Non ho tradito nessuno, libro di Fausto Coppi: recensione

Non ho tradito nessuno a cura di Gabriele Moroni

Non ho tradito nessuno è una raccolta di scritti autobiografici, pubblicati negli anni dal Campionissimo Fausto Coppi, edito da Neri Pozza

Non ho tradito nessuno
Non ho tradito nessuno

Non ho tradito nessuno è un insieme di scritti autobiografici pubblicati negli anni dal Campionissimo su giornali, riviste raccolti sapientemente da Gabriele Moroni. Coppi si racconta attraverso le pagine del libro dagli anni dell’infanzia a Castellania a quelli della maturità sportiva e personale: da bimbo a uomo a campione.

Fausto Coppi, icona della storia sportiva italiana è forse lo sportivo tricolore più amato si sempre e divenuto ancor più mitico dopo la sua tragica scomparsa. Una vita troppo breve e tremendamente intensa quella del Campionissimo, una vita piena di gioie ma anche di dolori, di vittorie esaltanti vissute sempre con estremo pudore ma anche di sconfitte devastanti da cui, però, Fausto ha sempre saputo rialzarsi.

Non ho tradito nessuno trasmette appieno lo spirito di Coppi, la sua schiettezza e semplicità: “quando verrà il giorno della rinuncia, so bene che cosa dovrò fare: appenderò, come si dice, la bicicletta al chiodo e tornerò ad essere un uomo di campagna come furono mio pare e mio nonno”. Sappiamo tutti come andò a finire, Fausto non tornò a fare il “contadino”.

Nel libro non può mancare l’amico e rivale Gino Bartali sua esatta antitesi sportiva e umana ma verso il quale il rispetto e la stima non sono mai mancati. Immancabile la tragica figura del fratello Serse, compagno di allenamenti, fatica, gioie e terribili dolori sino a quello più estremo nella morte.

Non ho tradito nessuno non è una semplice biografia, è una attenta raccolta di ciò che il Campionissimo ha scritto di suo pugno, è Coppi raccontato da Coppi. Moroni interviene delicatamente nel far scorrere gli scritti di Fausto lasciandone intatta la capacità del Campionissimo di tracciare, con le parole, traiettorie perfette come quelle fatte in sella all’inseparabile bicicletta.

Dal giovane garzone di bottega al campione unico, dal primo squillo al Giro d’Italia del 1940 alle sfide infinite su strade polverose, dal record dell’ora al Vigorelli appena prima della guerra al periodo di prigionia, ogni pagina è un’emozione unica e vera perché scritta in prima persona.

Estranee al libro sono, giustamente, le tormentate vicende di famiglia che sono private e come tali devono restare.

Il libro a cura di Gabriele Moroni risulta un interessantissimo auto-ritratto di Coppi, emozionante e a tratti commovente per chi, come noi, è da sempre legato a filo doppio al Campionissimo.