Vigorelli storia del velodromo di Milano

Velodromo Vigorelli

Velodromo Vigorelli

Vigorelli dalle origini ad oggi: un simbolo di Milano

Vigorelli la storia del ciclismo su pista milanese tra massimo splendore, crisi, risalite e declino. Tutto quello che c’è da sapere sul Velodromo Vigorelli

Vigorelli velodromo di Milano
Vigorelli velodromo di Milano

Vigorelli a Milano è un’istituzione come il panettone e la nebbia, come San Siro e i ”ghisa”. Il velodromo più famoso in Italia ha vissuto una parabola che l’ha portato dalle luci della ribalta al declino per poi iniziare una lenta ma costante risalita.

Milano sul finire del 1800 dimostra un grande amore per lo sport del pedale tanto che al Trotter viene creato un circuito in terra battuto a cui fa seguito uno in legno presso l’Arena Civica. Grazie anche ad alcune corse pionieristiche, la febbre del pedale contagia rapidamente i milanesi, prima per la componente più “aristocratica” che vede la bicicletta come un piacevole passatempo poi anche ai livelli meno elevati della popolazione.

La febbre del pedale, dapprima passatempo aristocratico, contagia rapidamente i milanesi. Il Comune tenta di imporre ai velocipedi un divieto di circolazione entro la cerchia dei Navigli, a causa della loro presunta pericolosità, che però non regge alla passione ciclistica dei cittadini. Già nel 1893 in città si contano infatti quattromila biciclette.

Vigorelli: l’erede del Velodromo Sempione

Forse non tutti sanno che il “padre” del Velodromo Maspes-Vigorelli (esatta denominazione attuale del Velodromo Vigorelli) fu il Campo Sportivo Milanese di via Arona. I due rettilinei della pista presentavano delle tribune e alle curve erano posizionate delle gradinate in cemento.

In mezzo all’impianto ribattezzato dai milanesi “Velodromo Sempione”, inaugurato nel maggio del 1914, era presente un rettangolo di gioco per il calcio dove, il giorno dell’inaugurazione, si disputò l’incontro tra il Milan e la formazione tedesca Phoenix di Karlsruhe, terminata 3-3.

Nel febbraio nel 1920 il calcio milanese di trasferì nel nuovo campo di Via Lombardia lasciando il Velodromo Sempione ad uso esclusivo del ciclismo. Corse su pista erano ospitate anche presso il Palazzo dello Sport di Piazza VI Febbraio in grado di ospitare ben 18.000 spettatori con una vocazione multidisciplinare e che presentava una pista in legno smontabile.

In quegli anni la popolarità del ciclismo su strada vide un ulteriore incremento togliendo interesse alle corse su pista. Proprio questo calo di interesse del pubblicò porto a una drastica riduzione dell’attività di manutenzione della pista con un conseguente abbandono del Velodromo Sempione che nel 1928 venne abbattuto.

Demolito “il Sempione” Milano restò per ben sette anni senza una struttura appositamente dedicata in alle corse ciclistiche su pista.

Velodromo Vigorelli, nasce nel 1934

L’assenza di un impianto specificatamente dedicato al ciclismo su pista in una città di grande tradizione come Milano non passò inosservata e il dirigente sportivo Alberto Bonacossa assieme a Giuseppe Vigorelli, industriale meneghino e assessore sotto la giunta Mangiagalli che in gioventù fu corridore su pista, lottarono affinché sorgesse in città un nuovo impianto dedicato al ciclismo.

Il 28 ottobre 1935 venne inaugurato dalla Duchessa Xenia Visconti di Modrone-Berlingieri, moglie del podestà di Milano, il nuovo Velodromo cittadino, intitolandolo a Giuseppe Vigorelli davanti a ventimila spettatori (incasso 100.000 lire) oltre 5000 persone non riuscirono ad accedere all’evento.

Solo 3 giorni dopo Giuseppe Olmo ottenne il record dell’ora proprio nel nuovo impianto. Il 7 novembre del 42 sarà la volta di Fausto Coppi a ottenere il nuovo primato con la distanza di km 45,798.

Il Velodromo Vigorelli diventa rapidamente un punto di riferimento e un simbolo della città che raccoglie la dei milanesi e di tanti appassionati lombardi che vogliono godersi sprint, inseguimenti e corse all’americana. Il prato del Vigorelli diventa teatro di incontri di box, la pista attrae il gotha del ciclismo mondiale, anche il ciclismo su strada fa rotta al velodromo con gli arrivi del Giro d’Italia, del Giro di Lombardia e del Trofeo Baracchi.

La Bullona e il Sempione e i loro bar trasudano passione per la amata pista, le foto della “scala del ciclismo” fanno bella vista nei posti più noti della città. Il Vigorelli è leggenda, una leggenda che precede quella dei protagonisti delle sfide su pista.

Sotto le gradinate del Vigorelli, l’officina di Faliero Masi sforna biciclette e il Vigorelli sforna i campioni che utilizzano quelle biciclette, è vera e propria passione.

Durante la Seconda Guerra mondiale, nell’estate del 1944, Milano viene bombardata ripetutamente e tra le “vittime” c’è anche il Vigorelli che viene colpito con la conseguente distruzione della pista. In un anno il tempio del ciclismo milanese viene ricostruito per garantire la continuità delle competizioni.

Vigorelli i concerti dei Beatles

Non solo grande ciclismo ma anche grande musica ha calcato il Velodromo Vigorelli, in particolare negli anni 60 il prato del velodromo vide in scena fenomeni della musica come i Led Zeppelin.

