Fausto Bertoglio vincitore del Giro d’Italia 1975

Fausto Bertoglio (fonte Wikipedia)

Fausto Bertoglio (fonte Wikipedia)

Fausto Bertoglio vincitore del Giro d’Italia 1975

Fausto Bertoglio da gregario alla Brooklyn al successo del Giro d’Italia 1975, ripercorriamo la sua carriera professionale

Fausto Bertoglio nasce a Brescia il 13 gennaio 1949, inizia a pedalare con la bicicletta della sorella e poi, un giorno, in paese passa una corsa giovanile. I ragazzi affrontano il Passo della Forcella, sterrato, in una giornata piovosa: ecco che scatta l’amore per le due ruote.

Qualche anno dopo, un parente dal Belgio gli porta in dono una bicicletta da corsa ed ecco che Fausto inizia a correre e si mette in luce sin dalla categoria allievi quando, a 16 anni, si laurea campione italiano. Nel 1972, tra i dilettanti, ottiene la vittoria nella prestigiosa Settimana Ciclistica Bergamasca confermando le sue doti di uomo per le corse a tappe e dopo la quale viene chiamato tra i professionisti con la Brooklyn di Franco Cribiori.

Il passaggio “tra i grandi” non è indolore, Fausto lotta ma nelle prime due stagioni non ottiene vittorie e nel 1975 passa alla Jollj Ceramica di Marino Fontana.

Fausto Bertoglio vince il Giro d’Italia 1975

Il 1975 è la terza stagione tra i “pro” per Fausto Bertoglio che si schiera al Giro d’Italia al fianco di Giovanni Battaglin in una corsa rosa “orfana” di Merckx influenzato che rinuncia per febbre e con lui l’intera Molteni e di Francesco Moser che punta al Tour de France.

E’ un Giro particolare quello voluto dal Direttore Vincenzo Torriani con un tracciato favorevole al secondo dell’anno precedente, ovvero Baronchelli ma quell’anno Gianbattista non brilla e i protagonisti sono altri.

La lotta è principalmente tra Giovanni Battaglin, capitano della Jollj Ceramica e lo spagnolo Francisco Galdos ma tra i due litiganti si inserisce proprio Fausto Bertoglio.

A Prati di Tivo, Battaglin vince la tappa con 21” su Francisco Galdós e prende la maglia rosa ma il giorno dopo, nell’ultimo chilometro, fora una gomma. Bertoglio non se ne accorge e con il gruppo lanciato, prosegue fino al traguardo. La maglia passa allo spagnolo e Bertoglio finisce quinto in generale: scatta la polemica giornalista sulla lotta interna alla Jolli:

 “Oh, se mi credete, altrimenti prendo la mia valigia e vado a casa. Non sto a discutere tanto, se mi credete…” spiega Fausto alla squadra e la storia si chiude.

Il team resta unito e nella cronometro individuale Forte dei Marmi-Forte dei Marmi, prima del giorno di riposo, è Battaglin a tornare a vestire la maglia rosa.

Durante il giorno di riposo il team prova il percorso della successiva frazione a cronometro e Fausto Bertoglio pensa: “la tappa è mia”. La cronoscalata è il punto forte di Fausto, da dilettante è un leone nelle prove coi suoi 66kg scarsi. La crono è tosta e, arrivato in cima, Fausto capisce di aver fatto bene, prima ancora dell’arrivo della maglia rosa Battaglin, il telecronista Guerrino Farolfi gli comunica di aver i miglior tempo e poco dopo è Adriano De Zan che comunica la nuova maglia rosa: Fausto Bertoglio!

Bertoglio è chiamato a difendere l’insegna del primato nell’ultima tappa. Il 7 giugno 1975 sul Passo dello Stelvio, lungo i 48 terribili tornanti, lo scontro tra il bresciano di San Vigilio di Concesio e lo scalatore iberico, Francisco Galdos, è da epica dello sport. Tra due pareti di neve lo scontro negli ultimi 10 chilometri della tappa è da antologia del ciclismo e manda in visibilio il pubblico che sostiene l’italiano con cartelloni che azzardano un paragone: “Fausto come Coppi”.

Al termine della corsa il margine tra Bertoglio e Galdos è di 41 secondi a favore dell’italiano che può festeggiare l’insperata vittoria.

E’ un anno magico per Fausto che vince anche la Volta Ciclista a Catalunya e ottiene il secondo posto alla prestigiosa Coppa Bernocchi. Inevitabile la chiamata della nazionale italiana per i Campionati del mondo di Yvoir dove però è costretto al ritiro.

L’anno seguente non è ricco di successi come il precedente,  ma riesce comunque a conquistare il terzo posto nella classifica generale del Giro e il nono al Tour. La conquista della Coppa Placci gli vale una nuova convocazione per i Campionati del Mondo in cui è costretto, però, al ritiro.

Nel ’77 la Jolly Ceramiche va in crisi finanziaria ed è costretta a chiudere i battenti e Bertoglio passa alla Selle Royal di Carlino Menicagli per poi approdare, nel 1979, alla San Giacomo-Benotto di Primo Franchini con cui arriva settimo al Giro.

A termine del ’79 Fausto resta senza squadra e si trova a programmare il dopo ciclismo, inizia a preparare il negozio dove andrà a lavorare quando un giorno riceve la chiamata di Francesco Moser: “mi serve una mano al Giro“. Fausto accetta e riprende ad allenarsi, prende parte al Giro del Trentino e alla Milano-Vignola e poi lavora la fianco di Moser.

Al termine del 1980 Fausto Bertoglio si ritira dal ciclismo professionistico.