Roberto Visentini ciclista bresciano, la storia
Roberto Visentini ciclista bresciano vincitore della Tirreno-Adriatico 1983 e del Giro d’Italia 1986 e vittima del tradimento di Sappada
Roberto Visentini nasce a Gardone Riviera, in provincia di Brescia, il 2 giugno 1957. Si avvicina al ciclismo a sedici anni dimostrando fin da subito un talento fuori dal comune. Nel 1975 Roberto conquista il titolo di Campione italiano a Montecatini e quello mondiale, nella categoria juniores, a Losanna, precedendo l’olandese Ad Verstijlen.
L’anno seguente, passato dilettante, è primo nella Trento-Monte Bondone ed al Trofeo Amedeo Guizzi ed è terzo al Giro dei Tre Laghi e alla Coppa Varignana. Nel 1977, sempre tra i dilettanti, è primo al Gran Premio Palio del Recioto e terzo nella classifica generale del Tour de l’Avenir alle spalle di Eddy Schepers e Johan Van Der Velde confermando tutte le sue qualità di scalatore e quelle di cronoman con la conquista del titolo tricolore nella crono-individuale dilettanti a San Maria Codifiume.
Roberto Visentini maglia bianca al Giro ’78
Nel 1978 il bresciano passa professionista con la Vibor di Italo Zilioli con cui esordisce al Giro d’Italia cogliendo il secondo posto ad Assisi dietro a Bruno Zanoni, nella cronometro individuale di Venezia in cui a vincere è Moser e sul Monte Bondone alle spalle di Wladimiro Panizza. Visentini completa la corsa rosa al quindicesimo posto della generale conquistando la maglia bianca di miglior giovane davanti a Giancarlo Casiraghi.
Ad agosto il bresciano è terzo al Giro di Romagna superato da Valerio Lualdi e Kevin Sefton e quarto alla Tre Valli Varesine vinta da Moser.
Nel 1979, a marzo, è quarto al Trofeo Pantalica ed a maggio è al via del Giro del Trentino completando la corsa al quinto posto finale a 31″ dal norvegese Knut Knudsen.
Roberto è nuovamente protagonista al Giro d’Italia cogliendo il secondo posto nella tappa con arrivo a Milano alle spalle di Beppe Saronni e concludendo la corsa al decimo posto finale a 16’11” da Saronni ed al terzo posto nella classifica dei giovani dietro a Bertolotto e Breu.
A giugno è terzo al Giro di Romagna alle spalle di Baronchelli e Lualdi ed a luglio è terzo alla Ruota d’Oro dietro a Moser e Saronni.
Nel 1980 ad aprile il bresciano è ai nastri di partenza della Vuelta a España e, a distrazione delle qualità di cronoman, conquista subito la vittoria nel prologo di La Manga del Mar Menor davanti all’irlandese Sean Kelly vestendo la maglia “amarilla” per cinque giorni salvo poi doverla cedere, dopo la tappa di La Seu d’Urgell, a Faustino Rupérez che la conserva sino al termine della corsa. Visentini vince anche la cronometro di Leon ma completa la corsa fuori dalla top10, solamente quindicesimo.
Neanche il tempo di tirare il fiato ed è subito Giro d’Italia. Roberto parte bene, corre con i primi e nella tappa di Orvieto, vinta da Silvano Contini, conquista la maglia rosa conservandola per sette giorni prima di cederla a Wladimiro Panizza. Visentini completa la corsa al nono posto a 20’37” da Hinault ed al secondo posto della classifica dei giovani dietro allo svedese Tommy Prim.
Nel 1981 il nativo di Gardone Riviera passa alla Sammontana-Benotto ed a maggio è protagonista al Giro del Trentino conquistando il successo finale grazie all’ottima prova a cronometro nell’ultima frazione davanti a Moser e Giovanni Mantovani.
Visentini sesto al Giro d’Italia 1981
Al via del Giro d’Italia è secondo nella cronometro individuale Empoli-Montecatini Terme alle spalle del norvegese Knut Knudsen indossando per un giorno la maglia rosa per poi perderla il giorno successivo a favore di Silvano Contini. Roberto completa la corsa rosa al sesto posto a 5’37” da Giovanni Battaglin.
Il 1982 non è anno particolarmente propizio per il bresciano che al Giro è costretto al ritiro anticipato e conquista la vittoria al Trofeo Baracchi in coppia con Daniel Gisiger.
