Gösta Pettersson ciclista svedese, la storia

Gösta Pettersson (fonte Wikipedia)

Gösta Pettersson (fonte Wikipedia)

Gösta Pettersson ciclista svedese dalle grandi qualità, passato tardi al professionismo e vincitore del Giro d’Italia 1971

Gösta Pettersson, all’anagrafe Gösta Artur Roland Pettersson, nasce ad Alingsås, in Svezia, il 29 novembre 1940. Fratello di Tomas, Sture ed Erik si avvicina giovane al ciclismo e, dopo la trafila nelle categorie giovanili, passa dilettante contraddistinguendosi per la sua pacatezza e signorilità.

La permanenza di Gösta tra i dilettanti è decisamente prolungata ed è il principale motivo di un palmares professionistico inferiore alle sue qualità. Selezionato per i Giochi Olimpici di Roma 1960 è quinto nella cronometro a squadre.

Nel 1961 è tredicesimo ai Campionati del Mondo di Bernta tra i dilettanti e l’anno successiv conquista il titolo nazionale svedese a cronometro replicando nei tre anni successivi.
Ai Campionati del Mondo di Ronse 1963 è tredicesimo e la stagione seguente lo svedese vince il Tour de Tunisie precedendo Lucien Aimar e  Walter Godefroot.

Gösta Pettersson bronzo a Tokyo 1964

Al via dei Giochi Olimpici di Tokyo 1964 è settimo nella prova in linea vinta da Mario Zanin e conquista la medagli di bronzo nella cronometro a squadre insieme ai fratelli Erik e Sture oltre che a Sven Hamrin superati da Olanda ed Italia.

L’anno successivo è sedicesimo nella generale del Tour de l’Avenir e nel 1966 conquista nuovamente il titolo di campione svedese contro il tempo ed è quinto al Campionato del Mondo del Nürburgring tra i dilettanti.

Nel 1967 Gösta Pettersson conquista il titolo mondiale nella cronometro a squadre dilettanti e fa suo il Giro del Marocco davanti a Mohamed El Gourch ed al fratello Erik, è primo alla Scandinavian Race in Uppsala, alla Dagens Nyheters 6-dagars e conquista per l’ennesima volta il titolo di campione scedese contro il tempo.

Il maggiore della dinastia Pettersson nel ’68 vince nuovamente il titolo iridato nella crono a squadre dilettanti a Imola ed è primo alla Milk Race davanti al sovietico Vladimir Sokolov. Selezionato per i Giochi Olimpici di Città del Messimo conquista la medaglia di bronzo nella prova in linea superato solamente da Pierfranco Vianelli e dal danese Leif Mortensen mentre della Cronometro a squadre conquista l’argento con i “Faglum brothers”  dietro al quartetto olandese capitanato da Joop Zoetemelk.

Nel 1969 Gösta conquista per la terza volta il titolo mondiale nella cronosquadre dilettanti e fa suo il titolo nazionale a cronometro ed in linea, e la classifica generale del Gran Prix d’Annaba, del Tour d’Afrique du Nord e della Corsa dei Sei Giorni. Al Tour de l’Avenir, vince il prologo d’apertura e chiudendo terzo in classifica generale dietro a Joop Zoetemelk ed allo spagnolo Luis Zubero.

Nel 1970, alla soglia dei trent’anni, lo svedese entra tra i professionisti assieme ai tre fratelli Erik, Sture e Tomas vestendo i colori Ferretti di Alfredo Martini.

A maggio lo svedese è protagonista al Giro di Romandia quando, nella tappa conclusiva di Losanna, coglie la vittoria davanti a Davide Boifava riuscendo a conquistare la vittoria finale con 14″ proprio su Boifava.

Petterson sesto al Giro d’Italia 1970

Schierato al via del Giro d’Italia con i gradi di capitano, lo svedese grazie all’ottimo stato di forma si distingue per la regolarità, è quinto nella cronometro di Treviso e riesce a completare la corsa rosa al sesto posto assoluto a 9’20” dall’inarrivabile Eddy Merckx.

