Robert Millar l’ex ciclista professionista che ha stravolto la sua esistenza
Robert Millar ex ciclista, ora Philippa York
Robert Millar l’ex ciclista professionista che ha stravolto la sua esistenza cambiando sesso ora Philippa York: storia, palmares, curiosità
Robert Millar nasce a Glasgow, in Scozia, il 13 settembre 1958 e cresce a Shawlands nella zona sud della città. Nascere a Glasgow significa amare il calcio e tifare i Rangers. Robert però disdegna le partite di pallone e si appassiona allo sport del pedale scelta non facile in un mondo molto calcio centrico.
Robert è costretto a iniziare a lavorare in fabbrica ma, appena può inforca la sua bicicletta arrugginita e si allena: il suo obiettivo è abbandonare il posto di lavoro che odia per diventare un professionista.
Alla soglia dei 21 anni, nel 1979, il suo sogno si profila all’orizzonte: si laurea campione britannico nella prova in linea riservata ai dilettanti e raccoglie gli interessi di alcune formazioni dilettantistiche francesi che, a differenza della famiglia che osteggia la sua scelta, intravvedono in Millar un potenziale professionista.
Millar si trasferisce a Parigi in Rue de Sèvres, Boulogne-Billancourt che la polisportiva Athlétic Club de Boulogne-Billancourt (ACBB) mette a disposizione come foresteria per gli atleti che vengono da fuori città. Robert alloggia assieme a un ragazzo di Liverpool, John Parker, e i due decidono di parlare solamente in francese per provare ad essere meglio accettati. Morale: le giornate trascorrono senza conversazioni e Parker decide di tornarsene in Inghilterra mentre Robert, testardo e tenace come pochi, stringe i denti e pedala.
Il suo primo allenatore in terra francese è Billy Bilsland che intravvede del potenziale nel ragazzo nonostante in quegli anni i ciclisti britannici siano visti di cattivo occhio dal mondo del ciclismo europeo ma quello è un ciclismo in evoluzione, i nomi di Roche, LeMond e Kelly in breve tempo modificheranno la geografia dello sport.
Dopo un anno di apprendistato (anche culturale) in cui conquista il premio Merlin Plage per il miglior dilettante, Millar, su raccomandazione di Jack André, ottiene un contratto con la Peugeot per la stagione 1980.
Nella stagione da rookie conclude al secondo posto il Tour du Vaucluse alle spalle di Michel Laurent e chiude all’ottavo posto la classifica generale del Tour de Romandie confermando le buone impressioni suscitate nel mondo dei dilettanti che vengono ulteriormente alimentate dal quinto posto nel campionato nazionale britannico.
Il 1981 lo deve chiudere al settimo posto il Critérium du Dauphiné Libéré mentre l’anno seguente ottiene il settimo posto al Tour de Romandie e il secondo posto, alle spalle di Greg LeMond al Tour de l’Avenir.
Il 1983 vede Millar arrivare secondo al Critérium du Dauphiné Libéré preceduto ancora una volta da LeMond. La prova spettacolare nella breve corsa a tappe transalpina gli vale la chiamata per il Tour de France dove mostra cose veramente interessanti salvo perdere diciassette minuti a causa di una brutta caduta.
L’11 luglio 1983, nella decima tappa della Grande Boucle, coglie il primo successo in una grande corsa a tappe. La vittoria arriva nella terribile frazione che comprende Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde e che il britannico chiude con sei secondi di margine sul forte scalatore spagnolo Pedro Delgado. Millar conclude quattordicesimo in generale a ventitre minuti da Laurent Fignon e terzo nella maglia a pois.
Robert Millar: il Tour de France 1984
Robert parte a tutta nella stagione ’94 chiudendo gara al sesto posto assoluto la Parigi-Nizza alle spalle di Sean Kelly, Stephen Roche, Bernard Hinault , Michel Laurent e Phil Anderson e ottenendo il secondo posto nella frazione del Mont Ventoux. Al Tour de Romandie prosegue il suo stato di grazia battendo Pascal Simon nella frazione di Crans Montana e chiudendo la corsa al quinto posto assoluto.
Millar si presenta al Tour carico e nella undicesima tappa supera il Portet d’Aspet, Core e Latrape per vincere sul traguardo di Guzet-Neige. Il Tour viene vinto per il secondo anno consecutivo da Fignon e il britannico chiude quarto in generale dientro al francese, Hinault e LeMond migliorando il sesto posto di Simpson e conquistando, primo britannico nella storia, la maglia a pois.
Nello stesso anno, ai Campionati del Mondo di Barcellona vinti da Claude Criquielion arriva sesto.
