Giorgio Zancanaro ciclista piemontese

Giorgio Zancanaro

Giorgio Zancanaro

Giorgio Zancanaro ciclista piemontese dal carattere battagliero, terzo al Giro d’Italia 1963 ritiratosi nel 1968

Giorgio Zancanaro nasce ad Alessandria, il 15 giugno 1940. Si avvicina al ciclismo seguendo le orme del fratello maggiore Ardolino, dopo le categorie giovanili passa dilettante con i colori dell’Anpi Sport Valenza e del Melchionni mettendosi in luce per le proprie qualità. Nel 1960 il piemontese conquista la vittoria della Coppa San Giorgio a maggio, a giugno vince il Trofeo Vittorio Mirone e ad agosto fa suo il G.P. Sportivi Costesi.


Nel 1961 ad aprile fa sua la Torino-Tigliole , a luglio conquista la vittoria sul traguardo di Montpelier alTour de l’Avenir con 3 secondi di vantaggio sul belga Durnez completando la corsa al 13esimo posto a 16’51” da Guido de Rosso. Ad agosto vince il Trofeo Otello Biagiotti; questa serie di ottime prove attira l’attenzione delle formazioni professionistiche e a settembre approda alla Philco ottenendo subito un secondo posto di tappa alla Tre Giorni del Sud .

Nel 1962 il battagliero ciclista piemontese a maggio è nono al Giro di Romagna e prende parte al Giro d’Italia ottenendo il secondo posto nella tappa di Perugia alle spalle di Antonio Bailetti ed il quarto posto sul traguardo di Foggia prima di ritirarsi.

Ad agosto è protagonista nelle corsa di un giorno ottenendo il quarto posto alla Coppa Bernocchi vinta da Pierino Baffi e al G.P. Industria e Commercio di Prato vinto da Bruno Mealli.

Giorgio Zancanaro terzo al Giro d’Italia 1963

Giorgio Zancanaro nel 1963 corre per la San Pellegrino-Firte prendendo parte a maggio alla Vuelta a Espana ritirandosi. Sempre nel mese di maggio è al via del Giro d’Italia. La San Pellegrino ritira per protesta la sua sponsorizzazione per via della controversa vicenda dei “due campioni d’Italia in gara”, Mealli e Fontana, lasciando gli atleti liberi di correre con una divisa neutra.

Zancaro viene soprannominato “il corsaro nero” per il colore della sua casacca. Alla corsa rosa è terzo nella tappa di Leukerbad e secondo a quella di Saint Vincent dietro a Vito Taccone. Grazie alla sua continuità (otto volte nella top10 di tappa) seppur senza ottenere vittorie di tappa, è terzo in classifica finale a 3:15 da Franco Balmamion

A ottobre l’alessandrino è quarto alla Milano-Torino dietro a Cribiori, Chiappato e Bettinelli.

Nel 1964 veste i colori della Carpano e ad aprile vince il Giro di Toscana
davanti a Roberto Poggiali e ad Aldo Moser.

Giorgio Zancanaro vinca una tappa la Giro d’Italia 1964

Al via della Corsa Rosa, Giorgio conquista la vittoria nella Roccaraso-Caserta davanti allo spagnolo Antonio Gomez ma comincia a soffrire di una gastrite spastica che nel limita le prestazioni (32esimo in generale) e lo costringe ad un lungo stop.

Nel 1965, con i colori della Maino ottiene il decimo posto al Trofeo Matteotti e l’undicesimo alla Milano-Vignola ed al Trofeo Laigueglia. Il calo di rendimento dovuto ai citati problemi fisici lo portato a restare senza squadra per la stagione ’66 gareggiando come indipendente con i colori dell’Anpi Sport Valenza ottenendo un undicesimo posto alla
Tre Valli Varesine e un quindicesimo al Giro dell’Appennino.

Sfiduciato e fiaccato nel fisico, Zancanaro pensa di smettere, poi quasi in extremis arriva la chiamata della Max Meyer di Gastone Nencini per la stagione 1967.

Giorgio Zancanaro maglia rosa al Giro d’Italia 1967

L’iniezione di fiducia dovuta al nuovo ingaggio porta Giorgio al via del Giro d’Italia con rinnovate aspettative. Nella prima tappa la corsa rosa parte da Treviglio per arrivare nella sua Alessandria con una tappa, breve e pianeggiante poco adatta alle caratteristiche del piemontese. Zancanaro prova comunque più volte ad allungare senza esito ma ai meno 10 riesce ad entrare in una fuga di sei atleti che conquistano 200 metri e vanno a giocarsi la vittoria in finale. E’ proprio Giorgio Zancanaro a conquistare la vittoria e a vestire la maglia rosa nel tripudio dei tifosi di casa. Il giorno dopo dovrà cedere il segno del prima a Antonio Gómez del Moral ma quella vittoria resterà per sempre nel suo cuore.
E’ un’annata ottima per il ciclista di Alessandria che è secondo alla Tre Valli Varesine, quarto al Giro dell’Appennino, quarto al Giro del Lazio e quinto alla Coppa Bernocchi.

Queste prestazioni valgono la chiamata in azzurro per i Campionati del Mondo di Herleen, in Olanda, ma alla vigilia della prova iridata il C.T. comunica che per scelte di Motta (che vuole un gregario in più) deve fare da riserva per lasciare il ruoloda titolare a De Prà.

Giorgio prende molto male l’accadimento e la delusione per l’alessandrino è davvero forte e l’anno seguente coglie solo qualche piazzamento e nulla più. Al Giro d’Italia decide di abbandonare la bicicletta al chiodo provato da un mondo del ciclismo in cui non riesce più a riconoscersi.