Andrey Amador parla del doping alla Vuelta a Costa Rica

Andrey Amador parla delle 12 positività all’antidoping al Giro del Costa Rica

Andrey Amador parla dell’incredibile serie di positività all’antidoping (12) riscontrare durante la Vuelta a Costa Rica 2017.

Andrey Amador parla di doping
Andrey Amador parla di doping

Andrey Amador parla schiettamente del bruttissimo caso di positività all’antidoping che hanno coinvolto diversi atleti durante la scorsa Volta a Costa Rica. Il 22 dicembre, dopo la quinta tappa, una impegnativa cronoscalata, sono risultati positivi addirittura 12 atleti. Il record negativo lo ha fatto registrare la Extralum-Tierniticos: tutti e sette i corridori iscritti alla Vuelta a Costa Rica sono risultati positivi al CERA.

 Sulla vicenda è dunque intervenuto il più famoso ciclista costaricano, Andrey Amador che ha scritto una lettera aperta dopo questa terribile notizia:

“Ciao amici. Quello di oggi è uno dei giorni più tristi per il ciclismo. Mi fa male vedere che la Vuelta a Costa Rica, che dovrebbe essere la nostra festa per celebrare questo sport, è macchiata così profondamente dal doping.

Scrivo questa lettera perché da bambino ho imparato che non solo nel ciclismo, ma nella vita in generale, tutto ciò che si guadagna lo si dovrebbe ottenere senza imbrogli. Quindi, come rappresentante del ciclismo costaricano nel mondo, denuncio questi fatti poiché sono totalmente contrario a queste pratiche.

Vorrei inoltre che tutti continuaste a fidarvi di questo sport. Quest’anno non ho potuto seguire la Vuelta Costa Rica in prima persona perché stava per nascere mia figlia, ma sono stato comunque orgoglioso di vedere tante persone e tante famiglie sulla strada. Come ho detto prima, la Vuelta a Costa Rica deve essere una festa e – nonostante quello che è successo – deve rimanere così. Perché quelli che hanno sbagliato, anche se sono tanti, sono una minoranza.
    
Quindi vorrei finire la lettera con due messaggi: uno per i tifosi e uno per il mondo intero. Ai primi vorrei dire che non ho alcun dubbio sul fatto che risorgeremo da questo colpo e che dobbiamo fidarci di chi fa un lavoro ben fatto. E a tutti gli appassionati di ciclismo del mondo vorrei dire che il nostro non è un Paese di imbroglioni. È un paese di persone umili e laboriose, abituate a guadagnarsi tutto con onestà ed etica. 
Buona vita
Andrey Amador”