1985: la “Vuelta rubata”
L’edizione numero 40 del Giro di Spagna parte con diversi pretendenti alla vittoria finale, alla settima frazione dei Laghi di Covadonga è Pedro Delgado a strappare la maglia di leader ad un giovane di belle speranze, tale Miguel Induain. Quel giorno la corsa iberica da fuoco alle polveri per spegnersi (forse) solo dopo l’arrivo di Madrid.
Il giorno dell’arrivo ad Alto Campo Delgado va in crisi ed è il compagno Pello Ruiz Cabestany a vestire la maglia di capoclassifica con 6 secondi di vantaggio su Millar che diventa il favorito per la vittoria finale (Delgado accusa quasi 4 minuti di distacco).
Nella Sabiñánigo-Tremp Millar strappa la maglia dalle spalle di Cabestany mentre Pedro Delgado, in chiara difficoltà, perde ancora tempo prezioso (i primi tre sono Millar con Rodriguez a 13 secondi e Cabestany a 1’ e 55).
La cronometro di Alcalà de Henares, 43 chilometri consente a Cabestany di accorciare ad 1 minuto 15 secondi le distanze da Millar mentre Delgado perde altri due minuti (il suo distacco in generale di oltre 6 minuti lo taglia apparentemente fuori dai giochi per il podio).
Nella 17esima tappa lo spagnolo Recio della Kelme va all’attacco seguito ta “Perico” Delgado proprio mentre Millar buca. Nessuno avvisa il britannico degli accadimenti, gli spagnoli non collaborano nell’inseguimento, il direttore sportivo Roland Berland non ha una gestione impeccabile e Robert naufraga. Nel gruppo nessuno aiuta Millar, solo i suoi uomini che, arrivati ad un passaggio a livello sono costretti addirittura a fermarsi. Beffa nella beffa nessun treno passa ma Millar non si lamenta.
All’arrivo di Palazuelos de Eresma Recio vince la tappa e Delgado recupera quasi sette minuti: la frittata è fatta, Delgado con la sua imboscata prende la maglia amarillo.
La stampa britannica titola “The stolen Vuelta” per l’accordo sottaciuto tra i team spagnoli, “è scandaloso, era essenziale che uno spagnolo vincesse” urla Roland Berland mentre Pedro Delgado ringrazia i connazionali e soprattutto il DS della ZOR:
“Un grazie a Javier Minguez che ha fatto perdere a Rodriguez un posto interessante in classifica generale per favorire uno spagnolo”.
A settembre Millar conquista la Volta a Catalunya, portando la maglia del leader sulla penultima tappa e battendo Sean Kelly. In quell’anno Millar si sposa con la francese Sylvie Transler sorella della moglie di Jerome Simon, al matrimonio non è invitato nessuno compagno di squadra né i famigliari di Robert con cui i rapporti si sono interrotti (Millar non andrà né al funerale della madre né al matrimonio della sorella). Millar si trasferisce con la moglie e il figlio che gli ha dato, Edward, a Bercenay-en-Othe, paesello di poco più di quattrocento anime.
Durante la metà degli anni ’80 Millar appare in spot televisivi per i cereali “Start” del noto brand Kellogg’s mentre si affida a Jack André come allenatore personale.
Nel 1986 passa alla Panasonic e partecipa alla Vuelta vincendo la sesta tappa e battagliando con Alvaro Pino per la vittoria finale. Sarà quest’ultimo a trionfare precedendo il britannico.
Alla vigilia del Tour de France la televisione di Granada produce un documentario di un’ora intitolato The High Life sulla stagione precedente con apparizioni di Allan Peiper e musica di Steve Winwood.
Al Tour de France parte benissimo, si posiziona al quarto posto in generale ma a causa di problemi di salute ha perso terreno sino a scegliere di ritirarsi. Millar si “consola” chiudendo al secondo dietro Andrew Hampsten il Tour de Suisse
Robert Millar: il Giro d’Italia 1987
L’unica apparizione alla corsa rosa del britannico coincide con la nota lotta tra Roberto Visentini e Roche compagni alla Carrera divisi sulla strada. La Panasonic punta su Millar ed Erik Breukink ed è proprio Robert a dare filo da torcere al duo Carrera. Nella 21esima tappa Millar va in fuga assieme a Roche e Marino Lejarreta conquistando il secondo posto in generale (e la maglia della montagna) complice la caduta di Visentini è che si rompe il polso e deve abbandonare i sogni di successo.
Nel 1988, passa alla francese Fagor assieme a Roche e Schepers e ottiene il terzo posto alla Liegi – Bastogne – Liegi dietro Adri van der Poel. Alla Vuelta ottiene un discreto sesto posto finale mentre al Tour pur dando spettacolo in salita a causa di problemi meccanici esce di classifica.
Nell’89 torna alla Z-Peugeot vincendo una tappa al Critérium du Dauphiné Libéré, una al Tour de Romandie e la decima tappa del Tour de France del 1989 da Cauterets a Superbagnères (concludendo la Grande Boucle in decima posizione).
