Jean-Pierre Monseré ciclista belga, la storia
Jean-Pierre Monseré ciclista belga, vincitore del Giro di Lombardia 1969 e Campione del Mondo 1970 tragicamente morto in corsa
Jean-Pierre Monseré nasce a Roeselare nella provincia fiamminga delle Fiandre Occidentali in Belgio, l’8 settembre 1948. Nel 1966 è secondo al campionato nazionale belga di categoria alle spalle di Jean Lindekens e proprio quell’anno conosce in una discoteca Annie, più piccola di due anni, con cui di fidanza.
L’anno seguente il belga è quinto al Giro delle Fiandre dilettanti vinto da Valere Van Sweevelt mettendosi in luce per le sue innate qualità per le corse in linea.
Nel 1968 prende parte ai Giochi Olimpici di Città del Messico completando la prova in linea, vinta da Pierfranco Vianelli, al sesto posto. L’anno seguente vince la tappa di Geleen all’Olympia’s Tour, è secondo al Circuit du Hainaut e terzo al Kampioenschap van Vlaanderen.
Jean-Pierre Monseré argento ai Mondiali dilettanti 1969
Al via dei ai campionati mondiali 1969 di Brno, il belga è secondo dietro al forte danese Leif Mortensen ed il 4 settembre, non ancora ventunenne, passa professionista con la maglia della Flandria-De Clerck.
Monseré non paga dazione nel salto di categorie e, anzi, si mette subito in mostra cogliendo, il 5 ottobre, il sesto posto al GP de Fourmies e tre giorni dopo il secondo posto alla Coppa Agostoni alle spalle di Franco Bitossi.
Jean-Pierre Monseré vince il Giro di Lombardia 1969
L’11 ottobre il belga prende parte alla classica delle foglie morte. La corsa è movimentata dall’attacco del duo composto da Gianni Motta e Michele Dancelli che vanno in fuga venendo poi ripresi sul San Fermo della Battaglia. In testa si crea un gruppettino di nove atleti che arriva a Como entrando compatto allo Stadio Giuseppe Sinigaglia dove è posto l’arrivo. E’ Bitossi a entrare per primo nello stadio lanciando subito la volata venendo bruciato da Gerben Karstens che taglia l’arrivo davanti al giovane Monseré. Pochi giorno dopo la corsa, però, Karstens viene trovato positivo e la sua vittoria cancellata a favore di Jean-Pierre. Il nome di “Jempi” Monserè sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori e tifosi del ciclismo.
L’anno seguente Monseré, a febbraio vince le tappe di Córdoba e Cadiz alla Vuelta a Andalucía e a marzo è undicesimo alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne e 22esimo alla Milano-Sanremo. Nelle classiche del nord si mette in luce cogliendo l’ottavo posto alla Gand-Wevelgem, il sesto al Giro delle Fiandre a 10″ da Eric Leman, il decimo alla Parigi-Roubaix e l’ottavo alla Freccia Vallone.
A maggio il belga conquista il GP Victor Standaert davanti al collega ed amico Eric De Vlaeminck ed è secondo alla Brussel-Meulebeke mentre a giugno chiude al terzo posto il campionato nazionale belga in linea alle spalle di Eddy Merckx e Herman Van Springel.
Jean-Pierre Monseré Campione del Mondo 1970
Il 16 agosto, in Inghilterra, sul circuito di Mallory Park a Leicester, si disputa la rassegna iridata su strada. Nella prima parte della corsa va via una fuga con, tra gli altri, i nostri Gimondi, Adorni, Motta e Dancelli ed i belgi Van Springel e Merckx. Quando i fuggitivi vengono ripresi è Felice Gimondi a partire in contropiede portandosi dietro Leslie West, Charles Rouxel, Alain Vasseur, Leif Mortensen e Monseré. E’ l’azione buona e i cinque vanno a giocarsi la maglia iridata. Ai meno 500 metri è ancora Gimondi a tentare l’allungo per anticipare la volata ma Jean-Pierre Monseré lo riprende e, con una volata lunghissima, conquista l’oro mondiale davanti a Mortensen che lo aveva preceduto dodici mesi prima.
Sul traguardo Monseré riceve i complimenti di Gimondi e del Cannibale che quel giorni gli ha lasciato carta bianca per l’attacco. Vicino al belga c’è Annie, diventata nel frattempo sua moglie, che pochi mesi dopo darà alla luce il primogenito Giovanni chiamato così in onore di un amico italiano di Jean-Pierre.
Giovane sfrontato, un po’ guascone, Jean-Pierre Monseré piace a tutti ed in molti profetizzano un radioso futuro per lui in un ciclismo belga che vive anni di splendore assoluto.
Jean-Pierre Monseré vince la Vuelta a Andalucia 1971
A febbraio prende parte alla Vuelta a Andalucia vincendo la tappa di Cordoba su Eric Leman e quella di Jerez de la Frontera davanti allo spagnolo Domingo Perurena conquistando il successo nella classifica finale davanti all’olandese Jos van der Vleuten.
Jean-Pierre Monseré muore a 22 anni
L’obiettivo principale della stagione 1971 del belga è, però, la conquista della Milano-Sanremo, vinta da Eddy Merckx per tre volte negli ultimi cinque anni. Ma “Jempi” non prenderà mai il via di quella corsa. Tornato in Belgio per preparare la “Classicissima”, il 15 marzo 1971 prende parte ad una kermesse a Retie-en-Capine vicino al confine francese.
Il campione del Mondo allunga assieme ad altri atleti ma nei pressi di Lille-St. Piere. Sono in dodici in testa e quando escono da una curva ad angolo retto, si trovano di fronte una Mercedes, con alla guida una signora, che ha superato i blocchi della polizia. Hooyberchs che pedala in testa riesce miracolosamente ad evitare l’impatto sterzando bruscamente ma Monsesé, voltatosi a controllare il vantaggio, impatta con la fiancata dell’auto e picchia violentemente la testa. I compagni di fuga lo soccorrono prontamente ma Jean-Pierre, con la sua maglia iridata a fasciarlo, perde la vita sul colpo.
De Vlaeminck, lo vede atterra e urla: “smettila con i tuoi stupidi scherzi, alzati!” ma questa volta non è uno scherzo di Jean-Pierre che se ne va a soli 22 anni.
Tre giorni dopo Eddy Merckx vince la sua quarta Sanremo ed al rientro porta i fiora i fiori ricevuti sul palco sulla lapide del giovane collega.
Qualche anno dopo il piccolo Giovanni riceve in dono da Freddie Maertens, che ha sposato una cugina di Annie, una Flandria con la promessa di pedalare sempre indossando la maglia iridata ed il casco. Maertens è quasi un secondo padre per Giovanni che nel luglio 1976, dopo aver visto in TV una tappa del Tour de France vinta proprio dallo “zio” Freddie, esce con amici in bicicletta. Una moto lo travolge togliendogli la vita.