappe dalla conclusione per Pantani ci sono poche possibilità di vittoria visto la potenze dell’elvetico ma nelle successive tappe il romagnolo le prova tutte.
Il 2 giugno, nella frazione di Selva di Val Gardena, con le salite della Marmolada, del Pordoi e del Passo Sella, Marco allunga sulla prima salita assieme a Guerini, tagliando l’arrivo per secondo e recuperando oltre 4 minuti e mezzo a Zülle e conquistando la prima maglia rosa della sua carriera. Il giorno seguente, con la tappa che si chiude all’Alpe di Pampeago, Pantani stacca ancora lo svizzero e, a quel punto, il rivale numero uno verso il successo diventa Tonkov che vince la tappa in volata.
Il 4 giugno l’arrivo di tappa è a Plan di Montecampione e Pantani attacca ripetutamente Tonkov. Marco scatta ed il russo risponde sempre ma ai due chilometri Pavel cede e il romagnolo taglia l’arrivo per primo con 57″ di margine su Tonkov.
Nella cronometro da Mendrisio a Lugano, penultima frazione del Giro, Pantani è scatenato, chiude terzo dietro a Serhiy Honchar e Podenzana recuperando 5″ su Tonkov conquistando la vittoria nel Giro. Pantani conquista anche la maglia verde di miglior scalatore ed è secondo nella classifica a punti dietro a Mariano Piccoli.
Dopo i festeggiamenti per la conquista del Giro, Marco si prende periodo di pausa delle corse ma, dopo la morte di Luciano Pezzi, il romagnolo decide di correre la Grande Boucle per onorare la memoria del suo mentore e direttore sportivo alla Mercatone.
Marco Pantani vince il Tour de France 1998
Al via della corsa francese che inizia solamente l’11 luglio per non sovrapporsi ai Mondiali di Calcio che si svolgono proprio il Francia, Marco non ha la forma giusta e perde terreno sin dal prologo di Dublino, chiuso al 181esimo posto.
Dopo le prime sette tappe il romagnolo accumula un ritardo di quasi cinque minuti dal favorito Jan Ullrich che veste la maglia gialla. Pantani riesce però a riprendere smalto e nella tappa con arrivo a Luchon va all’attacco nella discesa del Col de Peyresourde e taglia l’arrivo al secondo posto dietro a Rodolfo Massi. Il giorno seguente Marco stacca tutti a Plateau de Beille, dimezzando lo svantaggio sui migliori e salendo al quarto posto della generale.
E’ il Tour dell’Affaire Festina il cui massaggiatore, Willy Voet, viene fermato alla dogana svizzera porima dell’avvio della corsa. Sono molti gli atleti a lasciare la Grande Boucle ed il 24 luglio, dopo il giorno di riposo, la tensione sale alle stelle con i corridori “accerchiati” che decidono di scioperare. Capitananti da Laurent Jalabert e dallo stesso Pantani i corridori si siedono sull’asfalto decisimi a bloccare la corsa per ottenere un trattamento di maggior rispetto.
Il 27 luglio il plotone corre la tappa da Grenoble a Les Deux Alpes con un tempo da lupi. Sul Col du Galibier, a circa 50 km dal traguardo, il Pirata rompe gli indugi e va all’attacco. Il romagnolo va a riprendere ad uno ad uno i fuggitivi di giornata mentre il kaiser Jan Ullrich vive una giornata di vera crisi. La maschera di sofferenza del tedesco stride con il ghigno del Pirata che scava via, via un solco incolmabile andando a tagliare la linea d’arrivo in solitaria davanti a Massi ed Escartin con il tedesco che accusa quasi nove minuti di svantaggio. Marco Pantani indossa la maglia gialla per la prima volta in carriera con 3’53” di margine su Bobby Julich.
Il successivo arrivo di Albertville vede il disperato tentativo di Ullrich di riprendere il primato della corsa ma Marco è abile a rintuzzare ogni tentativo, velleitario, del teutonico. Sull’arrivo i due arrivano assieme e Pantani lascia il successo al rivale che rientra nei primi tre della generale.
L’ultimo ostacolo tra Marco ed il successo a Parigi è la cronometro di Le Creusot in cui Ullrich getta sui pedali tutta la rabbia conquistando la vittoria davanti a Bobby Julich e Pantani che perde 2’35” ma conserva la testa della corsa arrivando a Parigi in giallo con 3’21” di margine su Jan.