Visentini vince la Tirreno-Adriatico 1983
L’anno seguente il nativo di Gardone Riviera passa alla Inoxpran di Davide Boifava e a marzo è protagonista alla corsa dei due mari chiudendo la terzo posto il prologo di Santa Severa dietro a Czesław Lang e Gerrie Knetemann ottenendo il successo finale con 4″ di vantaggio sull’olandese. Ad aprile è secondo nella classifica finale del Giro dei Paesi Baschi a 36″ da Julián Gorospe.
Il talento di Roberto va a braccetto con uno stile di vita un po’ diverso da quello del ciclista medio di quel periodo: ama le belle macchine e i bei vestiti e questo attira una corte di critici feroci e ingrati.
Roberto Visentini secondo al Giro d’Italia 1983
Al Giro d’Italia si presenta al via tirato a lucido e battaglia alla grande con il favoritissimo Giuseppe Saronni. Visentini è secondo nella tappa di Parma proprio dietro a Beppe e vince la cronometro finale di Udine davanti a Daniel Gisiger e Saronni chiudendo la corsa al secondo posto della classifica finale a 1’07″da Saronni. Curiosamente il tempo complessivo effettivo è inferiore a quello di Beppe che vincere grazie agli abbuoni.
A giugno prende parte al Giro di Svizzera chiudendo al secondo posto il prologo di Seuzach dietro a Gisiger e nella quinta tappa, la cronometro di Flumserberg, è secondo dietro a Kelly indossando la maglia di leader della corsa davanti all’irlandese che, il giorno dopo, lo supera in classifica.
Nel 1984 la formazione cambia il naming in Carrera e Roberto è protagonista alla Tirreno-Adriatico vincendo la cronometro finale di San Benedetto del Tronto davanti a Erich Mächler chiudendo la corsa al terzo posto assoluto alle spalle di Tommy Prim e dello svizzero. A maggio vince il prologo del Giro del Trentino indossando per un giorno la maglia di leader della corsa e al Giro d’Italia parte bene chiudendo terzo nel prologo dietro a Moser e a Silvestro Milani e vincendo la tredicesima tappa con arrivo a Lerici davanti al francese Fignon ma completa la corsa rosa solamente al 18esimo posto a 24’07” da Francesco Moser.
Visentini e la bici fatta a pezzi!
Carattere facile all’ira, nel settembre ’84 è al via della “classica a cronometro”, il GP delle Nazioni. Visentini, cronoman sopraffino, vuole la vittoria ma gestisce male lo sforzo: parte forte e poi crolla. Tornato a casa va a letto e la mattina dopo prende la bicicletta con cui ha corsa, la fissa ad un morsetto, e armato di sega, la fa letteralmente a pezzi, la mette in un sacchetto del supermercato e la posta al suo vicino di casa, il direttore Boifava!
Nel 1985 è secondo nel prologo della Tirreno-Adriatico staccato di 8 secondi da Roberto Calovi ed il giorno seguente, sull’arrivo di Arpino, a vincere è Moreno Argentin e Roberto veste per un giorno la maglia di leader della corsa.
Al via del Giro d’Italia, Roberto appare particolarmente in forma e nella tappa di Selva di Val Gardena, un cui a vincere è l’elvetico Hubert Seiz, indossa la maglia rosa. Visentin resta leader della corsa e da l’impressione di poter contendere a Hinault la vittoria finale ma, malato, va in crisi sull’Abetone ed è costretto all’abbandono.
Roberto Visentini vince il Giro d’Italia 1986
Dopo aver chiuso al settimo posto la Tirreno-Adriatico a 2’32” da Luciano Rabottini ed al secondo posto il Giro di Campania dietro a Rolf Gölz, Roberto è al via del Giro con l’obiettivo di conquistare finalmente la tanto desiderata maglia rosa. I rivali principali sono Moser e Saronni ed il giovane americano Greg LeMond. La corsa rosa parte dalla Sicilia ed è segnata dalla tragica morte del povero Emilio Ravasio che cade e perde la vita dopo 16 giorni di agonia. E’ Saronni a dominare la prima parte della corsa dopo aver superato tutti con la sua Del Tongo nella cronometro a squadre con un passaggio della rosa sulle spalle di Baronchelli. Visentini vince la tappa di Potenza nel giorno in cui Saronni riprende la testa della corsa.
