Muro di Grammont, l’icona del Giro delle Fiandre
Muro di Grammont simbolo del Fiandre
Muro di Grammont il simbolo della classica monumento Giro delle Fiandre croce e delizia per i professionisti meta di pellegrinaggio per gli amatori
Muro di Grammont o Muur van Geraardsbergen o Muur-Kapelmuur o più semplicemente Muur in olandese è il simbolo del Giro delle Fiandre, in fiammingo Ronde Van Vlaanderen, una delle 5 Classiche Monumento del ciclismo mondiale
Il Muur è dal 1950 icona di questa corsa secolare e leggendaria, un punto dove si è scritta la storia del ciclismo mondiale. Il Muro di Grammont sta al Fiandre come il Poggio sta alla Milano-Sanremo il Côte de La Redoute alla Liegi-Bastogne-Liegi. Il Muro di Grammont è quindi stato stabilmente inserito nella corsa dal 1970 al 2011. Nel 1973 e nel 1974 è stato inserito nel tracciato come ultima salita prima del traguardo posto a Meerbeke. Nel 1988 il mitico Granmmont è stato invece posto prima del Bosberg che però è molto meno impegnativo.
Incredibilmente dal 2012 al 2016 il Muur è stato escluso dal percorso a causa dello spostamento della sede di arrivo del Giro delle Fiandre da Ninove a Oudenaarde.
Il Muur è stato anche “ospite” della Gent-Wevelgem del 1960 e in ben 49 edizioni della Omloop Het Nieuwsblad. La passione dei belgi per questa straordinaria salita, durante il periodo di assenza dal Giro delle Fiandre, ha spinto gli organizzatori della E3 Prijs Vlaanderen e dell’Eneco Tour ad inserirlo nelle proprie edizioni 2013 e a confermarlo fino al 2014 per la seconda.
Come dicevamo prima il Muro di Grammont ha in realtà altri appellativi: Muur van Geraardsbergen (che poi è il nome realt) che deriva dalla località in cui sorge; Muur Kapelmuur perché in cima alla collinetta c’è una cappella, o semplicemente Muur, come viene indicato dai cartelli stradali della zona.
Muro di Grammont: Spingere a tutta o Piedi a terra
Il Muur è uno strappo breve, misura meno di 1 km, ma è tortuoso e maledettamente ripido. La pendenza media del Muro di Grammont è del 9% con punte fino al 20%. Quello che lo rende ulteriormente “infame” è il fondo: pavé scivoloso, a pietre grosse che fanno vibrare i manubri degli atleti come una scossa tellurica. Il rischio di scivolare, entrare in contatto con qualche altro corridore e le condizioni del tracciato fanno sempre correre il rischio di dover appoggiare il piede a terra. Ecco, se capita o hai garretti d’acciaio per riprendere la corsa oppure, non è raro, vedere atleti che ultimanola salita spingendo a mano la bici.
Proprio sul Muro di Grammont si sono involati verso la gloria i grandi protagonisti storici della corsa: dai belgi Leeman, Musseuw e Boonen, dallo svizzero Fabian “Spartacus” Cancellara, a Fiorenzo Magni il Leone delle Fiandre.
Sul Grammont i corridori sentono addosso il fiato degli spettatori, l’urlo della folla ne perfora quasi i timpani, polvere o fango ne intasano i polmoni. Non importa che tu sia spinto verso la vittoria o stia arrancando nelle retrovie, non importa che tu stia affrontando il Grammont da professionista o per una scampagnata nella stoia con amici, quello che conta è esserci stato.