Gianni Savio parla del Giro d’Italia
Gianni Savio vera icona del ciclismo nostrano, racconta il suo pensiero sul Giro d’Italia 2017
“Sono trentadue anni che il mio mese di maggio lo passo lungo le strade del Giro d’Italia, ho fatto 28 anni come direttore sportivo e 4 come commentatore tecnico, quest’anno invece non ci sarò”.
Un po’ amaro, un po’ realista, ecco Gianni Savio, vera icona del ciclismo nostrano, scopritore di veri e propri talenti in tutto il sud America in grado di incendiare le salite del Giro d’Italia.
Non scema l’amarezza per il mancato invito della sua Androni-Sidermec alla corsa rosa: “I Risultati parlano chiaro, abbiamo passato questi ultimi mesi dimostrando in lungo e in largo di meritare la wild card che ci è stata invece negata da RCS. Lo scorso anno si parlò di un naturale e corretto turnover delle squadre Professional ma quest’anno il nostro mancato invito suona di ingiustizia”.
Gianni incalza guardando già avanti: “avevamo e abbiamo un progetto basato sui giovani e questo progetto andrà avanti, da sempre sono stato uno che ha affrontato le avversità ma quest’anno non andrò a vedere nemmeno una tappa come spettatore”.
L’argomento del giorno è la doppia positività dei corridori della Bardiani e Savio non si sottrae da un commento: “La squadra è sicuramente estranea a questa vicenda non puoi controllare i tuoi corridori 365 giorni all’anno sono brutti episodi ma non mi sento di imputare nella alla squadra”, una frecciata però va a Bruno Reverberi, “tempo fa, vista anche la proposta della Nippo Fantini si disse profondamente contrario al squadre con otto corridori al via… ora la ruota è girare e il suo team parte in 7!”