Simone Borgheresi ciclista toscano, la storia
Simone Borgheresi ciclista toscano, gregario di Marco Pantani, in grado di vincere il Giro del Trentino 2000
Simone Borgheresi nasce a Greve in Chianti il primo agosto 1968. Si avvicina giovane al ciclismo, iniziando a correre a soli otto anni con i colori della Ciclistica Grevigiana ottenendo un numero considerevole di successi prima di passare tra gli esordienti categoria in cui ottiene tre vittorie.
Nel 1983 Simone passa tra gli allievi restando fedele alla Ciclistica Grevigiana e diventando campione Regionale su pista nella individuale a punti. Nel 1986 passa alla Società Sportiva Aquila Sardelli dividendosi, con ottimi risultati, tra strada e pista dove ottiene in titolo di campione individuale su pista nell’inseguimento e nell’individuale a punti.
Borghesi nell’87 passa tra i dilettanti con la SS Aquila Sardelli vincendo il Campionato Italiano cronometro a squadre militari su strada e il titolo di Campionato Regionale individuale a punti in pista.
Nel 1989 con la Società Poltroarredo di Bottegone vince il Gran Premio Città di Empoli e la Coppa Lanciotto Ballerini mentre l’anno seguente balza agli onori della cronaca per l’importante vittoria della tappa dolomitica del Giro d’Italia Dilettanti a Dobbiaco
Simone Borgheresi si accasa alla a Società Vellutex di Casini per la stagione ’91 in cui ottiene sei vittorie tra cui il Trofeo Mario Zanchi e la Montanino mentre l’anno seguente, a causa di alcuni problemi legati all’idoneità alla pratica sportiva, perde, in sostanza, la maggior parte della stagione conquistando solamente il Trofeo Serafino Biagioni. Simone viene convocato come stagista dall’Amore e Vita di Fanini prendendo parte al Trofeo dello Scalatore.
Le buone prestazioni gli valgono un contratto per il 1993 con l’Amore e Vita con cui l’anno seguente sfiora la vittoria nella quarta tappa del Tour de Suisse sul traguardo di Scuol chiudendo secondo nello sprint a due con il leader della corsa il rossocrociato Pascal Richard.
Nel ’95 il toscano è terzo al Giro dell’Etna alle spalle di Colagè e Roberto Petito, terzo nella quinta frazione della Tirreno-Adriatico (chiudendo anche ottavo in generale), secondo di tappa alla Volta a Portugal e conquista la sua prima vittoria tra i professionisti nella quarta tappa della Vuelta a Aragón 1995 vincendo anche la Classifica scalatori della prova iberica.
Nel 1996 Simone Borgheresi approda alla Mapei di patron Squinzi ottenendo diversi piazzamenti prima di essere vittima di una frattura alla clavicola che gli fa perdere due mesi. L’anno seguente il fiorentino passa alla Mercatone Uno ma la sfortuna è di nuovo dietro l’angolo: Simone cade nella prima tappa del Giro procurandosi una lesione all’avambraccio sinistro perdendo tre mesi ma riuscendo comunque a ottenere un terzo posto al Trofeo Pantalica 1997 alle spalle di Coppolillo e Gabriele Colombo e brillando al Trofeo dello Scalatore con il secondo posto nella tappa di Oropa ed in generale, dove è secondo alle spalle di Pavel Tonkov.
Il 1998 si apre con un’altra butta frattura, questa volta al capitello radiale, che lo costringe a saltare il Giro d’Italia vinto dal capitano Marco Pantani. Simone riesce, però, ad essere al via del Tour de France aiutando il Pirata a conquistare la storia doppietta Giro-Tour. Ad agosto, sfruttando la forma ottenuta alla Grande Boucle si impone alla Subida Urkiola 1998 davanti ad Axel Merckx e Ángel Casero.
Nel ’99 è accanto a Pantani al Giro d’Italia vivendo il dramma di Madonna di Campiglio e ottiene la vittoria del Giro dell’Appennino tagliando il traguardo in solitaria con quasi un minuto e mezzo di vantaggio su Pavel Tonkov.
Il 2000, sempre con i colori della Mercatone Uno, è un anno importante per Simone Borgheresi che conquista la vittoria nella seconda frazione del Giro del Trentino 2000 con arrivo a Darfo Boario Terme davanti a Jan Hruska e prendendo la maglia di leader della corsa difendendola sino al termine della manifestazione da Niklas Axelsson. Il toscano è al via del Giro a supporto di Stefano Garzelli ed al Tour accanto a Marco Patani.
Il 2001 vede Simone arrivare in ottima forma al Giro del Trentino ma al Giro d’Italia è vittima dell’influenza che non gli permette di mettersi in luce. Vittima della mononucleosi chiude anzitempo la sua annata vivendo un 2002, se possibile, ancora peggiore per via del ritorno della mononucleosi che non gli permette nemmeno di allenarsi tanto da restare senza squadra e scegliere di abbandonare il ciclismo professionistico.
Simone collabora con il padre come elettricista ma, nel contempo, ottiene la licenza di direttore sportivo entrando prima nello staff della Ceramiche Flaminia.