Rapporto lungo cos’è nel ciclismo?

Rapporto lungo cos’è nel ciclismo fonte pixabay - 765506)

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Rapporto lungo cos’è nel ciclismo, quale scegliere?

Rapporto lungo cos’è nel ciclismo, quale scegliere? La nostra guida per cicloamatori tra scelta di corone e pignoni e sviluppo della pedalata

Rapporto lungo è quello che solitamente si usa in pianura o nei tratti in discesa; è la combinazione tra la corona più grande davanti e il pignone più piccolo dietro. Di solito le biciclette da corsa montano una corona da 53 o 54 denti davanti salvo nel caso in cui si opti per il “compact” e quindi si hanno 50 denti.

I pignoni sono in costante evoluzione ma, per semplicità possiamo considerare 13, 12 o 11 denti. Possiamo quindi ipotizzare un rapporto lungo tra il 53×13 e il 54×11.

La distanza che la si sviluppa con una pedalata è data dal numero dei denti della corona fratto il numero dei denti del pignone per la circonferenza della ruota in metri. Questo metodo è empirico ma abbastanza efficace.

Quali sono i rapporti lunghi?

Calcolato lo sviluppo come sopra riportato, possiamo considerare come “lungo” un rapporto che raggiunga gli 8 metri. Chiaramente “spingere” un rapporto lungo richiede più fatica. Pedalare con un rapporto lungo significa mettere più forza e fare più fatica nello spingere sui pedali: a parità di condizioni fisica chi spinge un rapporto più lungo ci mette più tempo a completare una pedalata rispetto a chi ne spinge uno “corte”, la cadenza di pedalata sarà inferiore rispetto a chi sceglie un rapporto che sviluppa meno metri,

Definire quale sia la scelta vincente è difficile, la tendenza nel ciclismo moderno è quella di preferire rapporti agili ai “classici rapportoni”. Le frullate di Froome e prima ancora lo stile del “radiato” Lance Armstrong hanno portato molti a preferire i “rapporti corti”. Quest’ultimi hanno il pregio di appesantire meno la pedalata “salvando la gamba” in quanto ad ogni pedalata corrisponde una contrazione e ad ogni contrazione un minor afflusso di sangue che vuol dire meno ossigeno.

Chiaramente questa è teoria e ogni atleta professionistico od ogni cicloamatore deve definire la propria “strategia” in base alla conoscenza del proprio corpo: ognuno di noi è diverso dall’altro e, di conseguenza, ogni corpo reagisce diversamente ai veri livelli di sforzo.

La scelta del rapporto dipenda anche dal momento: se siete “cotti” è meglio alleggerire, se siete “in gas” potete esagerare ma è sempre importante definire il giusto compromesso tra resa e appesantimento dei muscoli.

Altro parametro da considerare è il terreno su cui si pedala: se siamo in pianura sarà gioco forza più facile usare rapporti lunghi ma se per caso avessimo il vento contrario questo ragionamento reggerebbe meno. Come detto la tendenza moderna è quella di privilegiare i rapportini ai “rapportoni” iconici del ciclismo eroico in bianco e nero quando ometti in maglia di lana ondeggiavano come canne al vento per spingere rapporti.

Quanti rapporti ha la mia bicicletta?

Può sembrare un concetto banale ma in molti sbagliano nel definire il numero di rapporti della propria bicicletta riferendosi semplicemente al numero dei pignoni disponibili quando in realtà va moltiplicato il numero delle corone per il numero dei pignoni.

Se avete due corone davanti e sette pignoni dietro allora avrete a disposizione 2×7=14 rapporti, se la vostra MTB monta tre corone e 9 pignoni allora avrete a disposizione 3×9=27 rapporti.

E’ importante ricordarsi che i rapporti estremi andrebbero un po’ evitati perché troppo duri o troppo soft.

La scelta tra un rapporto lungo o un rapporto corto dipende dal livello di forma, ovvero “dalla gamba”, dalle condizioni del terreno su cui pedaliamo (specialmente per chi pratica la MTB) dalla scorrevolezza dello pneumatico e chiaramente dal tipo e dal numero di rapporti a disposizione.