Ercole Baldini ciclista detto Il Treno di Forlì

Ercole Baldini (fonte Wikipedia)

Ercole Baldini (fonte Wikipedia)

Ercole Baldini ciclista detto il Il Treno di Forlì vincitore di Oro olimpico nel 1956, Campionato del Mondo nel 1958 e detentore del Record dell’Ora

Ercole Baldini nasce a Villanova, un paesino dell’entroterra romagnolo a 5 km. da Forlì, il 26 gennaio 1933, quarto di sei fratelli, tutti maschi di una famiglia di contadini. Quando molla gli studi e si avvicina al ciclismo, all’età di 17 anni, in molti comprendono presto le sue qualità. Muscoli, cassa toracica smisurata, forza fuori dalla norma, è davvero un Ercole, di nome e di fatto.

Nel 1951 Baldini entra nel ciclismo con la maglia gialloblu dell’Unione Ciclistica Scat, vince sei gare ed è terzo nel Campionato Italiano Allievi, nel suo modo di pedalare, si capisce presto, c’è qualcosa di magico. Nel ’53 è terzo nel Piccolo Giro di Lombardia dietro ad Aldo Moser e Lino Ciocchetta e l’anno seguente, con la maglia dell’U.C. Nicolò Biondo, è primo della Targa d’Oro città di Legnano. Sempre nel 1954, Ercole conquista il Record dell’Ora dilettanti coprendo la distanza di 44,870 km.

Ercole Baldini Campione del Mondo 1956

Il 1955 è l’anno del servizio militare per Baldini che l’anno seguente è primo nella Milano-Bologna, e conquista, su pista, il titolo di campione italiano nell’inseguimento precedendo il mitico Leandro Faggin e sfiorando, per un solo decimo di secondo, il record mondiale di specialità. Due mesi più tardi, ai campionati del Mondo di Ordrup, in Danimarca, conquista la maglia di campione del Mondo nell’inseguimento superando ancora Faggin.

Baldini ed il Record dell’Ora 1956

Il 19 settembre 1956 in un Velodromo Vigorelli stracolmo, il giovane Ercole si cimenta nel tentativo di record dell’ora detenuto da Jacques Anquetil. L’impresa si compie e Baldini registra la distanza di 46,393 chilometri. Il suo nome è già leggenda e Secondo Casadei gli dedica il brano musicale “Il Treno di Forlì”

Ercole Baldini Campione Olimpico 1956

Ercole Baldini selezionato per le Olimpiadi di Melbourne, si fa 11 scali aerei per arrivare nella terra dei canguri. Alcuni giorni precedenti la gara, mentre si sta allenando, viene letteralmente “sverniciato” dai ciclisti francesi che quasi lo irridono definendolo “solo un pistard”. La rivincita arriva in gara quando, nella prova in linea, mette tutti i riga staccando i rivali nella salita finale e rifilando circa due minuti al francese Arnaud Geyre. Quando sale sul podio, quasi inspiegabilmente il vinile con l’inno italiano non si trova ed ecco che sono un manipolo di italiani immigrati in Australia a cantare l’inno più bello mai sentito in una rassegna olimpica.

E’ la Legnano ad accaparrarsi le qualità del Romagnolo che passa professionista nel 1957 conquistando subito importanti successi.

Baldini terzo al Giro 1957

Al Giro d’Italia è primo nella cronometro di Forte dei Marmi davanti a Cleto Maule e la media oraria è così alta che addirittura una sessantina di ciclista vanno fuori tempo massimo salvo poi essere riammessi. Baldini è anche secondo nella tappa di Trento vinta dallo spagnolo Miguel Poblet e completa la corsa al terzo posto assoluto dietro a Nencini e Bobet.

Ercole fa sua la vittoria al Giro della Romagna davanti a Guido Boni, è secondo alla Tre Valli Varesine, vince il Giro del Lazio che in quell’anno è valido come campionato italiano con oltre 5 minuti di margine su Alfredo Sabbadin.

Nel 1958 Ercole conquista la Coppa Collecchio, il Trofeo Matteotti ed il GP Industria e Commercio di Prato oltre a due tappa del GP Ciclomotoristico.

Ercole Baldini vince il Giro d’Italia 1958

Al via del Giro d’Italia l’Ercole di Romagna è presto protagonista vincendo la seconda tappa, la cronometro con partenza a Varese con arrivo a Comerio davanti a Poblet indossando, per un giorno la maglia rosa. Baldini, dopo aver colto il terzo posto a San Marino, fa sua la quindicesima tappa con partenza da Cesena ed arrivo a Bosco Chiesanuova in cui i favoriti sono Gaul, Bahamontes. Ercole nel primo tratto di pianura spezza le gambe agli scalatori puri e nella salita, con gli avversari cotti, saluta tutti e se ne va riprendendosi la rosa ai danni di Agostino Coletto in una delle sue più clamorose imprese sportive.

