Rudy Pevenage, la Telekom e il doping

Rudy Pevenage racconta la sua verità nella biografia

Rudy Pevenage storico manger del Team Telecom racconta nella biografia “Der Rudy” la sua verità sul ciclismo e il doping

Rudy Pevenage: la biografia
Rudy Pevenage: la biografia

Rudy Pevenage sessantacinquenne belga è un uomo che conosce bene il ciclismo conosce la tecnica, la tattica e, purtroppo, anche gli spettri e i mostri dello sport del pedale.

Ci sono cose che tutti sanno e che nessuno dice. Ci sono cose che è meglio tacere o che si tacevano per un “codice non scritto” di uno dei periodi tra i più bui del nostro amato sport. A 65 anni, lasciato il mondo del ciclismo, Rudy, storico manager del dirigente con Histor, La William, Bianchi e Team Telekom, ha tolto il freno (inibitore) e ha voluto raccontare la sua versione e la sua storia del ciclismo di fine anni ’90 inizio 2000.

L’introduzione della biografia intitolata “Der Rudy” è decisamente emblematica:

“Non voglio ferire nessuno, ma dico la verità su ciò che ho passato, ciò che ho visto”.

Il libro uscirà domani e sarà un concentrato del vissuto dell’ex ciclista e dirigente sportivo tra corruzione e doping, trucchetti e retroscena inediti (e in alcuni casi inquietanti). Nelle pagine del volume in uscita, Pevenage racconta di essersi drogato ai tempi in cui era lui stesso un ciclista e di aver aiutato Jan Ullrich con il doping.

Pevenage racconta nel capitolo 27 del libro del blitz dei NAS e della Guardia di Finanza al Giro d’Italia 2001:

“Ho preso la siringa da insulina per Jan, la spezzai e la gettai nel water…in preda al panico, ho dimenticato la speciale lattina di cola che avevo messo in frigo; era a doppia parete e si poteva avvitare sopra per metterci dentro e conservare le medicine. Molto utile. La doppia parete manteneva il contenuto ben fresco e dall’esterno era indistinguibile da una vera lattina di coca cola“.

 

Indicazioni forti e non meno forti sono le testimonianze legate all’Operacion Puerto contenute nel capitolo 31: “le sacche erano contraddistinte con nomi in codice: Asterix, Obelix e Ali Baba!”.

Il manger belga ha poi raccontato del coinvolgimento, nell’operazione antidoping, anche di atleti di altri sport:

“Ho visto sacche di sangue di famosi ciclisti, ma anche di giocatori di calcio che giocavano a Madrid, di atleti e di un grande giocatore di tennis spagnolo”.