Nicola Conci intervista esclusiva per Ciclonews

Nicola Conci (fonte profilo Facebook)

Nicola Conci (fonte profilo Facebook)

Nicola Conci intervista per www.ciclonews.biz

Nicola Conci è uno dei prospetti più interessanti del ciclismo italiano, il corridore della Zalf Euromobil Dèsirèe Fior rappresenta una certezza per il futuro, uno scalatore su cui contare negli anni a venire. Recentemente convocato per il Tour de l’Avenir è stato vittima di una brutta caduta che lo ha costretto al ritiro.
In questa intervista ci racconta il suo amore per la bicicletta.

Ciao Nicola, grazie per aver accettato l’intervista e anzitutto come stai?

Ciao e grazie a voi per l’ospitalità, beh la botta è stata forte inizialmente temevo peggio, me la sono cavata con “solo” dieci giorni di stop.

Come mai hai scelto proprio il ciclismo come tuo sport?

La passione per le due ruote me l’ha trasmessa mio padre, lui è sempre stato un appassionato di ciclismo. Lui usciva spesso in MTB e io lo vedevo tornare stanco ma soddisfatto, un giorno gli chiesi se mi portava a fare un giro. Ricordo ancora l’emozione della prima uscita in bici con mio padre, da quel momento mi sono innamorato e ho iniziato a voler correre nelle categorie giovanili e così è iniziata questa meravigliosa avventura.

Il ciclismo è uno sport di fatica che richiede dedizione e impegno quanto ha influenzato la tua adolescenza ?

Devo dire che il ciclismo ha veramente plasmato il mio carattere rendendomi una persona più forte. Non è stato facile rinunciare alla vita di un normale adolescente con le uscite serali con gli amici, magari qualche esagerazione e dove il piacere è spesso al primo posto ma, grazie alla mia passione per questo sport, non ho mai incontrato grosse difficoltà.  Devo dire che in questo percorso un ringraziamento va alla mia famiglia ed in particolare a mia mamma e mia zia che mi hanno sempre supportato nel migliore dei modi, soprattutto quando hanno iniziato a seguirmi in quasi tutte le corse che ho fatto.

Quali valori ti ha trasmesso il ciclismo che applichi anche nella vita e perché lo suggeriresti a un ragazzo che vuole iniziare?

Senza retorica, io penso che il ciclismo sia uno sport che come pochi altri ti insegna a saper stringere i denti, risorgere dalla difficoltà, non mollare mai. Non a tutti accade la fortuna di diventare un professionista e questo accade sia per i ciclisti che per gli altri sportivi ma la base che viene gettata con l’attività giovanile è una utilissima palestra per affrontare la vita. Direi a un ragazzino di provarci, di impegnarsi con tutti se stesso e gli insegnamenti che il ciclismo saprà trasmettergli potranno fare la differenza in ambito scolastico, lavorativo e in generale nell’affrontare i problemi della vita.

C’è una corsa che Nicola Conci ricorda con maggior piacere?

Sono molte le corse che ricordo con piacere ma se me ne chiedi una in particolare non ho esitazione a dire la Coppa d’Oro nel 2013. Quella corsa  rappresenta per me il coronamento di un sogno soprattutto perché è una delle gare più importanti nel panorama ciclistico giovanile e soprattutto si corre vicino a casa. Vincere quella corsa, per me trentino, vincere a Borgo Valsugana è stata una festa incredibile. Fù un’emozione mai provata prima vincere sulle strade in cui mi alleno è stata la classica ciliegina sulla torta.

Cosa ti piace fare nel tempo libero?

Come sai tra allenamenti e corse trovare tempo libero è sempre difficile ma in quei momenti è importante rilassarsi e ricaricare le batterie. Uno dei miei hobby preferiti è suonare la chitarra. Suono spesso l’acustica ma quando mi sento pieno di energie l’elettrica è la miglior risposta.

Amante della musica, che genere ascolti, immagino tu sia un tipo rock!

Eh si sono un vero amante del rock mi gasa un sacco, tra i miei artisti preferiti ti dico gli Oasis, e Nirvana e i Led Zeppelin. Questi gruppi rappresentano diversi modi di interpretare il rock magari gli Oasis sono più romantici e i Nirvana più arrabbiati ma ognuno di questi gruppi sa trasmettermi le emozioni e l’energia che mi serve. Sarò di parte ma credo che solo il Rock sappia trasmettere tutta quella adrenalina.

Hai un ciclista o una ciclista che ammiri particolarmente o ti ha ispirato?

I miei corridori preferiti sono sempre stati Andy Schleck e Ryder Hesjedal. Ora che hanno smesso però mi piace molto Pierre Rolland che ho visto vincere quest’anno al Giro nella tappa di Canazei.

Tanto ciclismo nella tua vita ma Nicola Conci segue altri sport?

Un’altra mia grandissima passione insieme alla bici è la montagna. Amo fare sci-alpinismo perché trasmette una incredibile sensazione di libertà che non provo in nessun altro Sport. In futuro mi piacerebbe fare anche alpinismo d’alta quota infatti uno dei miei grandi sogni è andare in Nepal o comunque sull’Himalaya per tentare la scalata di un 8000!

Hai qualche sportivo (extra ciclismo) che ammiri particolarmente?

Il mio più grande mito è Reinhold Messner: lui è semplicemente irraggiungibile perché nessun altro sarà il primo a scalare tutti i 14 “8000”, nessuno sarà mai il primo a salire l’Everest senza ossigeno (anche se insieme ad Habeler) come nessuno sarà il primo a salire il Nanga dal versante Rupal. Queste sono solo alcune delle immense imprese che Reinhold ha compiuto nel corso della sua incredibile vita e che per me sono frutto di ispirazione. Per me Messner è davvero un mito inarrivabile.

Quali sono i prossimi obiettivi di Nicola Conci ?

Come si diceva ad inizio intervista la caduta al Tour de l’Avenir è un ostacolo che non avevo, chiaramente, messo in programma. Ora il mio obiettivo è riprendermi al meglio da questo infortunio in vista dei prossimi importanti appuntamenti della stagione. Poi dopo un po’ di relax voglio concentrarmi per capire come impostare la prossima stagione agonistica.