Gianni Bugno ciclista monzese, la storia

Gianni Bugno (fonte wikipedia)

Gianni Bugno (fonte wikipedia)

Gianni Bugno ciclista monzese due volte Campione del Mondo in linea e vincitore della Milano-Sanremo e del Giro d’Italia 1990

Gianni Bugno nasce a Brugg, nel Canton Argovia in Svizzera, il 14 febbraio 1964 E cresce a Monza iniziando a praticare il ciclismo all’età di quattordici anni. Gianni dimostra subito un talento innato per lo sport del pedale e da allievo si laurea campione italiano di categoria.

Nel 1983, con i colori della Ciclisti Monzesi conquista il titolo nazionale seconda serie e la Targa d’oro Città di Varese. L’anno successivo, con la maglia del G.S. Supermercati Brianzoli, fa sua la Coppa d’Inverno a Biassono e nel 1985 è primo in una tappa del Giro delle Regioni, al Gran Premio Santa Rita e, soprattutto, al GP Liberazione che lo fa balzare all’onore delle cronache come un grande prospetto per le corse di un giorno.

Gianni Bugno passa professionista a settembre 1985 nell’Atala di Franco Cribiori, grande estimatore del monzese e l’anno seguente comincia a macinare risultati di prestigio. A maggio prende parte per la prima volta al Giro e a giugno conquista il successo al Giro dell’Appennino superando in una volata a tre Francesco Moser ed in norvegese Jens Veggerby. A luglio il monzese conquista il Giro del Friuli battendo Claudio Corti, a settembre è secondo al Giro del Lazio superato dallo svizzero Urs Zimmermann e ad ottobre conquista la vittoria al Giro del Piemonte precedendo Enrico Grimani, vittoria che lo consacra come talento emergente del ciclismo italiano.

Nel 1987 è terzo al G.P. Industria e Artigianato dietro a Marino Amadori e a Stefano Colagé, terzo alla Coppa Placci alle spalle di Ghirotto e Gavazzi, coglie un secondo posto di tappa alla Tirreno-Adriatico e, soprattutto replica il successo al Giro dell’Appennino dell’anno prima superando Alberto Volpi. Bugno fa suo il G.P. di Camaiore davanti a Jesper Worre e la Coppa Sabatini con un’azione solitaria. Le qualità del monzese sono ormai chiare a tutti: classe, l’eleganza e la perfezione della pedalata a cui si aggiungono ottime doti di resistenza alla fatica.

Nel 1988 Gianni Bugno si accasa alla Chateau d’Ax/Gatorade sotto la guida attenta di di Vittorio Algeri e Gianluigi Stanga. Ad aprile Bugno sfiora la vittoria nella Gent-Wevelgem battuto in volata da Sean Kelly mentre al Giro, come l’anno prima, è costretto anzitempo al ritiro. Bugno fa il suo esordio al Tour de France cogliendo un terzo posto nella tappa di Nancy alle spalle di Golz e De Wilde e completando la corsa al 62esimo posto finale.

La seconda parte dell’annata è ricca di soddisfazioni per il monzese che ad agosto è terzo alla Coppa Bernocchi dietro a Bontempi e Fondriest e conquista la vittoria del Giro dell’Appennino per la terza volta di fila e alla Coppa Agostoni davanti a Ghirotto mentre a settembre è terzo al Giro del Veneto. Ad ottobre sfiora due prestigiosi successi chiudendo secondo sia al Giro del Piemonte superato da Rolf Gölz che al Giro di Lombardia staccato di quasi due minuti dall’irraggiungibile Charly Mottet.

Nell’89 a maggio è al via del Giro d’Italia chiudendo secondo nella tappa con arrivo a Meda e conquistando la penultima frazione sul traguardo di Prato grazie ad un’azione solitaria che gli consente di tagliare l’arrivo con 46 secondi di margine su Claude Criquielion. A giugno è secondo al Giro dell’Appennino alle spalle di Moreno Argentin e ad agosto coglie il successo alla Tre Valli Varesine superando Charly Mottet.

Gianni Bugno vince la Milano-Sanremo 1990

L’anno d’oro di Bugno è decisamente il 1990, la sua stagione parte subito a tutta, alla Milano-Sanremo il monzese riesce ad entrare nel gruppo di testa e a 33 chilometri dall’attivo, quando ad attaccare è Angelo Canzonieri, Bugno è l’unico a resistere. Sulla Cipressa è Gianni ad imporre un ritmo indiavolato, staccando il siciliano, e scollinando con 18 secondi sugli inseguitori. Sul Poggio Bugno resiste, scollina con 15 secondi su Golz e nella successiva discesa mantiene un margine sufficiente per trionfare nella “classicissima” facendo registrare la media record di 45,806 km/h e riportando la vittoria in Italia dopo sei anni di digiuno. Secondo si classifica Gölz, a soli 4 secondi dal vincitore e terzo Delion.

