Thomas Dekker andata e ritorno dall’inferno
Thomas Dekker racconta la sua caduta e la risalita
Thomas Dekker uscito dalla scuola della Rabobank, era un predestinato. Nei due anni da dilettante conquista 14 successi, è un fenomeno sulla bocca di tutti. Ai campionati del mondo 2004 di Verona conquista due medaglie d’argento nella categoria Under 23, sia nella prova in linea che a cronometro. Dopo tre mesi da stagista a fine 2004, passa professionista nel 2005 con la Rabobank; la prima vittoria da pro la ottiene il 27 marzo di quell’anno nella seconda tappa del Critérium International.
Il 28 settembre 2008 firma un contratto biennale con la Silence-Lotto, squadra belga in cui milita Cadel Evans e lascia così la Rabobank dopo quattro stagioni da professionista.
Il 20 giugno 2009 viene trovato positivo all’EPO in seguito a controlli anti doping effettuati a Colonia su dei campioni prelevatigli nel dicembre 2007, in periodo di non competizione.
La decisione di assumere farmaci che migliorano la prestazione ha spedito Dekker in una spirale in discesa – dall’iniezione di vitamine per poi entrare nel mondo oscuro del doping del sangue e dell’EPO. Nel 2013, quando Michael Boogerd ha confessato di aver fatto uso di doping, precisando (EPO, trasfusioni di sangue e cortisone) Dekker si rifiutò di commentare.
Fece poi uscire un libro, lo scorso anno, “The Descent” in cui Dekker racconta la sua stupefacente storia di sacche di sangue in camere d’albergo, appuntamenti oscuri con rivenditori, feste con prostitute al Tour de France e conseguenze di un uso prolungato di EPO. Il viaggio di Dekker dall’idealismo giovanile ad un sordido percorso di eccesso e doping che lo ha portato a non avere più nulla da perdere.
Ora dopo periodi bui e pieni di fantasmi pare che Thomas abbia ritrovato la serenità che forse aveva perduto nel periodo in cui aveva un ruolo da professionista nel ciclismo mondiale.