Due giorni dopo il romagnolo è primo a Bolzano davanti a Louis Bobet nel tappone dolomitico riuscendo, nonostante i suoi 80 chilogrammi di peso, a stracciare gli scalatori puri conquistando la vittoria finale davanti al belga Jean Brankart e a Charly Gaul.

Ercole Baldini Campione del Mondo 1958

Baldini rinuncia al Tour per provare l’assalto al Mondiale ed il 31 agosto è al via dei campionati del Mondo di Reimns come uno degli uomini da battere ma i favori dei pronostici vanno ai belgi Rik Van Steenbergen e Rik Van Looy. Ercole segue il suggerimento di Fausto Coppi e va all’attacco inserendosi nella fuga “buona”, partita a 250 km dal traguardo, assieme a Luison Bobet, Gastone Nencini e Gerrit Voorting. Baldini, ad uno ad uno, stacca tutti i compagni d’avventura e si invola in un successo spettacolare staccando di 2’09” Bobet e di 3’47” André Darrigade. Baldini entra ufficialmente nella leggenda del ciclismo mondiale poco meno di un mese dopo, il 28 settembre, conquista nuovamente il titolo di campione italiano in linea davanti a Nino Defilippis.

Nel 1959 Baldini entra nell’organico della Ignis del Cavalier Giovanni Borghi, autentico mecenate dello sport italiano in moltissime discipline. L’inizio di stagione, però, è segnato da un intervento chirurgico di appendicite che costringe il “Treno di Forlì” ad uno stop che diventa un macigno. Ercole morde il freno, stare fermo ai box non fa per lui che decide di cimentarsi nel Giro d’Italia accelerando, forse troppo, i tempi del recupero. Alla corsa corsa è terzo a Salsomaggiore e secondo a Susa ma nel complesso non incide.

Baldini sesto al Tour de France 1959

Va meglio al Tour de France cogliendo il secondo posto nella frazione di Nantes alle spalle del francese Roger Paul Jean Rivière ed è primo nella diciottesima frazione con partenza a Le Lautaret ed arrivo ad Aosta precedendo Charly Gaul diventando un candidato per il successo finale . Il giorno seguente, però, nella cronoscalata al Puy de Dome va in crisi nera e si gioca le possibilità di vincere la Grande Boucle chiudendo solamente al sesto posto a 10’18” da Bahamontes.

Sul finale di stagione, Baldini è primo al Giro dell’Emilia davanti ad Alessandro Fantini, nel G.P. Faema superando Oreste Magni e, conquista, la terza volta in carriera, la vittoria nel Trofeo Baracchi in coppia con Aldo Moser.

Nel 1960 la sfortuna non sembra voler abbandonare il romagnolo che al Giro d’Italia, dopo aver colto due secondi posti di tappa, è vittima di una caduta in cui si frattura il polso. Ercole completa la corsa ma i postumi non sono dolci. A settembre riesce a rispettare la nomea di “Treno” vincendo il GP delle Nazioni a cronometro con quasi 4 minuti di margine su Joseph Vloeberghs. In pista è terzo al campionato del Mondo di Lipsia nell’inseguimento dietro a Rudi Altig e Willy Trepp.

Il 1961 è un anno nuovamente avaro di soddisfazioni se si escludono le vittorie alla Milano-Mantova davanti a Pierino Baffi, al GP d’Europa su Diego Ronchini ed al Trofeo Baracchi in coppia con Joseph Velly.

Il ’62 è l’ultimo anno in maglia Ignis e al Giro d’Italia è secondo nella frazione del Passo Rolle alle spalle di Vincenzo Meco completando la corsa al settimo posto finale a 7’54” da Franco Balmamion. Al via del Tour de France il nativo di Villanova si dimostra non particolarmente brillante ma molto, molto costante riuscendo a chiudere nei primi dieci della classifica finale: ottavo a 19’00” da Anquetil. Nella seconda parte della stagione coglie il secondo posto alla Coppa Sabatini alle spalle di Alfredo Sabbadin, il secondo posto al GP di Lugano, prova a cronometro, dietro a Rolf Graf, il secondo posto al Trofeo Baracchi ed al Giro di Lombardia stabilisce il record di scalata assoluto nel durissimo Muro di Sormano, con il tempo di 9’24” chiudendo poi la prova al settimo posto.

Passato alla Cynar conquistando la vittoria nel Giro della Provincia di Reggio Calabria su Carlo Brugnami, alla Coppa Placci davanti a Graziano Battistini al Trofeo Tendicollo Universal staccando di oltre due minuti Anquetil ed al Gran Premio di Meda.

Il 1964 è l’ultimo anno da pro per Ercole Baldini che veste la maglia della Salvarani ottenendo il bronzo ai Campionati del Mondo di Parigi nell’inseguimento e chiudendo la carriera al Trofeo Baracchi dove è secondo in coppia con Vittorio Adorni.

Sceso di sella ricopre il ruolo di allenatore per diverse formazioni professionistiche per poi diventare è Presidente dell’Associazione Ciclisti. Ormai fragile ed anziano muore il 1° dicembre 2022 all’età di 89 anni nella sua Villanova di Forlì.