Ercole Gualazzini ciclista parmense

Ercole Gualazzini (fonte wikipedia)

Ercole Gualazzini (fonte wikipedia)

Ercole Gualazzini ciclista parmense, forte e generoso, ottimo gregario in grado di conquistare vittorie al Giro d’Italia e al Tour de France

Ercole Gualazzini nasce a San Secondo Parmense il  22 giugno del 1944. Dopo le categorie giovanili passa dilettante mettendosi in mostre per il fisico possente e per un’innata generosità. Nel 1965 conquista il Piccolo Giro di Lombardia ad Oggiono precedendo Francesco Plebani ed attirano l’interesse di diversi team professionistici.
Ercole passa professionista nel 1966 vestendo i colori della mitica Salvarani con cui coglie il sesto posto al GP di Alghero ed il sedicesimo alla Milano-Vignola. La stagione seguente Ercole è quarto al Trofeo Laigueglia, coglie un bel secondo posto al GP Cemab ed è quarto al GP di Alghero.

Dopo due stagioni di apprendistato alla Salvarani si accasa alla Max Mayer dove resta per una stagione.

Gualazzani vince una tappa alla Vuelta a España 1969

La prima vittoria da professionista del parmense arriva nel ’69 nella 18ª tappa, 1ª semitappa della Vuelta a España da Vitoria a Llodio. Ercole conclude la corsa spagnola al 63esimo posto, al Giro d’Italia completa la corsa al 69esimo posto ottenendo anche il decimo posto a Savona ed il secondo posto nella tappa di Milano dietro ad Attilio Benfatto.

Ercole Gualazzini torna alla Salvarani nella stagione 1970 anno in cui conquista la prima tappa con arrivo a Saint-Cyr-sur-Loire, la terza frazione con arrivo a Tours e la classifica generale del Tour d’Indre-et-Loire davanti al lussemburghese Johny Schleck. Il ciclista di Parma lavora per Felice Gimondi ma riesce a conquistare comunque importanti successi personali.

Ercole Gualazzini vince una tappa al Giro 1971

Nel 1971 Ercole vince la Potenza-Benevento al Giro d’Italia, tappa incredibile segnata da una serie di cadute. Prima un cane attraversa la strada e Bergamo e Balmamion finiscono all’ospeda­le. Poi va in fuga Ole Ritter, passistone danese della Dreher a cui risponde la Salvarani con Gimondi, poi ci prova Van Springel seguito da Polidori ma alla fine l’arrivo è in volata. L’ultima curva è ai meno 500 metri, Ercole allunga, alle sue spalle Zandegù vola a terra e viene travolto da una dozzina di atleti, è Gualazzini a tagliare per primo la linea d’arrivo davanti a Patrick Sercu e Mari­no Basso.

Dopo la vittoria al Giro, nel 1972 arriva quella al Tour de France nella terza tappa, prima semitappa da Pornichet a Saint-Jean-de-Monts superando il belga Noël Vanclooster.

Nel 1973 Gualazzini passa alla Bianchi con cui coglie la vittoria, non più prestigiosa, ma più importante della sua vita: al Giro di Sardegna precede sul traguardo di Olbia Eddy Merckx e Sercu proprio nel giorno in cui diventa padre di Antonio.

Nel ’74 si accasa alla Brooklin in cui lavora per il capitano Roger De Vlaeminck riuscendo però a vincere una tappa al Giro, sul traguardo di Valenza davanti a Bruno Zanoni e a Mauro Simonetti ed una al Tour de France dello stesso anno, sull’arrivo di Saint-Pol-de-Léon precedendo il belga Joseph Bruyere Nel 1976 seguente vince la diciassettesima tappa del Giro d’Italia da Arosio a Verona davanti a Daniele Tinchella.

Il 1977 vede Ercole Gualazzini vestire i colori della mitica Scic con cui conquista la vittoria della Sassari-Cagliari e, dopo una serie di piazzamenti al Giro, la 15ª tappa della corsa rosa sul traguardo di Trieste superando Marc Demeyer. Al termine di quell’anno il parmense decide di appendere la bicicletta al chiodo.