Gösta Pettersson terzo al Tour de France 1970

A luglio lo svedese è ai nastri di partenza della Grande Boucle e nella frazione d iDivonne-les-Bains è sesto mentre il giorno suguente, nella dodicesima tappa con arrivo a Grenoble è quinto a 2:07 da Merckx. Nella conclusiva cronometro di Parigi, lo svedese chiude al terzo posto alle spalle di Merckx e Ocana riuscendo a chiudere il Tour al terzo posto assoluto a 15’54” dal belga e alle spalle anche dell’olandese Zoetemelk.

A ottobre lo svedese fa sua la Coppa Sabatini tagliando l’arrivo in solitaria con 35 secondi di vantaggio sul belga Patrick Sercu ed è secondo al GP di Lugano mentre a novembre è primo al Trofeo Baracchi insieme a Thomas.

Il 1971 parte subito bene per lo svedese che a marzo è secondo nella classifica finale della Parigi-Nizza a 58″ dal Cannibale e pochi giorni dopo chiude al secondo posto anche la Setmana Catalana superato solamente dal francese Raymond Poulidor. Sempre a marzo è terzo alla Milano-Sanremo dietro a, neanche a dirlo, Merckx e Felice Gimondi.

Gösta Petterson vince il Giro d’Italia 1971

La corsa rosa parte senza Merckx e con il duo della Salvarani, Gimondi e Gianni Motta, nel ruolo di favoriti. La corsa, però, ha in serbo qualche sorpresa per i due: Gimondi che va in crisi e perde quasi nove minuti nella tappa di Potenza vinta da Enrico Paolini, mentre Motta viene trovato positivo ad un controllo doping venendo penalizzato di dieci minuti.

La rosa passa di corridore in corridore: prima Basso, poi Paolini, Colombo, Aldo Moser si vestono con la maglia di leader. E’ poi Michielotto a vestire la maglia rosa per ben 10 giorni con lo svedese pronto a mordere recuperando al trentino 1’43” nella cronometro di Serniga di Salò  e 2’35” nella tappa con arrivo al Grossglockner dove a vincere è Paolini.

L’8 giugno i “girini” affrontano la Lienz-Falcade con le Tre Croci, il Falzarego, il Pordoi, “Cima Coppi” ed il Valles. Gimondi attacca sul Pordoi con Michelotto che alza bandiera bianca perdendo oltre dieci minuti. Alla ruota di Felice si portano Van Springel, Galdos, e Pettersson, che a fine giornata conquista la rosa.

A Ponte di Legno lo svedese si difende non senza qualche polemica per l’atteggiamento dei tifosi che lo fischiano e nella crono conclusiva, vinta da Ole Ritter, sancisce il suo trionfo al Giro con 2’04” su Herman Van Springel e 2’35” su Ugo Colombo.

Ad agosto lo svedese vince il Giro dell’Appennino davanti a  Fabrizio Fabbri e Mauro Simonetti e a settembre è secondo al G.P. Baden-Baden.

Gösta Petterson sesto al Giro d’Italia 1972

Nel 1972 lo svedese ad aprile è secondo al Giro di Puglia alle spalle di “cuore matto” Franco Bitossi e a maggio vince la tappa di Catanzaro al Giro d’Italia e, con la sua consueta costanza, completa la corsa rosa al sesto posto staccato di 13’09” dal “solito” Merckx.

Nel 1973 passa alla Scic e a marzo è terzo alla Tirreno-Adriatico alle spalle dei belgi Roger De Vlaeminck e Frans Verbeeck e qualche mese dopo vince la cronometro conclusiva di Olten del Tour de Suisse completando la corsa elvetica al settimo posto della generale a 7’53” dallo spagnolo José Manuel Fuente.

Passato alla Magniflex per la stagione ’74, l’ultima della sua carriera, sfiora la vittoria al Giro di Svizzera ma deve inchinarsi a Marckx completando la corsa al secondo posto dietro al Cannibale per 58″.