Andrew Hampsten vincitore del Giro d’Italia 1988

Andrew Hampsten (fonte Wikipedia)

Andrew Hampsten (fonte Wikipedia)

Andrew Hampsten, la sua carriera

Andrew Hampsten ciclista americano vincitore del Giro d’Italia 1988 ricordato per la scalata al Gavia, due volte quarto al Tour de France

Andrew Hampsten nasce a Columbus, in Ohio, il 7 aprile 1962. Nel 1979 è terzo al Campionato Mondiale nella cronometro a squadre Allievi alle spalle della nazionale russa e di quella svedese a Buenos Aires mentre l’anno seguente è secondo nella medesima prova alle spalle della russa. Nell’82 si mette in luce con una serie di piazzamenti alla Coors Classic chiudendo al quinto posto della corsa vinta dal colombiano José Patrocinio Jiménez Bautista.
Nel 1983 Hampsten è al via del  Tour of Britain chiudendo al sedicesimo posto ed è ottavo nella classifica finale della Coors Classic mentre l’anno successivo si mette in mostra al GP Guillaume Tell chiudendo al nono posto nella corsa elvetica vinta da Guido Winterberg.
Nell’84 Andrew è secondo al Coors Classic alle spalle di Doug Shapiro e l’anno seguente passa professionista con la 7-Eleven, formazione americana fondata qualche anno prima da Jim Ochowicz. Nell’85 il giovane americano è al via del Giro d’Italia e conquista la vittoria nella cronometro di Cogne concludendo la corsa rosa al 20esimo posto finale. L’americano vince la  Classifica Generale Gran Caracol de Montana in Colombia ed è primo al Memorial Gastone Nencini davanti a due fenomeni come lo spagnolo Marino Lejarreta e Beppe Saronni.
Le buone prove dell’americano attirano l’attenzione di a Bernard Hinault, che lo ingaggia nella sua squadra La Vie Claire del patron Bernard Tapie in cui corre anche Greg Lemond, campione del mondo nel 1983. Al primo anno con la nuova squadra Andrew è secondo nella Classifica Generale della Vuelta de Baja California in  Messico, coglie la vittoria nel prologo del Tour de Suisse e tiene la maglia di leader della cosa fino alla cine, lasciando lo scozzese Robert Millar  a 51″ e  Lemond a 1’21” arrivando in forma al Tour de France in cui contribuisce alla vittoria di Greg LeMond che precede il compagno Hinault. Il dominio de La Vie Claire è certificato dal quarto posto finale dello stesso Hampsten che conquista anche la prestigiosa maglia bianca di miglior giovane della Grande Boucle.
Dopo un’annata entusiasmante, ma passata prevalentemente nel ruolo di gregario, Andrew torna alla 7Eleven vincendo due tappa della Coors Classic in cui è terzo in generale e al Tour de Suisse prende la maglia di leader nella penultima tappa con arrivo a Laax vincendo la corsa con un secondo di margine sull’olandese Peter Winnen e sette sul colombiano Fabio Parra. Al Tour de France l’americano deve accontentarsi del 16esimo posto finale lavorando per il messicano Raúl Alcalá che deve però inchinarsi, come tutti, allo strapotere di Stephen Roche.

Andrew Hampsten ed il Giro d’Italia 1988

Schierato al via della 71esima edizione della corsa rosa, l’americano spera di poter confermare quanto fatto di buon tre anni prima. Al via della corsa rosa non c’è lo “spauracchio” Roche a causa di un fastidio al ginocchio e gli occhi di tutti sono sullo spagnolo Pedro Delgado, secondo al Tour l’anno prime e sull’olandese Erik Breukink, terzo al Giro ’87 mentre  Greg Lemond, è ancora alle prese con i postumi dell’incidente di caccia dell’anno prima. La prima maglia rosa è indossata dal francese  Jean-François Bernard che poi la cede al “gregarione” Massimo Podenzana.

Dopo la neutralizzazione della tappa di Colle Don Bosco,  Hampsten piazza la zampata a Selvino mentre la maglia passa sulle spalle di “Coppino” Chioccioli che arriva alla fondamentale tappa di Bormio con 33″ di vantaggio su Zimmermann, 55″ su Visentini, 1’10” su Giupponi, 1’18” su Hampsten, 1’26”. La corsa parte nonostante le nevicate abbondanti della notte precedente. Sul Gavia è l’inferno: il termometro segna meno 5 ed una tormenta di neve travolge il gruppo. Se ne va in fuga l’olandese Johan Van der Velde che scollina per primo sul Gavia per poi “sparire” nella nebbia. A Bormio arriva per primo Breukink  con sette secondi sull’americano che veste la rosa mentre gli altri arrivano con distacchi abissali: Giupponi, Zimmermann e Chioccioli pagano 5 minuti, Delgato sette, Bernard addirittura nove.

La lotta diventa tra Hampsten e Breukink con l’americano che nella cronometro individuale del Valico del Vetriolo prende 1’51” di margine: nella tappa di Arta Terme Urs Zimmermann diventa a lungo maglia rosa virtuale ma nella crono di Vittorio Veneto Andrew Hampsten conquista la vittoria del Giro d’Italia 1988.

Nell’89 l’americano conquista la Subida Urkiola davanti allo spagnolo  Santos Hernández, fa sua la seconda tappa della Vuelta al País Vasco ed al Giro d’Italia è terzo a 2’46” dal francese Laurent Fignon. Schierato al via del Tour deve accontentarsi del 22esimo posto mentre vince la generale della Schwanenbrau Cup. L’anno seguente il ciclista a stelle e strisce vince nuovamente la Subida Urkiola davanti a Rominger e Lejarreta ma al Tour non entra nella top10 dovendosi accontentare dell’undicesimo posto.

Nel 1991 con la maglia della Motorola Andrew è ottavo al Tour de France e l’anno seguente vince una tappa e la generale del Tour de Romandie davanti a Miguel Indurain e Charly Mottet. Al via del Giro d’Italia ’92 l’americano è quinto in classifica finale a 11’12” dall’inarrivabile Indurain. Hampsten è al via anche del Tour de France e riesce a far sua la prestigiosa tappa dell’Alpe-d’Huez e chiude all’ottavo posto finale a 13’40” da Indurain.

Nel ’93 l’americano vince la generale della Volta a Galicia davanti a  Stefano Della Santa ed Álvaro Mejía, è terzo al Tour de Romandie dietro a Pascal Richard e a Chiappucci e al Tour riesce nuovamente ad entrare nella top10 chiudendo quarto alle spalle di Indurain, Chiappucci e Bugno. Il ’94 vede Andrew ottenere il terzo posto al Tour de Romandie dietro a Richard e a de Las Cuevas ed il decimo al Giro d’Italia a 17’21” dal giovane russo Eugenio Berzin.

Nel ’95 lo statunitense passa alla Banesto e poi alla US Postal Service con cui saluta il ciclismo nel ’96.