Roberto Petito: ho visto travolgere i miei ciclisti

Roberto Petito racconta l’incidente di domenica

Roberto Petito ex professionista racconta l’incidente che ha coinvolto la formazione allievi travolta da un’auto

Roberto Petito racconta l'incidente
Roberto Petito racconta l’incidente

Roberto Petito ex ciclista professionista attualmente gestisce una formazione giovanile, la ASD Civitavecchiese. Domenica il team Allievi seguito da Petito si stava allenando nelle campagne di Tarquinia assieme ad alcuni cicloamatori che si erano uniti al gruppo di giovani atleti quando un veicolo è sopraggiunto travolgendo i ciclisti.

Secondo le testimonianze un’auto che viaggiava contromano ha travolto i ragazzi del Gruppo Ciclistico dei Fratelli Petito rischiando di procurare una vera a propria strage.

Paura tra automobilisti e passanti che hanno assistito sbigottiti alla scena, in molti si sono fermati a prestare aiuti alle vittime dopo aver dato l’allarme.

Naturalmente sul posto sono intervenuti, oltre ai sanitari del 118 anche i carabinieri della stazione locale per i rilievi del caso. Le autorità hanno proceduto al  sequestro del veicolo e al conducente è stata ritirata la patente.

In sei sono rimasti lievemente feriti mentre per un atleta è stato necessario l’intervento dell’eliambulanza per trasportare il ferito in un primo momento a Belcolle, per poi essere trasferito al policlinico Gemelli.

“Ho assistito ad una scena che da genitore, tecnico e essere umano non avrei mai voluto vedere – ha raccontato Roberto Petito a La Gazzetta dello Sport – ero in auto con Fabio Bordonacchi. Stavano seguendo la nostra formazione allievi impegnata nel classico allenamento domenicale a cui si erano aggiunti alcuni amatori. Ad un certo punto una Golf è arrivata in senso contrario a folle velocità.  Abbiamo subito compreso che l’impatto sarebbe stato inevitabile, l’urto è stato violentissimo ho visto volare le bici e ho temuto in una strage. Appena sceso dall’auto ho pensato subito ai ragazzi che erano a terra tra pezzi di biciclette. Quello messo peggio era Massimiliano Piras socio e consigliere del team, aveva il viso coperto di sangue. Nell’impatto ha riportato la frattura della tibia e del perone oltre che di una vertebra e qualche costola. E’ una fortuna che possa raccontare dell’incidente, temevo il peggio”.

Secondo varie fonti, pare che la persona che ha investito il gruppo abbia precedenti per l’alta velocità e che già in precedenza si era reso protagonista di manovre azzardate.

L’episodio richiama l’attenzione sulla sicurezza dei ciclisti troppo spesso dimenticata:

“La bicicletta esiste da oltre due secoli e non morirà domani, la bici è un mezzo di trasporto ideale per snellire il traffico ma c’è bisogno di quella sicurezza che oggi non c’è. Stavamo viaggiando in fila indiana su una strada rurale e zero traffico ed è arrivato uno e ha fatto strike. Bisognerebbe andare a vedere cosa fanno gli altri paese, Svizzera, Austria e Francia confinano con l’Italia e hanno protocolli da copiare” ha detto Roberto Petito.