Marco riporta l’Italia in cima al ciclismo mondiale riportando nel bel paese un titolo che mancava da 33 anni quando Gimondi vinse la Grande Boucle del ’65 ed è proprio Felice a celebrare Pantani sul podio in un ideale passaggio di consegne.
Ad agosto Pantani conquista la classifica generale dell’À travers Lausanne davanti ed oltre 30 000 persone che lo osannano come nuovo dio del ciclismo.
Pantani vince la Vuelta a Murcia 1999
Il 1999 per Pantani è l’anno dell’assalto alla seconda doppietta Giro-Tour. Parte forte Marco e a marzo è protagonista alla Vuelta a Murcia vincendo la quarta tappa al Collado Bermejo con 41″ di margine su Javier Pascual Rodríguez e conquistando il successo finale davanti allo spagnolo.
Marco è al via della Milano-Sanremo attaccando sulla Cipressa nonostante un percorso chiaramente non adatto ad uno scalatore pure. Alla Setmana Catalana il Pirata è primo nella tappa di Empuriabrava davanti all’olandese Michael Boogerd e ad aprile prende parte alla Vuelta al País Vasco cogliendo il terzo posto nella tappa di Vitoria e chiudendo la corsa all’ottavo posto della classifica finale a 1’29” da Jalabert.
Al Giro del Trentino è secondo nella tappa di Malcesine alle spalle di Oscar Camenzind e completa la corsa al terzo posto della generale a 7” dal vincitore Paolo Savoldelli.
Pantani ed il Giro d’Italia 1999
Al via della Corsa Rosa, Marco si dimostra subito brillante, nella quinta tappa con arrivo al Monte Sirino è quarto dietro a Jaime Gonzalez, Di Luca e Jalabert che conquista la maglia rosa con Marco che sale al quinto posto della generale.
Il 22 maggio il Giro arriva al Gran Sasso d’Italia e, in una giornata freddissima, va all’attacco a due chilometri dall’arrivo e nessuno riesce a resistergli. Pantani taglia la linea d’arrivo per primo con 23″ di vantaggio sullo scalatore spagnolo José María Jiménez e conquista la maglia rosa.
Il giorno successivo si corre la cronometro individuale di Ancona i cui a vincere è Laurent Jalabert con Marco che accusa 55″ di scarto e deve cedere la maglia al francese per due soli centesimi di secondo.
Il 29 maggio si corre la Bra-Borgo San Dalmazzo con l’inedita salita del Colle Fauniera. In discesa è Savoldelli, specialista assoluto, a staccare tagliando l’arrivo per primo con Marco che chiude secondo a 1’47”, davanti all’amico Daniel Clavero ed a Ivan Gotti, riprendendosi la rosa con 53″ di margine sul “Falco”.
Il giorno successivo con arrivo al Santuario di Oropa, lungo l’ascesa finale Pantani è vittima di un salto di catena, viene superato da tutti i diretti rivali. Marco non si scompone e tramuta la rabbia in energia mettendo in scena una clamorosa progressione. Dopo essere stato supportato dai compagni della Mercatone Uno, va a riprendere ad uno, ad uno tutti gli avversari arrivando da solo in cima alla salita. Alle sue spalle, staccato di 21″ arriva Jalabert mentre Savoldelli perde 49 secondi.
Marco è poi secondo a Lumezzane alle spalle di Laurent Jalabert portando il suo margine in classifica sul secondo a più di due minuti. Nella cronometro di Treviso gestisce in modo buono il suo margine chiudendo settimo e perdendo poco più di un minuto da Savoldelli.
Il 3 giugno si arriva all’Alpe di Pampeago e Marco non da scampo agli avversari, attacca e taglia l’arrivo con oltre un minuto di margine sul secondo, Gilberto Simoni, e mettendo quasi tre minuti tra sé e Savoldelli, sempre secondo nella generale. Pantani prende anche la maglia ciclamino.
Il giorno successivo i piani della Mercatone prevedono una tappa in controllo ma appena la strada sale Laurent Jalabert e Gilberto Simoni provano l’allungo ma Marco risponde, li riprende e li stacca. Arriva al traguardo di Madonna di Campiglio per primo con 1’07” di margine su Massimo Codol e Jalabert, Simoni e Gotti,
L’atteggiamento da “cannibale” di Marco non piace al resto del gruppo che lo accusano di non lasciare nemmeno le briciole ai rivali. Pantani risponde a tono “Non rubo nulla a nessuno, le mie vittorie sono tutte sudate, a me nessuno m’ha mai regalato nulla”.