La vittoria nella classica di prima vera consacra Gianni come fenomeno delle corse di un giorno ma, il meglio deve ancora venire. Ad aprile è settimo alla Liège-Bastogne-Liège e ottavo all’Amstel Gold Race e a maggio il lombardo conquista il Giro del Trentino trionfando nella tappa del Passo del Tonale e chiudendo la corsa con un secondo di vantaggio su Piotr Ugrumov.

Gianni Bugno vince il Giro d’Italia 1990

Il Giro 1990 è un monologo clamoroso di Bugno che parte subito forte conquistando la cronometro di Bari davanti a Thierry Maire di 3 secondi, Gianni si veste di rosa e difende la maglia dalla prima all’ultima frazione cosa fatta solo da mostri sacri come Binda, Girardengo e Merckx. 48 ore dopo il successo di Bari, Bugno stacca tutti i principali avversari sui tornanti del Vesuvio tagliando il traguardo al secondo posto dietro a Eduardo Chozas ed incrementando il proprio margine in classifica.

Nella sesta frazione con arrivo a Vallombrosa, il monzese coglie il secondo successo di tappa superando allo sprint a due Ugrumov e mettendo oltre un minuto sul secondo in classifica, Daniel Steiger. La decima frazione è una cronometro individuale da Grinzane Cavour a Cuneo di 68 chilometri, a vincere è Luca Gelfi, Bugno è secondo e la sera il suo margine nella generale è di 4’08” su Giovannetti. Due giorno dopo, a Baselga di Piné, il monzese è secondo di tappa dietro a Éric Boyer rosicchiando ancora secondi. Nella frazione del Pordoi, Bugno è inattaccabile, stroncando gli avversari sul Fedaia con una progressione micidiale che fa saltare Giovannetti, Gianni lascia la vittoria di tappa a Mottet che sale al secondo posto della generale. Il 5 giugno c’è la cronometro Gallarate-Sacro Monte di Varese, sotto una pioggia battente che crea dei veri torrenti lungo la salita finale, Bugno è primo tra le nuvole basse con 1’20” su Marino Lejarreta. A Milano è l’apoteosi con Bugno primo e Mottet secondo a 6’33”.

Galvanizzato dal dominio al Giro, il monzese è al via del Tour de France che vede battagliare Chiappucci e LeMond. Gianni vince la tappa dell’Alpe d’Huez davanti all’americano e quella di Bordeaux precedendo Breukink completando la corsa al settimo posto della classifica generale a 9’39” da LeMond.

Bugno vince la Coppa del Mondo ’90

Bugno a fine luglio vince la Wincanton Classic con 13 secondi di margine su Sean Kelly strappando il primo posto nella classifica di Coppa del Mondo ad Argentin e ad agosto è quinto al Meisterschaft von Zurich. A fine stagione Bugno vince la Coppa del Mondo davanti a Rudy Dhaenens.

Bugno bronzo ai Mondiali di Utsunomiya 1990

Il 2 settembre 1990 Bugno prende parte al Campionato del Mondo di Utsunomiya, in Giappone, ma quel giorno, sotto un sole battente, il monzese (e l’Italia) paga la faida interna con Chiappucci e ad approfittarne è Dhaenens che conquista il successo davanti a De Wolf mentre Bugno è bronzo non senza tanto rammarico per un’eventuale volata a tre che lo avrebbe quasi certamente visto vincitore.

Bugno quarto al Giro d’Italia 1991

Il 1991 di Bugno parte più piano rispetto all’anno prima con l’obiettivo di essere competitivo anche nel finale di stagione. Al Giro d’Italia Gianni vince la seconda tappa sul traguardo di Sassari davanti a Franco Chioccioli che conquista la maglia rosa. Nella decima tappa, la cronometro di Langhirano, Bugno è primo davanti a Jean-François Bernard e sale al secondo posto della generale ad un secondo da “Coppino”. Il successo bis nella corsa rosa pare a portata di Bugno che però perde terreno nella Savona-Pian del Re uscendo dal podio. Bugno fa sua la tappa di Brescia ma a fine Giro è quarto dietro a Chioccioli, Chiappucci e Lelli.

Gianni conquista la vittoria nella Euskal Bizikleta davanti a Ugrumov ed Indurain e il 30 giugno il monzese conquista il successo al Giro del Friuli, prova valida per l’assegnazione del titolo di campione italiano, davanti a Chioccioli e Chiappucci

Gianni Bugno secondo al Tour de France 1991

Bugno si presenta al via del Tour con la maglia tricolore e con rinnovate speranze di vittoria. Dopo un avvio tranquillo il monzese è terzo nella tappa con arrivo a Val-Louron alle spalle di Chiappucci e Indurain, salendo al terzo posto della generale. Nella 17esima tappa con arrivo all’Alpe d’Huez, Bugno corre da campione, vince la tappa davanti a Indurain e Leblanc e sale al secondo posto della generale a poco più di tre minuti dal navarro. Nelle seguenti tappe di montagna Miguelon approfitta della faida italiana tra Bugno e Chiappucci che si controllano a vicenda ed il monzese deve “accontentarsi” del secondo posto a Parigi a 3’36” da Indurian e davanti a El Diablo.