Nel 1965 i Beatles tennero il loro primo fantastico concerto in Italia (uno pomeridiano  alle 17e uno serale alle 21) davanti ad oltre 19.000 spettatori, come supporter Peppino di Capri. L’arrivo a Milano dei FabFour diede ulteriore vanto al tempio del ciclismo su pista italiano.

I posti in tribuna costavano 100o lire, il doppio per stare vicini al palco (all’epoca un quotidiano costava 50 lire).  I Beatles salirono sul palco in giacca e cravatta come da protocollo dei ragazzi di Liverpool, Paul Mc Cartney salutò con un “ciao” il pubblico prima di introdurre la band e attaccare, tra urla e lacrime delle fans, con Twist and shout.

I Led Zeppelin: la battaglia del Vigorelli

Il 5 luglio del 1971, quando a Milano arrivarono i Led Zeppelin portati in italia dal mitico Cantagiro chiamati a chiudere le performance di Gianni Morandi, Lucio Dalla, Milva e Bobby Solo. Stili di versi per fans diversi infatti a salire sul palco fu solo uno: fischi per Gianni Morandi che scese dal palco quasi in lacrime convincendo i colleghi a non salire sul palco.

Nel frattempo all’esterno dei cancelli dal Vigorelli, centinaia di ragazzi premevano per cercare di accedere al concerto. In una Milano  divisa dai credo politici all’esterno del velodromo la polizia era in assetto anti sommossa a presidiare i varchi. Alcuni gruppi di “autoriduttori” cercarono di entrare senza pagare.
Alle 22 quando il forfait dei cantanti italiani fece uscire dal velodromo le famiglie i cancelli vennero aperti scatenando i tumulti proprio nell’attimo in cui i Led Zeppelin salirono sul palco. Il quartiere Sempione venne messo a ferro e fuoco da sassaiolo, cariche della Polizia, lacrimogeni e bombe molotov.

“Keep cool” chiese il cantante del gruppo, Robert Plant, due fumogeni sfiorarono il palco e la band inglese decise di scendere dal palco. I tumulti scoppiarono anche all’interno dell’impianto con danni alla pista e con il palco saccheggiato.

Vigorelli: il declino

Nel 1975 si decise di chiudere il velodromo per sottoporlo ad un restauro che durò sino al 1984, solo un anno dopo la storica nevicata nel 1985 fece crollare la copertura della struttura che danneggiò la pista in parquet. Dopo tre anni di attività a scartamento ridotto, il Velodromo venne definitivamente chiuso all’attività ciclistica nel gennaio ’88.

Il 10 luglio del 1991 venne completata la ricostruzione della tettoia accompagnandola con un nuovo impianto di illuminazione. La riapertura della struttura, però, avvenne solo nel 1997 grazie soprattutto all’impegno del gruppo Mapei per ospitare una gara di sci di fondo.

Il 20 settembre 1998, in concomitanza con l’Esposizione del Ciclo fu ospitato nuovamente un evento ciclistico con nomi di richiamo come i pistard Collinelli, Martinello, Villa e gli “stradaioli” Baffi, Ballerini, Museeuw, Tafi, Tonkov e il mitico Pantani.

L’Amministrazione comunale meneghina decise di dedicare il Velodromo ad Antonio Maspes scomparso il 19 ottobre 2000. I tentativi di riportare il ciclismo al Vigorelli fallirono e l’attività ciclistica si chiuse definitivamente l’11 settembre 2001 per far spazio (sul prato ormai in erba sintetica) agli atleti del football americano.

Vigorelli: i tempi moderni

Nel 2013 nasce l’ Associazione Comitato Velodromo Vigorelli ASD con l’obiettivo di ridare al velodromo milanese il ruolo che gli compete. Nasce da un gruppo di persone, cicliste e non solo che voglio aprire il velodromo alla città per ridare la giusta dignità ad un tempio dello sport italiano.

L’Associazione si impegna per l’apertura sistematica dell’impianto ad amatori, pedalate sociali, attività giovanili, eventi culturali per diffondere l’impiego della bicicletta in una città come Milano.

Nel 2018 è uscito il libro «Vigorelli e altre storie» scritto del giornalista Angelo De Lorenzi. Nel 2019, durante gli eventi del salone del mobile anche il Velodromo è stato protagonista del design con day bed, tavoli e sedute che hanno piacevolmente invaso il prato del velodromo di Milano.

Attualmente il Vigorelli, con campo e pista lignea ristrutturati, è sede degli allenamenti e delle partite  della squadra di football americano Seamen Milano, che lo scorso 9 marzo ha disputato nell’impianto la prima partita di campionato, e gli allenamenti dei Rhinos. Sul campo si svolgono gli allenamenti della scuola di mini rugby Parco Sempione, dell’FC Brera e del Rugby Milano.

La quarta edizione di  Open House Milano, l’evento internazionale di architettura nato nel 2016,  sabato 25 e domenica 26 maggio porterà curiosi a visitare palazzi storici, musei e gallerie, ex edifici industriali e sportivi tra cui il Velodromo Vigorelli.

La società che firma il quartiere Citylife si sta occupando anche del  restyling dello storico impianto con un investimento di circa 7,5 milioni: rifacimento della pista, copertura degli spalti, sistemazione del campo; a questo si accompagna una pista per BMX.

L’impianto completamente revisionato dovrebbe essere consegnato alla città nel 2020.