Pantani e Madonna di Campiglio
Ormai il Giro è deciso, manca l’ultima tappa con arrivo all’Aprica che può solo favorire il Pirata che ha 5’38” di vantaggio su Savoldelli e 6’12” su Gotti.
Il 5 giugno, alle 10 di mattino vengono resi noti i dati dei controlli sul sangue degli atleti e a Marco viene riscontrata un valore di ematocrito di 51,8%, di poco superiore al margine di tolleranza dell’1% sul limite del 50%.
Pantani viene escluso dalla gara “a scopo precauzionale”. E’ tutta la Mercatone a lasciare la corsa e Marco, uscendo dall’Hotel scortato dalla Polizia dichiara: “Mi sono rialzato, dopo tanti infortuni, e sono tornato a correre. Questa volta, però, abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile”
Gotti si rifiuta di indossare la maglia rosa alla partenza della tappa che viene vinta da Roberto Heras con Ivan a cogliere un successo che non sentirà pienamente suo.
La stagione del Pirata finisce a Madonna di Campiglio e così forse la sua carriera agonistica. Pantani, pur potendo correre, rinuncia al Tour nonostante lo sprone dello staff e di Giuseppe Martinelli.
Attorno al nome di Marco si scatenano le illazioni, le dichiarazioni e la stampa lo insegue. Marco si sottopone ad analisi personali che evidenziano dati entro i limiti stabiliti dal regolamento.
Si aprono le aule dei tribunali e partono inchieste su inchieste. Il nome del Pirata è troppo “goloso” per un attirare le attenzioni dei media e lui cade in un periodo di forte sconforto.
Pantani torna in sella ma la sua forma è precaria e le difficoltà psicologiche non aiutano. Marco salta alcune gare a cui viene iscritto, a marzo dichiara di voler smettere col ciclismo e si presenta in gara, a sorpresa, solamente al Giro d’Italia.
Pantani al Giro d’Italia 2000
Al via con una condizione fisica approssimativa, Marco non riesce a brillare e si mette al servizio del giovane compagno di squadra Stefano Garzelli. Pantani cerca il colpo personale nella Saluzzo-Briançon, dove, dopo essersi staccato lungo il Colle dell’Agnello, rientra sui primi nella salita al Colle dell’Izoard lavorando per Garzelli e rispondendo agli attacchi di Francesco Casagrande e Gilberto Simoni. Sul traguardo il primo è Paolo Lanfranchi che precede il romagnolo di 54″. Il girono successivo, nella cronometro del Sestriere a vincere è Jan Hruška con Garzelli che supera Casagrande e conquista la maglia rosa portandola sino a Milano.
Pantani vince due tappe al Tour de France 2000
Marco si presenta al via del Tour de France in cui il favorito è il texano Lance Armstrong, dominatore dodici mesi prima. Nella decima tappa, prima frazione pirenaica on arrivo a Lourdes-Hautacam, il Pirata va all’attacco con una progressione successiva all’allungo dell’americano. Marco va però in crisi e paga cinque minuti di distacco da Lance che taglia l’arrivo al secondo posto alle spalle di Javier Otxoa.
Il 13 luglio nella tappa del Mont Ventoux, Pantani patisce il ritmo dei migliori e si stacca salvo poi rientrare sui migliori. Lungo la salita del “Monte Calvo”, Marco scatta, stacca tutti con il solo Armstrong a lanciarsi al suo inseguimento. Lance rientra su Marco a cinque chilometri dall’arrivo e tra i due va in scena un epico duello. Marco taglia per primo l’arrivo e dopo la tappa l’americano, con suo fare da sbruffone, dichiara di aver lasciato vincere “l’elefantino”.
Nella successiva tappa il duello tra i due prosegue tra attacchi sull’asfalto e frecciate giù di sella. Il 15 luglio, lungo la salita dell’Izoard è una replica duello del Ventoux. Pantani e Armstrong si danno battaglia ma arrivano assieme in prossimità del traguardo con Marco che allunga nello strappo che portava a Briançon chiudendo terzo dietro a Botero e Savoldelli e recuperando una manciata di secondi.