Il 10 agosto Bugno arriva carico per la Clasica San Sebastian allungando sui rivali e completando la corsa al primo posto con 55 secondi di vantaggio su Pedro Delgado.

Gianni Bugno Campione del Mondo a Stoccarda 1991

Al via del Campionato del Mondo di Stoccarda e, dopo una gara assolutamente attenta arriva a giocarsi la vittoria in volata. Bugno è convintissimo di vincere tanto da esultare in anticipo rischiando di essere “infilato” da Rooks che chiude secondo davanti a Miguel Indurain.

Il 1992 è un anno in chiaroscuro per Bugno che non prende parte al Giro per dedicarsi al Tour. A giugno corre il Giro di Svizzera vincendo la cronometro individuale di Sciaffusa davanti a Fabian Jeker e completando la corsa al secondo posto a 31″ da Giorgio Furlan.

Al via del Tour de France con l’obiettivo della vittoria, è terzo nella seconda tappa con arrivo a Pau e nella cronometro di Lussemburgo dietro a Indurain e Jaskula ma sulle montagne non brilla e perde terreno sia su Miguel Indurain che su Claudio Chiappucci. Bugno, seppur un po’ spento e “distratto”, chiude la corsa sul podio a 10’49” da Re Miguel e alle spalle anche di Chiappucci.

Gianni Bugno Campione del Mondo a Benidorm 1992

La seconda parte della stagione regala al monzese maggiori soddisfazioni: il 6 settembre 1992 al Campionato del Mondo in linea di Benidorm, Bugno, seppur campione uscente, non è il favorito per la vittoria in quanto tutti pronosticano il successo di Indurain. Gianni, scortato da Perini (divenuto non a caso “il duca di Benidorm”) arriva a giocarsi la vittoria finale e, non senza qualche patema, replica il successo di dodici mesi prima.

Arrivano anche le vittorie nel Giro del Lazio con un’azione solitaria che gli consente di precedere di quasi due minuti  Maurizio Fondriest, nel Giro dell’Emilia con 50 secondi su Davide Cassani e nella Milano-Torino davanti al tedesco Rolf Aldag. E’ però un po’ il canto del cigno per Bugno che a 29 anni si infila in una parabola discendente.

Nel 1993 sono comunque sei successi ma con il solo GP Gippingen come successo di peso. Bugno è secondo all’Amstel Gold Race dietro a Rolf Järmann. Al Giro è solamente 18esimo a 27’01” da Indurain ed al Tour 20esimo a 40 e oltre minuti da Miguelon. Ai Mondiali di Oslo in due volte iridato è costretto al ritiro.

Gianni Bugno vince il Giro delle Fiandre 1994

Il colpo di coda arriva arriva il 3 aprile 1994, giorno della Santa Pasqua, quando Gianni Bugno accasatosi al Team Polti, riesce a trionfare per un soffio al Giro delle Fiandre.

Al Giro d’Italia il monzese conquista il successo nella tappa da Osimo a Loreto Aprutino davanti a Stefano Zanini ed è secondo nella tappa di Merano vinta da un giovane talento di nome Marco Pantani. In generale chiude comunque nella top10, in ottava posizione a 15’26” dalla ” sorpresa” Evgenij Berzin. Nell’agosto del risulta positivo alla caffeina (cosa che fa anche un po’ ridere visto le storie di quegli anni) a un controllo antidoping venendo squalificato per tre mesi.

Nel 1995, passato alla MG Boys Maglificio, torna a dedicarsi prevalentemente alle previ conquistando la vittoria nella classifica generale del Giro del Mediterraneo davanti a Roberto Petito, il Trofeo Matteotti valido per il titolo di Campione italiano superando Paolo Lanfranchi e Tafi e la Coppa Agostoni su Stefano Della Santa.

Bugno terzo al Giro di Svizzera 1996

Nel ’96 Bugno vince la tappa di Riva del Garda al Giro del Trentino, al Giro d’Italia è primo sul traguardo di Aosta davanti a Francesco Casagrande ed al Tour de Suisse si impone nella tappa con arrivo ad Ascona davanti a  Marco Vergnani e conclude la corsa al terzo posto finale a 1’15” dallo scalatore austriaco Peter Luttenberger. A settembre il monzese fa il suo esordio in carriera alla Vuelta a España vincendo in solitaria la tappa che si conclude a Segovia davanti a Tony Rominger.

L’anno seguente Bugno coglie una sola vittoria, nella decima tappa del Tour de Langkawi e nel 1998, dopo aver vinto la tappa di Jaca alla Vuelta davanti a Santiago Blanco, corre la sua ultima gara al Giro di Lombardia, ritirandosi dalla corsa, prima di abbandonare il professionismo.

Negli anni 2000 diventa pilota di elisoccorso e guida l’ elicottero di ripresa del Giro d’Italia dal 2008. Bugno prova anche l’attività politica a livello regionale.