Mario Nicoletti ciclista trentino dalla breve carriera
Mario Nicoletti: la sua storia
Mario Nicoletti, ciclista trentino in grado di competere sia in pista che in strada, gregario di Aldo Moser ritiratosi precocemente
Mario Nicoletti nasce a Levico Terme il 18 dicembre 1945. Si avvicina giovane al ciclismo e a vent’anni ci accasa al GS Aurora, il 1965 regala buone soddisfazioni a Mario che conquista il Trofeo Mauro a Merano. L’anno seguente parte per il servizio di leva senza dimenticare la bicicletta e, anzi, ottenendo soddisfazioni anche durante la “naja”.
Corre infatti per Circolo Sportivo Esercito conquistando una vittoria a Polignano di Bari ed una ad Ortona dei Marsi. Dopo il congedo torna a correre conquistando la vittoria alla Coppa Mazzucco 1967 a cui seguono altri nove acuti tra cui spicca la conquista del Trofeo Fonti Pejo che assegna anche il titolo di campione regionale. La stagione di Mario viene però interrotta da un brutto incidente in una gara a Trieste costringendolo, sostanzialmente a letto. Nel 1968 torna a correre con la Mainetti di Vicenza conquistando un’unica vittoria alla Astico-Brenta grande classica del calendario dilettantistico tricolore.
Nonostante una serie di importanti piazzamenti la Mainetti non gli rinnova il contratto e Mario Nicoletti si accasa al Gruppo Sportivo Padovani con il fuori di capitano del team conquistando il Trofeo Val di Sole ed una tappa e la classifica generale al Giro del Lazio suscitando gli interessi dei team professionistici.
Nel 1970 Nicoletti passa alla Ferretti ed il 14 marzo conquista la quarta frazione della Tirreno- Adriatico sul traguardo di Civitanova Marche al termine di una fuga solitaria di, addirittura, 190 chilometri! Mario viene schierato al Giro del Belgio mettendosi in luce con il secondo posto al prologo.
Le buone prestazioni messe in luce nell’anno di esordio tra i professionisti valgono a Mario Nicoletti la chiamata della GBC per supportare il capitano Aldo Moser. Mario nel 1971 si dedica prettamente al ciclismo su pista ottenendo risultati lusinghieri mentre l’anno seguente torna a cimentarsi con continuità in strada venendo schierato, sempre al fianco di Moser, sia alla Vuelta che al Giro al termine del quale è vittima di una crisi fisica che in sostanza gli fa perdere la seconda parte della stagione e, soprattutto, la voglia di correre in bicicletta. Al termine dell’autunno 1972, infatti, Mario decide di abbandonare il ciclismo professionistico.