Nella cronometro da Sinalunga a Siena di 46 chilometri a vincere è il polacco Lech Piasecki con Visentini secondo a 7″. Nella quattordicesima tappa con il Col di Cadibona e il Sestriere, Visentini e LeMond vanno all’attacco seminando Moser e Saronni. La vittoria di tappa va all’irlandese Martin Early ma Roberto guadagna secondi in classifica.
Due giorni dopo nella Erba-Fappolo, LeMond va all’attacco con Baronchelli e Visentini che lo seguono. La vittoria va allo spagnolo Pedro Muñoz, Greg arriva a 11″ davanti al capitano della Carrera mentre Saronni perde oltre due minuti ed è costretto a cedere la maglia rosa a Roberto Visentini con 1’06” su Saronni, 1’54” su Baronchelli, 2’05” su LeMond.
Nella cronometro da Piacenza a Cremona, Moser conquista la vittoria e sale al terzo posto mentre Visentini concede solo 4″ a Saronni. Nella tappa di Bolzano, che prevede il Passo Rolle, il Pordoi, il Campolongo ed il Passo Gardena, LeMond prova qualche attacco ma Visentini resiste e a Merano, nel giorno del suo compleanno, festeggia il tanto sospirato successo al Giro d’Italia con 1’02” su Saronni e 2’14″su Moser.
A giugno Roberto è secondo al campionato italiano dietro a Claudio Corti e ad agosto è sesto alla Coppa Agostoni vinta da Marino Amadori.
Roberto ha classe cristallina, grinta ma ha un problema: non sa creare alleanze in corsa e le sue dichiarazioni al vetriolo al termine delle gare non aiutano nell’istaurare rapporti solidi coi colleghi. Ed il prezzo di questo lato del suo carattere lo paga al Giro dell’87.
Visentini, il Giro ’87 e il tradimento di Sappada
Il Giro d’Italia, infatti, vive sul giallo di “Sappada”. Visentini parte forte, vince la cronometro d’apertura di Sanremo davanti al canadese Steve Bauer e indossa per un giorno la maglia rosa. Il 24 maggio, nella cronometro a squadre di Lido di Camaiore, a vincere è la Carrera con la maglia rosa che va sulle spalle di compagno di squadra di Visentini, e suo “secondo”, Stephen Roche. L’irlandese tiene la maglia per dieci giorni ma nella cronometro individuale di San Marino è Visentini a vincere davanti a Tony Rominger e Piasecki riprendendosi la rosa e Roche accusa un ritardo vicino ai tre minuti.
Il 6 giugno si corre la Lido di Jesolo-Sappada, Visentini è leader della corsa ma Roche va all’attacco prima lungo discesa della Forcella di Monte Rest assieme ad Ennio Salvador, venendo ripreso dopo poco più di quaranta chilometri, e poi insieme a Jean-François Bernard, Phil Anderson, Marino Lejarreta e Johan van der Velde.
La lotta interna alla Carrera vede tutta la squadra, eccetto Schepers, lavorare per Visentini in maglia rosa. Roberto urla, bestemmia e, snervato dall’accadimento, va in crisi nera tra fame e nervoso. A Sappada arriva con 6’50” di distacco dal vincitore Van der Velde e 5’54” da Roche perdendo la maglia rosa proprio a favore dell’irlandese.
La leggenda narra che la mattina dopo, nella hall dell’hotel della Carrera i due si sfiorano e Visentini chiaro gli dice: “Roche, se tu ti avvicini ti uccido”. La vicenda divide la stampa e i tifosi si schierano con Visentini ed il “traditore” diventa oggetto di insulti e qualche sputo in corsa.
Nelle successive tappe Roberto le tenta tutte, anche in modo scriteriato per riprendersi il “maltolto” ma cadde, si procura la frattura del polso e al penultimo giorno abbandona il Giro.
A fine stagione Roche saluta la Carrera mentre Visentini resta alla corte di Boifava ma quel tradimento segna la carriera del bresciano in modo irreversibile. Nel Giro 1988 è secondo nella cronometro del Valico del Vetriolo e quarto in quella di Vittorio Veneto chiudendo però la corsa solamente al tredicesimo posto. Nel 1990 è ventiseiesimo al Giro ed a fine della stagione, corsa con la Jolly Componibili, dice addio al professionismo.
Sceso di sella si dedica all’attività di famiglia, le onoranze funebri e nel 1991 si sposa con Elisabetta da cui ha due figli, Matteo e Alice.