Alessio Galletti e la maledetta Subida al Naranco

Alessio Galletti

Alessio Galletti

Alessio Galletti muore il 15 giugno 2005 a soli 37 anni durante la Subida al Naranco. Professionista serio e padre di famiglia se n’è andato troppo presto

Alessio Galletti nasce a Pisa il 26 marzo 1968. Avvicinatosi al ciclismo, dopo le categorie giovanili, passa dilettante cogliendo il successo al Memorial Giampaolo Bardelli e alla Coppa Ricami e Confezioni Pistoiesi nel 1992. L’anno seguente Alessio conquista il primo posto alla Firenze-Viareggio e ne l 1994 passa professionista con la maglia della Lampre con cui prende parte al Tour de France.

Nel 1995 Galletti è quinto al GP di Chiasso e l’anno seguente passa alla Panaria con cui fa la sua prima apparizione al Giro d’Italia. Passato alla Ros Mary corre nuovamente il Giro e nel 1998 passa all’Amore & Vita con cui è secondo al Tour du Maroc e ad agosto è primo nella tappa di Saint-Genis-Pouilly al Tour de l’Ain completando la corsa al secondo posto della generale.

Nel 1999 Alessio Galletti entra nell’organico della Saeco diventando uno dei punti di forza del “treno” di Mario Cipollini. Tanto lavoro ed impegno a favore del capitano lasciano poco spazio per la gloria personale.

Alessio Galletti vince una tappa al Tour Down Under 2001

Nel 2000 è decimo al GP di Camaiore e l’anno seguente vince la tappa di Victor Harbor al Tour Down Under davanti a Graeme Brown. Nel 2002 è accanto a Mario nelle volate del Giro d’Italia e l’anno seguente riesce a tornare al successo al GP Fred Mengoni.

Nel 2004 Alessio è accanto a Cipollini con la Domina Vacanze e nel 2005 veste la maglia della Naturino-Sapore di Mare.

Alessio Galletti muore alla Subida al Naranco 2005

Il 15 giugno 2005 durante la Subida al Naranco, gara in linea da Lugones alla località in quota delle Asturie, a quindici chilometri dall’arrivo della corsa, Alessio ha un malore che lo porta ad accasciarsi sull’asfalto.

Il gruppo sta affrontando La Manzaneda, manca poco all’arrivo e Alessio Galletti, assieme ad una trentina di corridori, è attardato. “Sto male, mi sento gonfio, non riesco a respirare” dice al moldavo Igor Pugaci che pedala accanto a lui. Si ferma, si siede al bordo della strada e poi cade all’indietro.

“Ha detto ‘Sto male, sto male’ e poi si è fermato, è sceso dalla bicicletta e si è seduto a terra” racconta Giuseppe Lanzoni, direttore sportivo della Universal Caffè, formazione in cui corre Pugaci.

“Quando hanno visto Galletti finire a terra – prosegue Lanzoni – i corridori che erano con lui si sono fermati e hanno tentato di aiutarlo. Poi è arrivata l’ambulanza, ma aveva già smesso di respirare”.

Soccorso e caricato su di un’ambulanza, Galletti viene trasportato d’urgenza all’Hospital Central de Asturias, nella città di Oviedo, ma i medici non possono far altro che constatare la morte del giovane corridore avvenuta in ambulanza.

Alessio abitava a Musigliano di Cascina: aveva già una bambina di otto mesi e la moglie Consuelo era da tre mesi incinta del secondo figlio.