Andrea Ferrigato lo zingaro del pedale

Andrea Ferrigato

Andrea Ferrigato (fonte Wikipedia)

Andrea Ferrigato lo zingaro del pedale

Andrea Ferrigato lo zingaro del pedale: tante squadre cambiate ma sempre al top della professionalità, la sua storia

Andrea Ferrigato nasce a Schio il 1º settembre 1969 e si avvicina al ciclismo da piccolo grazie alla forte passione del papà Francesco. Il ciclismo è lo sport di famiglia e a quattordici anni Andrea inizia a correre con la bicicletta  e con le scarpe del padre più grandi di tre numeri. Una volta salito in sella per Andrea è amore vero.

Dopo la trafila nelle categorie giovanili in cui si mette particolarmente in mostra, entra nel G.S. Car Supermercati Prodet e, tra i dilettanti, ottiene parecchie vittorie tra cui spiccano il Gran Premio di Sommacampagna, il Giro del Casentino e al Gran Premio di Poggiana nel 1990.

Passa tra i professionisti nel 1991 con i colori della mitica Ariostea di Giancarlo Ferretti dove trova importanti maestri come di Argentin, Cassani e Furlan. Nel primo anno tra i grandi conquista la vittoria al Giro di Reggio di Calabria.

Andrea Ferrigato vince una tappa al Giro 1994

Dopo due stagioni senza successi, nel 1994 conquista il prologo al Grand Prix Pony Malta e, soprattutto, ottiene una bella vittoria nella dodicesima frazione del Giro d’Italia da Bibione a Krani in Slovenia precedendo Fabio Baldato e Abdouljaparov.

L’anno seguente veste i colori della ZG Mobili lavorando sostanzialmente a supporto dei compagni. L’anno d’oro di Andrea Ferrigato è il 1996 quando, difendendo i colori della Roslotto,  onquista la vittoria al Trofeo Matteotti, al Giro di Romagna e in due prove di Coppa del Mondo in una settimana.

Ferrigato vince la Leeds International e il GP di Zurigo 1996

Ferrigato conquista, infatti, prima la Leeds International Classic 1996 entrando nella fuga decisiva con Museeuw e anticipando di un secondo l’italo-britannico Maximilian Sciandri e poi il Gran Premio di Zurigo entrando nella fuga giusta con Armstrong, Casagrande, Bartoli, Museeuw e Vandenbroucke.

Nella volata finale Armstrong parte lungo, Bartoli e Museeuw si ostacolano a vicenda, e in pratica l’americano apre la volata a Ferrigato Armstrong parte lungo e praticamente gli tira la volata. E’ forse il meno quotato e quindi nessuno lo controlla e riesce a sfruttare l’occasione. Viene convocato per la prova iridata di Lugano, entra nella fuga ma va in crisi di fame e deve rinunciare a giocarsi le sue carte; la vittoria va al belga Museeuw e Ferrigato chiude ventesimo.

Nel 1997 Andrea fa sua la quinta tappa Tirreno-Adriatico con arrivo a Corinaldo precedendo sul traguardo Michele Bartoli ed Grand Prix de Ouest-France per poi passare, l’anno seguente, alla  Vitalicio Seguros, il marchio spagnolo del gruppo triestino Generali, con cui non ottiene vittorie.

Approda alla Ballan per la stagione ’99, guadagnandosi il soprannome di “zingaro del pedale”, e vince  il Trofeo Pantalica davanti a Davide Rebellin, la Berner Rundfahrt e la seconda frazione con arrivo a Boulogne-sur-Mer nella Quatre Jours de Dunkerque. Ferrigato viene nuovamente chiamato in maglia azzurra per i Mondiali di San Sebastian dove lavora lungamente per il capitano Michele Bartoli prima di abbandonare la corsa.

Nel 2000 approda alla Fassa Bortolo creata su iniziativa di Giancarlo Ferretti, in cui spiccano  Wladimir Belli, Dmitrij Konyšev, e Alessandro Petacchi e in cui Andrea lavora per i capitani. Nel 2001 firma con la Alessio e al primo anno conquista la Classifica generale alla  Volta ao Algarve in Portogallo. Seguono i successi  di tappa alla Étoile de Bessèges e al Giro della Liguria oltre alla conquista del Gran Premio Nobili Rubinetterie.

L’ultima tappa della sua lunga carriera è con i colori della Acqua & Sapone di Palmiro Masciarelli prima di appendere la bicicletta al chiodo.