Cuore di Cobra recensione del libro su Riccardo Riccò
Cuore di Cobra recensione del libro di Dario Ricci
Cuore di Cobra, confessioni di un ciclista pericoloso ultimo libro che racconta la particolare storia di Riccardo Riccò controverso campione degli anni 2000
Cuore di Cobra, non è semplicemente un libro ma il racconto di due viaggi. Il primo quello di Riccardo Riccò, per tutti gli appassionati di ciclismo detto “Il Cobra”, nel tortuoso percorso della sua vita ciclistica e privata.
Il secondo quello del lettore nel tenebroso “dietro le quinte” del mondo del ciclismo.
Ma, mentre nel primo viaggio, Riccò, supportato dall’esperta penna di Dario Ricci, regala ai fans un racconto della propria carriera ricco di aneddoti inediti, nel secondo caso non fa altro che rinforzare una serie di concetti, pratiche, comportamenti, giochi di potere che ogni appassionato di ciclismo professionistico conosce ma che preferisce (o forse gli è comodo) provare a nascondere a se stesso per continuare a dare un senso alla propria “fede”.
Questo è il senso di “Cuore di Cobra”, seconda esperienza editoriale di Riccò, edita da Piemme e in libreria da questo Maggio.
Rispetto al passato Riccardo si apre con il lettore per raccontare la sua ascesa (e discesa) ciclistica, allontanandosi dai toni cupi utilizzati nel precedente libro “Funerale in giallo” (in cui, va detto, toccava più da vicino il momento in cui è stato a un passo dal suicidio) lasciando, invece, spazio ad una visione più colorata e semplice della sua storia di uomo e atleta: due periodi diversi, due persone diverse.
E’ proprio con questa semplicità che, partendo dal racconto di come casualmente è nata la sua passione per la bici e passando per il dominio nelle gare tra i dilettanti, “il Cobra” ci racconta la sua esperienza da professionista tra gioie e delusioni, tra pochi “amici” (Piepoli, Scarponi, i suoi fidi gregari Celli e Anzà, Carlo Santuccione, Aldo Sassi) e tanti rivali (Bettini, Sella ma in generale tutto il gruppo), tra belle azioni in bicicletta e tanti errori sia in strada che nelle stanze dove era solito “curarsi”.
Cuore di Cobra più di un semplice libro
Duecentotrentotto pagine di alti e bassi professionali e nella vita privata (del resto cosa vi aspettavate da un amante delle montagne, da uno scattista nato, capace di fare la differenza appena la strada saliva? Una vita piatta più congeniale a un velocista?) in cui si sente forte la passione per il ciclismo che ha contraddistinto, e contraddistingue, l’esistenza di Riccò. Ciclismo per cui Riccardo, a volte anche sbagliando nessuno lo nega, ha cercato di dare il massimo.
Un libro da leggere quest’estate.
Sotto l’ombrellone.
Meglio se a Tenerife.
Gustandosi un ottimo gelato prodotto proprio da Riccò, che nella piccola isola dell’Atlantico ha trovato la serenità aprendo una gelateria.
In attesa del 19 aprile 2024.
Giorno che Riccardo ha già segnato in rosso sul suo personale calendario, giorno in cui nel suo cuore “il Cobra” spera (e merita) di tornare a correre.