Il giorno successivo, nella tappa di Courchevel, Marco è brillante prova un primo attacco a cui resistono solo Armstrong e Virenque che poi si stacca. Sul romagnolo ed il texano si riportano Heras e Otxoa ma ai meno cinque dall’arrivo è ancora uno scatto di Pantani a fare la differenza. Marco riprende Daniele Nardello ed “El chava” Jiménez, in fuga dalla mattina, vincendo la tappa in solitaria con 51″ di vantaggio su Armstrong salendo al sesto posto della generale.
Il sogno di Marco di tornare a primeggiare in un Tour si spezza il giorno seguente nella tappa di Morzine. Pantani cade nei primi chilometri ma nonostante ciò cerca nuovamente la fuga a 130 chilometri dall’arrivo. Marco raggiunge un vantaggio di due minuti ma, complice l’assenza di supporto dei compagni di fuga, va in crisi ed è colpito da dissenteria. Marco arriva al traguardo a 13’44” dal vincitore di tappa, Richard Virenque e si ritira non senza polemiche. E’ l’ultima presenta al Tour de France per Pantani la cui squadra non verrà più invitata da Jean-Marie Leblanc.
A fine stagione Marco prende parte senza brillare ai Giochi Olimpici di Sydney 2000, travolto dalle polemiche.
Le vicende giudiziarie che lo coinvolgono, fiaccano il morale del Pirata che viene chiamato a processo per concorso in frode sportiva per i fatti della Milano-Torino.
Pantani al Giro d’Italia 2001
Dopo aver corso alcune gare in primavera è al via del Giro dove fatica tremendamente e si ritira nel corso della 19esima frazione. A settembre prende parte alla Vuelta a España correndo in modo anonimo e ritirandosi nella seconda settimana. Pantani interrompe il rapporto con Beppe Martinelli e nel 2002 corre nuovamente in Giro d’Italia ritirandosi prima del termine.
Il 2003 è l’anno della paventata creazione di un nuovo team accanto a Mario Cipollini, neo Campione del Mondo, ma il progetto non parte. Marco è il capitano della Mercatone sotto la guida di Davide Boifava con l’obiettivo di correre Giro e Tour.
A marzo è secondo nella tappa di Sassuolo alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali alle spalle di Ruslan Ivanov chiudendo la corsa al decimo posto della generale mentre ad aprile ottiene un quarto ed un quinto posto di tappa alla Vuelta a Aragon.
Pantani al Giro d’Italia 2003
Al via della corsa Rosa, Marco mostra i suoi miglioramenti restando spesso con i migliori mettendosi in luce nella tappa dello Zoncolan dove risponde all’attacco di Gilberto Simoni salvo poi crollare negli ultimi duecento metri chiudendo la frazione al quinto posto a 43″ dal trentino ed entrando al nono posto della generale.
Marco lotta per il successo nella tappa con arrivo a Marostica e anche all’Alpe di Pampeago si mette in mostra confermandosi nella top10. Nei successivi giorno Marco prova ancora l’assalto alla vittoria di tappa ma è vittima di una caduta nella tappa di Chianale perdendo parecchio terreno ed uscendo di classifica.
Il 30 maggio nella tappa delle Cascate del Toce tanta ripetuti attacchi, gli ultimi della sua carriera, ma viene ripreso e staccato da Gilberto Simoni. Al termine del Giro, Marco Pantani è quattordicesimo a 26’15” da Simoni. Marco pare convinto a prendere parte al Tour de France aggregandosi al Team Bianchi di Jan Ullrich ma l’accordo salta e Pantani è escluso dal Tour per il terzo anno consecutivo
Le condizioni psicologiche di Marco peggiorano, viene ricoverato nella clinica “Parco dei Tigli” di Teolo specializzata nella cura della depressione e della dipendenza da alcol. Uscito dalla clinica non trova comunque gli stimoli per impegnarsi nelle corse, rinunciato anche alla Vuelta dove era atteso.
Marco Pantani e la morte misteriosa
Nel febbraio del 2004, Marco in profonda crisi si reca prima a Milano e poi raggiunge Rimini alloggiando al “Residence “Le Rose” dove la sera del 14 febbraio 2004 viene trovato privo di vita nella stanza D5 dell’edificio. Secondo l’autopsia la morte del Pirata risale alla mattina con l’autopsia a decretare, fra mille dubbi e ipotesi di complotto, le controverse ragioni del decesso.