Lauro Grazioli ciclista di Scandiano

Lauro Grazioli

Lauro Grazioli

Lauro Grazioli, gregario di Adorni

Lauro Grazioli ciclista di Scandiano con una buona carriera dilettantistica, passato professionista per sole tre stagioni come gregario di Vittorio Adorni 

Lauro Grazioli nasce a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, il 25 novembre 1943. Da piccolo soffre di tubercolosi ma, risolta la fastidiosa e pericolosa patologia, si avvicina al ciclismo. Quando corre in bici per diletto con gli amici vince ogni gara ed ecco che all’età di quindici anni inizia a correre completando la trafila giovanile e facendo il suo debutto tra i dilettanti. Nel 1963 vince il Trofeo Alcide De Gasperi superando atleti formidabili come Gianni Motta e Felice Gimondi. Prende parte alle gare storiche del ciclismo italiano come il Giro del Medio Po e la Coppa Appennino.

Punta alle Olimpiadi del 1964 ma è vittima di una caduta in cui si frattura e deve rinunciare al sogno a cinque cerchi. Nel 1965, tornato prontamente in sella riesce a vestire anche la maglia di leader al Tour de l’Avenir e conosce Fiorenzo Magni, CT della nazionale, che lo chiama per un provino per la Molteni. Lauro pare in rampa di lancio ma un incidente d’auto gli fa mancare l’accordo.

“L’Aquilone”, questo il soprannome di Lauro, Passa professionista sul finale della stagione 1966 con i colori della Salamini del capitano Vittorio Adorni prendendo parte al Giro di Lombardia. E’ un esordio importante quello di Lauro che chiude in diciassettesima posizione nella corsa vinta da Gimondi su Merckx, a Grazioli non pare vero di poter competere con campioni di quel calibro e pensa di sognare quando in corsa incontra il suo mito Anquetil. Sempre nel ’66 coglie il quattordicesimo posto al Gran Premio Città di Peccioli-Coppa Sabatini vinta da Bitossi e l’ottavo posto alla Corsa Coppi vinta da Dancelli.

Nel 1967, complici i problemi economici della Salamini,  passa alla mitica Faema seguendo Adorni alla corte di Eddy Merckx  che proprio in quell’anno coglie la prima vittoria al Giro d’Italia. Corsa Rosa che resta un rammarico per Grazioli che sfiora per due volte la chiamata ma in entrambe i casi esce dal Giro di Romandia, corsa di preparazione al Giro, da ammalato: i problemi respiratori avuti da bimbo tornano prontamente a bussare alle porte lungo le strade elvetiche.

Nel 1968 coglie il 33esimo posto al Giro di Toscana e prende parte al  “Criterium degli Assi” organizzato proprio a Sandiano per omaggiare l’atleta di casa. Grazioli corre in coppia con lo specialista delle corse di un giorno Michele Dancelli. I due corrono per vincere anche se al via c’è la temibilissima coppia Merckx-Adorni. Eddy, da vero cannibale, non si lascia sfuggire la vittoria lasciando l’amaro in bocca a Lauro.

Il ruolo di gregario in cui Lauro Grazioli è chiamato a pedalare non è particolarmente gratificante, soprattutto sotto il profilo economico e, il ciclista di Scandiano decide di terminare la sua carriera professionistica dopo solo tre stagioni rinunciando alla proposta della Scic di Adorni. Grazioli apre un negozio di articoli sportivi mantenendo però l’amore per il ciclismo.