Tomas Van den Spiegel rivoluzione digitale nel ciclismo!

Tomas Van den Spiegel e il ciclismo “digitale”

Tomas Van den Spiegel ex cestista, ora collabora con la Flanders Classics e al quotidiano De Standard ha parlato di come il ciclismo deve aprirsi al digitale

Tomas Van den Spiegel (fonte pagina Twitter)
Tomas Van den Spiegel (fonte pagina Twitter)

Tomas Van den Spiegel, il nome potrebbe essere quello di un fiammingo vincitore della Parigi-Roubaix in realtà si tratta di un ex giocatore di pallacanestro, vincitore di due Eurolega (l’equivalente della Champions League del calcio) che ha giocato anche in Italia con la maglia della di Fortitudo Bologna, Virtus Roma e dell’Olimpia Armani Jeans Milano. Nel suo curriculum appaiono anche i nomi di Real Madrid e CSKA Mosca (una vera potenza del basket mondiale) a dimostrazione che stiamo parlando di un talento assoluto del basket continentale.

Ma perché parliamo di Tomas Van den Spiegel, ex giocatore di basket, in un sito di ciclismo? Perché VdS (come è soprannominato) è uno dei capi del Flanders Classics, l’associazione che organizza le sei principali corse fiamminghe.

Insomma Van den Spiegel non è un tipo banale (è anche ai vertici della federazione europea di basket), è anche dirige anche la Sporthouse (una società che si occupa di marketing) e, dall’alto dei suoi 2,15 metri d’altezza, ha voluto rilasciare al quotidiano De Standard un’intervista in cui parla di ciclismo e, appunto, marketing.

“l’attuale situazione della comunicazione è in evoluzione, puntare sulla TV come unica forma di diffusione del ciclismo è un limite. L’evoluzione digitale va compresa e seguita per crescere. Quando sono stato chiamato dal Flanders Classics abbiamo deciso di  modificare il calendario fiammingo di primavera per migliorare l’identità delle singole corse. Ora dobbiamo pensare a un rinnovamento digitale: dal live streaming, a nuovi contenuti per i social e ad una app che possano coinvolgere gli appassionati come il quiz ciclistico che viene lanciato la domenica sera”.

Tomas Van den Spiegel non dimentica però l’importanza della copertura televisiva che continua a garantire visibilità e introiti:

“abbiamo bisogno dei diritti TV per promuovere gli sponsor e attrarre le città in cerca di visibilità ma al contempo non possiamo dimenticare di avvicinare i giovani che hanno aspettative diverse. L’attenzione dei consumatori è frammentata, noi ora abbiamo deciso di offrire delle clip dei momenti chiave della corsa gratuitamente ed è una cosa apprezzata. La sfida però è sul lungo termine, i big di internet come Facebook e Amazon stanno guardando allo sport e prima o poi metteranno gli occhi sul ciclismo. Non importa se il ciclismo muove cifre inferiori ad altri sport questi canali saranno la TV del futuro il ciclismo deve guardare a loro e ai nuovi mercati del Sud America e dell’Asia, tempo dieci anni il mondo dei media sarà totalmente diverso da oggi e dobbiamo essere preparati”.

Tomas Van den Spiegel ha poi spiegato come il ciclismo femminile, fino a qualche anno fa poco considerato, proprio mediante le dirette streaming ha aumentato la sua visibilità e popolarità. Questi input vanno dunque colti e trasformati in opportunità di crescita, trasferendo non solo immagini ma anche dati come la cadenza, la frequenza cardiaca e altre informazioni volte a creare un prodotto più appetibile per i nuovi utenti del ciclismo.