In autunno vince il Tour of Britain grazie ad una fuga a due con il corridore svizzero Mauro Gianetti nella frazione con arrivo a Cardiff.
L’anno seguente conquista il Dauphiné Libéré Critérium du Dauphiné Libéré grazie ad una bella azione con Thierry Claveyrolat e tenendo duro nella prova a cronometro contro due fenomeni come Roche e Toni Rominger. Nello stesso anno chiude secondo al Tour de Suisse alle spalle di Sean Kelly e conquista una frazione al Romandia. Al Tour de France lavora per il vincitore dell’anno precedente e il campione del mondo in carica, Greg LeMond aiutandolo nello storico bis francese.
Nel 1991 vince una tappa nel Tour de Suisse, chiude secondo alle spalle di Rominger al Tour de Romandie, quinto nel Grand Prix of the Americas e quarto nel Critérium du Dauphiné Libéré.
Nel 1992 passa alla TVM e durante la Vuelta a España viene trovato positivo al testosterone, subisce una penalizzazione di 10 minuti e perde il podio finale. Ottiene posti nella tep-ten nella Setmana Catalana de Ciclisme, Giro del Piemonti e Liegi – Bastogne – Liegi.
Il ‘93 porta a Millar la top-ten nella Classiques des Alpes e nel Midi Libre mentre nel 1995 passa alla Le Groupement. A trentasette anni, Millar partecipa i campionati britannici: vince il titolo nazionale su strada ma pochi mesi dopo il team francese fallisce spingendo il britannico al ritiro.
Millar abbandona la famiglia e la Francia e torna a Daventry, nelle Midlands in Inghilterra e, nel 1997, dopo essersi dato al taekwondo, diventa l’allenatore della squadra nazionale britannica e nel 1998 segue la squadra scozzese nel Tour of Britain.
Robert Millar diventa Philippa York
Sul finire degli anni ’90 corre la voce che Millar si sia separato dalla moglie ma le notizie attorno al corridore britannico si fanno via via meno frequenti tanto da uscire dai radar salvo alcune collaborazioni con riviste e blog sul ciclismo.
Nel 2000, una rivista scandalistica pubblica una notizia secondo cui Robert Millar si starebbe sottoponendo da anni ad una cura ormonale per cambiare sesso, la notizia ferisce l’ex corridore che tagli i legami con lo sport salvo apparire ai Giochi del Commonwealth del 2002 come Millar.
Le indiscrezioni si rincorrono, gli ex colleghi raggiunti dalla stampa gettano benzina sul fuoco, qualcuno fa riferimento al cambiamento del fisico dell’atleta che presenta protuberanze simili a quelle di un seno.
Nel 2003 viene inserito nella Hall of Fame del ciclismo scozzese, nessuno sale sul palco a ritirare il premio: Robert Millar ormai è “un fantasma”.
Nel 2007, il giornalista Richard Moore scrive il libro biografico intitolato: “Alla ricerca di Robert Millar”. Nel 2010, scrive un blog per Cyclingnews.com e alcuni pezzi per The Guardian. Sempre quell’anno, in occasione del passaggio del Tour da Londra diventa notizia certa che Robert Millar è diventato Philippa York, vive nel in una casa nel Dorset insieme alla fidanzata Linda Purr. Pare che i due abbiano una figlia, Liddy, nata prima del cambiamento di sesso ma sono solo “voci”.
Nella 2017, Ned Boulting dell’emittente ITV4 propone a Philippa di collaborare per il palinsesto delle tre settimane. Robert/Philippa accetta la proposta ma prima fa chiarezza sul suo nuovo modo d’essere.
Robert Millar, il personaggio
Robert Millar era anche un autentico personaggio, un vero istrione dal carattere a tratti introverso a tratti spregiudicato. Leggendarie sono le sue sfuriate che lo hanno fatto paragonare al calciatore Erik Cantona e a tennista John McEnroe.
Ad un giornaliste che gli chiese dettagli su di una caduta suggerì di gettarsi dalla bicicletta in un tratto di discesa e ad una velocità elevata “per capire cosa si prova”.
Millar, però, era un professionista minuzioso, attento alle novità tecnologiche e all’alimentazione, un autentico precursore del concetto di “marginal gains” caro al Team Sky/Ineos.
Robert è ricordato da tutti come un tipo serio ma un po’ lunatico, gentile e disponibile dopo la corsa ma ai limiti dell’intrattabile in gara, egoista in alcuni frangenti ma pronto a sacrificarsi per gli i compagni in altri.
Il ciclismo britannico deve molto a Robert, prima di Wiggins e Froome era lui il detentore dei record dei “sudditi della regina” nel ciclismo.