Erich Maechler il gregario che vinse la Sanremo 1987
Erich Maechler lo svizzero della Carrera
Erich Maechler storico gregario alla Carrera in grado di vincere la Milano-Sanremo 1987: la sua storia completa
Erich Maechler nasce a Hochdorf, in Svizzera, il 24 settembre 1960 e corre tra i professionisti dal 1982 fino al 1995 conquistando “solo” 25 ma tra le quali spiccano alcune chicche da vero campione. Fisico micidiale, grande e grosso come un armadio, Erich si avvicina al ciclismo da ragazzino dividendosi tra la passione per i pedali ed un lavoro presso una tipografia che non gli preclude la possibilità di mettersi in luce fra i dilettanti tanto da trovare un contratto con una piccola squadra elvetica, la Royal-Wrangler.
Nonostante il fisico “pesante”, lo svizzero riesce a tenere i ritmi anche elevati in salita pur (chiaramente) non essendo uno scalatore. Certo non può competere con i veri grimpeur del gruppo ma sa tenere botta anche quando le pendenze si fanno aspre. E’ fondamentalmente un passista con doti di scalatore ma anche in volata non è un chiodo, insomma non un fenomeno ma uno che sa difendersi un po’ dapertutto (eccezion fatta per le prove contro l’orologio).
Le sue doti gli valgono un ruolo di gregario ma nonostante ciò riesce a mettersi in mostra già nella prima stagione tra i “pro” quando conquista la Stausee Rundfahrt Klingnau, il Tour del Nord-Ovest e l’arrivo di Berna nell’ottava frazione del Tour de Suisse pur dovendo lavorare per il capitano Giuseppe Saronni.
L’anno seguente passa alla a Cilo-Aufina di Auguste Girard, inizialmente conosciuta come Willora, la formazione professionistica Svizzera più forte del momento. Erich conquista il Giro dei Sei Comuni e va a segno nuovamente al Giro di Svizzera conquistando la sesta tappa con arrivo a Bellinzona.
Il 1984 è un anno importante per il ciclista elvetico che si aggiudica la frazione di Montenero della Bisaccia alla Tirreno-Adriatico chiudendo al secondo posto della classifica finale per soli 2 secondi di distacco dal forte Tommy Prim. Erich riesce ad indossare la maglia di campione nazionale svizzero precedendo Seiz e Glaus e attirando le attenzioni di una delle formazioni più forti del panorama ciclistico mondiale, la Carrera di Davide Boifava.
L’opportunità è ghiotta e spalanca a Erich Maechler le porte di Giro e Tour dove lavora sodo per i compagni. La stagione 1985 è priva di successi personali mentre, nel 1986, l’elvetico coglie una importante vittoria al Giro del Delfinato e la prestigiosa vittoria della tappa del Tour de France con arrivo al Puy de Dome.
Erich Maechler vincela Milano-Sanremo 1987
Il 1987 è l’Anno con la A maiuscola dello svizzero, un anno che si apre con uno squillo che è in grado di segnare (positivamente) la carriera di ogni ciclista.
Il 21 marzo 1987 si corre la settantottesima edizione della Sanremo con partenza chiaramente da Milano per seguire il percorso tipico della classica monumento. Il favorito dei pronostici è il campione del Mondo in Carica, Moreno Argentin che se la deve vedere con il vincitore uscente Sean Kelly. Altri big al via sono Saronni, Moser e Bontempi. A 110 chilometri dall’arrivo attaccano in nove: gli olandesi Jelle Nijdam e Frank Pirard, i belgi Ludwig Willems e Werner Devos, l’australiano Allan Peiper, i nostri Maurizio Rossi, Sauro Varocchi e Dario Montani ed Erich.
I nove toccano 8 minuti e mezzo di margine sul gruppo dei big all’altezza di Savona dove si ritira Moreno Argentin, vittima di telefonate di minacce la sera prima della corsa. Alle spalle dei fuggitivi lavora sodo la KAS-Mavic di Kelly che riduce il margine tanto che, quando si affronta la Cipressa, davanti restano solamente due atleti: Peiper e, appunto, Maechler.
Quando i due di testa arrivano ai piedi del Poggio hanno poco meno di mezzo minuto di margine, tutto lascia pensare ad un imminente ricongiungimento, Maechler però non si da per vinto e riesce a scollinare in solitaria con 15 secondi sugli inseguitori.
Lungo la discesa è Vanderaerden a cercare di chiudere lo strappo ma ormai è tardi il gregarione della Carrera-Vaganond riesce a tagliare il traguardo della “classicissima” a braccia legate con sei secondi di margine dal belga mentre il gruppo viene regolato dall’altro uomo “Carrera”, Guidone Bontempi.
Il resto della stagione vede lo svizzero trionfare alla Seetal Rundfahrt Hochdorf, al prologo e alla quinta tappa del Dauphine Liberé, arrivando al Tour con una forma invidiabile e con l’occhio che luccica degli addetti ai lavori.
Alla Grande Boucle ottiene un secondo posto nella tappa di Stoccarda alle spalle di Acacio Da Silva è una sconfitta dolcissima per lo svizzero che conquista la maglia gialla conservandola per ben sei giorni per poi lasciarla a Charly Mottet e collaborando alla vittoria finale di Stephen Roche.
Dopo una annata magica, nel 1988 lo svizzero parte nuovamente alla grande conquistando la Vuelta Camp di Morvedre, due successi di tappa e la classifica generare alla Vuelta della Comunidad Valenciana e ottenendo la vittoria della Tirreno-Adriatico. E’ un vero cammini trionfale quello dello svizzero nella corsa dei due mari: vince la terza frazione a Paglieta e poi vince la cronometro conclusiva di San Benedetto del Tronto conquistando la vittoria finale con sedici secondi di margine sul connazionale Tony Rominger.
Nel 1989 brilla nuovamente alla Tirreno, chiudendo all’ottavo posto in generale ma conquistando la quarta frazione. Le stagioni seguenti sono prevalentemente dedicate a compiti di gregariato ma in cui si toglie qualche sfizio personale (vittoria alla Kika Classic e successo di tappa al Giro di Lussemburgo).
Terminato il contratto con la Carrera, Erich Maechler fa ritorno in Svizzera, all’Helvetia, dove conquista il tour du Nord-Ouest de la Suisse per poi firmare con la Jolly Club 88, una piccola e giovane formazione italiana, con cui prende parte al Giro d’Italia. Nel 1994 e nel 1995 veste i colori della Inoac ma la sua parabola è ormai al tramonto, riesce comunque a ottenere un secondo posto alla Japan Cup alle spalle del Diablo Claudio Chiappucci, suo ex compagno alla Carrera, prima di appendere la bicicletta al chiodo.