Matteo Bono ciclista bresciano, la storia

Matteo Bono (fonte Wikipedia)

Matteo Bono (fonte Wikipedia)

Matteo Bono ciclista bresciano professionista dal 2005 al 2018 vincendo una tappa alla Tirreno e una al Romandia

Matteo Bono nasce ad Iseo l’11 novembre 1983. Si avvicina al ciclismo all’età di undici anni correndo per la Polisportiva Camignone. Nel 2002 Bono passa alla SC Colibrì-Unidelta di Bruno Leali ricoprendo sostanzialmente il ruolo di gregario e nel 2004 è quarto al GP Liberazione vinto da Daniele Colli ed è secondo nella Astico-Brenta alle spalle di Jonathan Righetto. L’anno seguente Matteo conquista la vittoria nel Trofeo Città di Brescia, corsa in notturna, davanti all’argentino Alejandro Alberto Borrajo e, a fine stagione, svolge un periodo come stagista alla Lampre.

Matteo Bono vince una tappa alla Tirreno-Adriatico 2007

Proprio con la Lampre-Fondital passa professionista l’anno seguente lavorando per Damiano Cunego e cogliendo il successo nella sesta frazione della Tirreno-Adriatico da San Benedetto del Tronto a San Giacomo grazie ad una fuga solitaria che gli consente di tagliare l’arrivo con 32″ di margine su Enrico Gasparotto.

Sempre nel 2007 è terzo alla Klasika Primavera alle spalle di Joaquim Rodríguez e Valverde e conquista la vittoria nella frazione con arrivo a Charmey al Giro di Romandia davanti a Fumiyuki Beppu e Marco Pinotti. Nel 2008 prende parte per la prima volta in carriera al Tour de France chiudendo al 117esimo posto.

Nel 2009 il bresciano coglie un sesto posto di tappa sul traguardo di La Chaux-de-Fonds al Giro di Romandia ed è quattordicesimo al Memorial Marco Pantani. Nel 2011 Bono torna al successo conquistando la vittoria nella quinta tappa dell’Eneco Tour, sul traguardo di Genk, davanti al kazako Sergey Renev.

Nel 2013 Bono prende parte per la prima ed unica volta in Vuelta a España.

Matteo Bono continua nelle successive stagioni a lavorare a supporto del team e nel 2017 entra nell’organico dell’UAE Emirates con cui trascorre due stagioni prima di abbandonare il professionismo.