Joaquim Fernandes Agostinho ciclista portoghese
Joaquim Fernandes Agostinho
Joaquim Fernandes Agostinho talentuoso ciclista portoghese vittima di una fatale caduta alla Volta ao Algarve 1984
Joaquim Fernandes Agostinho nasce in un villaggio nei pressi di Torres Vedras in Estremadura il 7 aprile 1943 in una famiglia di contadini e inziare a lavorare nei campi è inevitabile. Da piccolo gioca a calcio e tifa per lo Sporting Lisbona sognando un giorno di giocare per la famosa squadra a righe bianco-verdi orizzontali.
Dal 1961-1974 il Portogallo, suo paese natìo è impegnano nella guerra coloniale e il giovane Agostinho viene spedito al fronte tra Angola e Mozambico e proprio in quell’occasione balzano all’occhio le sue doti di pedalatore diventando capitano della staffetta portaordini con compiti di collegamento tra il comando e le unità sul fronte. Su biciclette pesanti come macigni Agostinho è una vera scheggia e, tornato a casa, viene tesserato dalla polisportiva della capitale, lo Sporting Lisbona, famosa per la squadra di calcio, ma che lo fa gareggiare, nella sezione ciclistica, tra i dilettanti.
Joaquim Fernandes Agostinho e la “truffa mondiale”
Nel settembre del 1968 si svolgono i Mondiali di Imola e il portoghese è pronto a tutto pur di prendervi parte ma l’iscrizione gli è preclusa trattandosi di un dilettante. Imbroglia i dirigenti e viene spedito in Italia per la rassegna iridata. La testardaggine di Joaquim lo porta a tirare in testa al gruppo sin dal primo giro per poi andare in fuga alla quarta tornata assieme al nostro Vittorio Adorni che va a vincere con 9’50” sul belga Van Springel. La prova viene conclusa da solamente diciannove atleti e “il rinoceronte portoghese” nonostante le tante energie spese chiude in sedicesima posizione.
Joaquim Agostinho viene definitivamente scoperto dall’ex ciclista e direttore sportivo Jean de Gribaldy, diventato molto ricco grazie al commercio di elettrodomestici, che nel 1968, dopo averlo notato ai Mondiali di Imora, lo incontra in Brasile quando il portoghese conquista la poco nota Volta a São Paulo.
Proprio dopo quella vittoria, a metà della stagione’69 De Gribaldy gli fa firmare il suo primo contratto da professionista con la Frimatic mettendolo nella starting list del Tour de France dove riesce sorprendentemente a conquistare in solitaria due tappe: la Nancy-Mulhouse e la La Grande-Motte-Revel (nell’edizione della prima vittoria del cannibale Eddy Merkx che conquista tutte le classifiche disponibili).
Nel 1969 conquista anche il Trofeo Baracchi assieme a Herman Van Springel e domina anche a livello nazionale conquistando i Campionati Portoghesi si strada nella prova in linea, a cronometro e a squadre: un vero trionfo.
Nel 1970 coglie ben quattro vittorie di tappa alla Volta a Portugal ottenendo anche la vittoria della generale (vinta anche nel 71 e nel 72) per poi andare a bissare la vittoria ai campionati nazionali in linea e a cronometro. Al Tour ottiene un incoraggiante quattordicesimo posto finale.
La carriera di Joaquim Fernandes Agostinho è un susseguirsi di gioie e dolori, di vittorie e cadute infatti proprio nel ’70 durante il Tour è vittima di una rovinosa caduta quando a Divonne-les-Bains, nella quale riportò una commozione cerebrale. Nonostante ciò il giorno dopo risale in bici e completa la Grande Boucle arrivando sino a Parigi. Proprio le cadute gli precludono la possibilità di giocarsi la vittoria della maglia a pois pure essendo un formidabile scalatore.
Nel ’71 è ancora la terra natia a dargli le maggiori soddisfazioni con la conquista della classifica finale al G.P. du Sintra (dove vince due tappe) e alla Volta a Portugal dove vince la corsa facendo man bassa delle tappe (6 semi tappe e due tappe vinte).
Dominatore assoluto in terra lusitana, conquista il titolo di campione portoghese per sei anni consecutivi, dal 1968 al 1973 mentre parallelamente viene riconosciuto come scalatore di punta del ciclismo mondiale dando spettacolo sia alla Vuelta Espana che al Tour de France.
Le annate migliori Joaquim Fernandes Agostinho le passa con i colori della Bic, della Teka e della Flandria.
Al Tour de France chiude per due volte al terzo posto della classifica generale conquistando di quattro tappe mentre alla Vuelta, chiude al secondo posto nel 1973 e nel vincendo un totale di tre tappe nella corsa iberica.
Nel 1974 ottenne il miglior piazzamento in generale chiudendo al sesto posto in generale. Prende parte solamente una volta al Giro d’Italia 1976 ma si ritira alla dodicesima tappa senza mai incidere.
Al Tour del 1978 e del ’79 ottiene il terzo posto in classifica generale finale conquistando la vittoria all’ Alpe d’Huez, dopo aver scalato anche il Col de la Madeleine, il Col du Télégraphe ed il Galibier.
Joaquim Fernandes Agostinho non è propriamente un “santo” infatti cade nella rete dell’antidoping per 3 volte: al Giro del Portogallo del 1969 e del 1973 e al Tour del 1977.
Joaquim Fernandes Agostinho la tragedia alla Volta ao Algarve
Il 30 aprile 1984 Agostinho sta correndo alla Volta ao Algarve, breve corsa a tappe portoghese, mancanano pochi metri all’arrivo della frazione di Quarteira. Joaquim Fernandes, che ha compiuto quarantuno anni da pochi giorni, indossa la maglia gialle di leader della corsa ottenuta il giorno precedente.
E’ tornato a casa indossando i colori della sua “alma mater” lo Sporting di Lisbona per chiudere la carriera dopo aver portato il nome del Portogallo nel mondo del ciclismo che conta. Vuole far bella figura e vincere nella corsa di casa. La corsa arriva sulla costa dell’Algarve e nel rettilineo finale due cani si infilano nel percorso tagliando la strada a Joaquim che ne centra cadendo sull’asfalto in modo rovinoso.
E’ un leone Agostinho, si rialza, si toglie la polvere di dosso e rimonta in sella per tagliare il traguardo. Arrivato in albergo il mal di testa fortissimo e la nausea persistente lo costringono a recarsi in ospedale a Faro.
Gli esami evidenziano la frattura del cranio ma l’Ospedale di Faro e lo staff medico non sono in grado di un’operazione al Cervello necessaria per salvare la vita del ciclista. Si opta per il trasferimento in ambulanza a Lisbona. La corsa è disperata ma durante il trasporto Joaquim Fernandes Agostinho va in coma, i trecento chilometri che separano Faro dalla capitale Lusitana sono troppi. Arrivato all’ospedale della capitale le condizioni sono critiche ma si procede ugualmente con l’intervento che tecnicamente riesce ma ormai il corpo del ciclista non reagisce. Dal come non si ridesta più e la mattina del 10 maggio il ciclista portoghese muore.