Alfio Vandi nasce a Santarcangelo di Romagna il 7 dicembre 1955, si avvicina giovane al ciclismo vestendo i colori della Pedale Riminese, arrivando sino ai Dilettanti e mettendosi in luce come brillante passista-scalatore. Fra i dilettanti ottiene buonissimi risultati tra cui la vittoria della Castellania-Alassio, due “tapponi” al Giro della Valle d’Aosta, ed una tappa al Giro d’Italia “baby”.
Magrolino, occhi azzurri e faccia da ragazzino, Alfio Vandi viene soprannominato “l’usignolo di Romagna” e passa tra i professionisti nel 1976 con i colori della Magniflex.
Alfio viene schierato al via del Giro d’Italia chiudendo al settimo posto a 4’07” da Felice Gimondi, mettendosi alle spalle addirittura Eddy Merckx (in vero con problemi fisici) e conquistando la maglia bianca di miglior giovane davanti a
Juan Pujol. A fine stagione conquista il
Giro del Veneto in solitaria precedendo
Giancarlo Polidori e
Sigfrido Fontanelli. Al Giro di Lombardia, vinto da Roger De Vlaeminck, Alfio chiude al 12esimo posto.
Nel 1977 Vandi conquista la prima frazione della Tirreno-Adriatico con arrivo a Santa Severa, vince il Criterium di Pianello d’Ostia ed al Giro d’Italia riesce a migliorare la già ottima prova dell’anno precedente chiudendo quarto a 7’50” da Michel Pollentier. A fine stagione il romagnolo ottiene un brillante sesto posto al Giro di Lombardia vinto da
Baronchelli.
La conferma dei buoni risultati dell’anno di esordio fa pensare a molti che Vandi possa essere un potenziale vincitore dei successi Giri.
L’anno seguente, però, Alfio non riesce a migliorare il quarto posto del Giro, chiudendo “solamente” al settimo posto a 9’04” da
Johan De Muynck e al Lombardia è quinto nella volata finale vinta da Francesco Moser.
Nel 1979 non prende parte al Giro d’Italia ma è al via del Tour da cui però si ritira al termine della nona tappa; Alfio si riscatta alla Milano-Torino del ’79 arrivando solo al traguardo dopo un meraviglioso attacco sulle rampe del Colle di Superga.