Bruno Fantinato ciclista veneto, la storia

Bruno Fantinato

Bruno Fantinato

Bruno Fantinato ciclista veneto ottimo gregario di Felice Gimondi e professionista dal 1963 al 1968

Bruno Fantinato nasce a Santa Giustina in Colle, in provincia di Padova, il 7 novembre 1941 figlio di un commerciante di verdura e di una casalinga e ultimo di sette figli.

Bruno scopre il ciclismo attorno ai diciassette anni quando entra in possesso di una Bianchi bella quanto vecchia. Fantinato inizia a prendere parte alle prime corse cogliendo il primo successo a Marano Veneziano tra gli allievi andando in fuga solitaria e sfidando la rimonta digente del calibro di Zandegù e Zilioli.

Nel 1958 prende parte al Campionato Italiano allievi e l’anno seguente è ancora al via andando in fuga ma venendo fermato da una foratura che consente a Zilioli di vincere il titolo. Nel 1960 entra nel giro della nazionale ma non può prendere parte ai Giochi Olimpici di Roma perché ancora troppo giovane.

Nel 1961 vince la Coppa Città di Cuorgnè ed è protagonista al Tour de l’Avenir, nella tappa pirenaica con Tourmalet e Aubisque battendo lo svedese Gosta Pettersson allo sprint. L’anno successivo è sesto in una frazione del Giro delle Provincie del Lazio e nel 1963 è mattatore della stagione dilettantistica vincendo la Astico-Brenta e, soprattutto, il Piccolo Giro di Lombardia.

A ottobre 1963 passa professionista con la Salvarani del grande maestro Luciano Pezzi correndo il Giro di Lombardia dei “grandi” e completando la corsa al 32esimo posto.

Nel 1964 il padovano è terzo alla Coppa Placci alle spalle di Guido De Rosso e Adriano Durante e al Giro del Lazio dietro a Bruno Mealli e Marino Fontana.

Bruno Fantinato nel 1965 è quinto al G.P. Alghero e al Giro di Sardegna vuole dar battaglia: è quinto nella prima tappa, sesto nella seconda e quarto nella terza ma nella quarta frazione stretto fra il francese Jean Graczyk e il belga Rik Van Looy, cade malamente a terra riportando problemi al ginocchio destro. Fantinato avverte problemi seri, fatica a pedalare e deve dare forfait per il Giro d’Italia. Appena si allena, Bruno soffre, il finocchio si infiamma e allora anche il Tour e France diventa a rischio. Fantinato chiama Pezzi e annuncia il forfait, al suo posto subentra un giovane: Felice Gimondi che vince a sorpresa la Grande Boucle.

Fantinato e Gimondi alla Roubaix 1966

Nel 1966 il veneto è secondo nella tappa di Pescara al Tirreno-Adriatico alle spalle di Raffaele Marcoli alla Parigi-Roubaix si spende per Gimondi e, quando il capitano gli confida di avere le mani gelate, Bruno si toglie i suoi guanti e li cede a Felice che vola a conquistare il successo nella classica del nord mentre Fantinato arriva 17ettesimo contento per il risultato di squadra ottenuti.

L’anno seguente Bruno passa alla Max Meyer ed è terzo al G.P. Industria e Commercio di Prato e ottavo al Giro dell’Emilia.

Nel 1968 il padovano è ottavo al G.P. di Camaiore ed alla Coppa Bernocchi abbandonando il professionismo a fine stagione.