Martín Emilio Rodríguez ciclista colombiano

Martín Emilio Rodríguez

Martín Emilio Rodríguez

Martín Emilio Rodríguez, la sua carriera

Martín Emilio Rodríguez ciclista colombiano dalle ottime doti su strada ed in pista, passato tardi al professionismo ma in grado di cogliere diversi successi in carriera tra cui due tappe al Giro

Martín Emilio Rodríguez  nasce a Medellín, in Colombia, il 14 aprile 1942. E’ un colombiano anomalo, poco amante della salita e più adatto alla pianura ed alla pista. Dopo le categorie giovanili spende la maggior parte delle sue stagioni agonistiche tra i dilettanti dove, per la sua carnagione quasi da “pellerossa” viene soprannominato il “Cochise” ovvero il condottiero nativo americano, capo degli Tsokanende, cioè i Chiricahua.

Nel 1962 conquista la vittoria della tappa del Clásico RCN con arriva a Medellín mentre l’anno seguente conquista il primo posto nella classifica finale della Vuelta a Colombia davanti a Rubén Darío Gómez, due tappe del Clásico RCN sui traguardi di Andes e Medellin ottenendo il primo posto finale nella corsa davanti a Pablo Henrique Hernández.

Nel ’64 bissa il successo nella classifica generale Vuelta a Colombia sempre davanti a Rubén Darío Gómez e nel 1966 coglie il terzo successo nella classifica finale Vuelta a Colombia davanti a Javier Suárez; nello stesso anno ottiene la vittoria della Vuelta al Táchira davanti a Victor Leguizamón. Nel 1967 Martín Emilio Rodríguez è nuovamente vincitore della Vuelta a Colombia su Javier Suárez ed Álvaro Pachón e al Clásico RCN  conquista due vittorie di tappa, a  Riosucio e a Medellín chiudendo al secondo posto in generale dietro a Carlos Montoya.

Nel ’68 conquista nuovamente la vittoria della Classifica generale della Vuelta al Táchira davanti a Severo Hernández e alla Vuelta a Colombia conquista due vittorie di tappe ma chiude secondo alle spalle di Pablo Henrique Hernández. Convocato per i Campionati del Mondo dilettanti di Imola, chiude al quarto posto.

Nel 1970 Rodríguez conquista il record dell’ora categorie dilettanti facendo registrare 47,553 chilometri: il record viene prima omologato e poi cancellato per alcune irregolarità.

Nel ’71 vince l’inseguimento ai Giochi Panamericani ed è al via dei Campionati del Mondo su pista di Varese, al Velodromo Luigi Ganna,  conquistando la maglia iridata nell’inseguimento individuale riservato ai dilettanti davanti allo svizzero Josef Fuchs e all’italiano Giacomo Bazzan. Il successo iridato attira le attenzioni di alcune formazioni professionistiche. Il sogno olimpico però porta il colombiano a rinunciare ad alcune proposte ma poi la sua iscrizione per i Giochi Olimpici di Monaco 1972 viene respinta.

Dopo un periodo di crisi che lo porta a valutare l’abbandono del ciclismo si accorda con la Bianchi di Felice Gimondi che lo fa passare professionista per la stagione 1973. Per il “Cochise” è l’occasione di una vita: al Giro d’Italia conquista il successo nella quindicesima frazione da Firenze a Forte dei Marmi chiudendo al 41esimo posto in generale. Qualche settimana più tardi vince il G.P. di Camaiore precedendo Italo Zilioli, vince il Trofeo Baracchi assieme al capitano Felice Gimondi ed è terzo al Giro di Romagna dietro a Panizza e Michele Dancelli. Schierato al via dei Campionati del Mondo del Montjuic 1973 chiude la prova in linea professionisti al quindicesimo posto.

 

Nel 1974 il colombiano trionfa al Giro delle Marche superando il danese Ole Ritter, è secondo nell’ottava frazione del Giro d’Italia con arrivo a Macerata alle spalle di Franco Bitossi ed è terzo al G.P. Castrocaro Terme, prova a cronometro, dietro a Moser e Gimondi. Al Mondiale di Montreal è undicesimo.

Nel 1974 Martín Emilio Rodríguez conquista la vittoria della Cronostaffetta con Gimondi e Santambrogio e la Baselga-Pordenone al Giro d’Italia al termine di una fuga in cui riesce ad aggiudicarsi lo sprint finale a ranghi ristretti. Al termine della stagione il colombiano abbandona il ciclismo per tornare nel suo paese d’origine.