Tim Kerrison chi è il preparatore del Team Sky
Tim Kerrison la storia del preparatore del Team Sky
Tim Kerrison il preparatore australiano che sta dietro ai successi del Team Sky da Wiggins a Geraint Thomas passando per Chris Froome e il nuoto!
Tim Kerrison è nato Brisbane in Australia, fin da piccolo sviluppa una grande passione per lo sport e meno per lo studio salvo poi tornare sui propri passi quando capirà che diventare un campione sarebbe stato impossibile.
Ottenutala Laura in Scienze dello sport e management si iscrive a Medicina per poi entrare nello staff della Federazione Australiana di Nuoto. Nel 2000 si occupa delle formazioni giovanili scoprendo Jodie Henry che alle Olimpiadi di Atene 2004 conquisterà ben tre ori.
Terminata la missione olimpica, Tim Kerrison lascia l’australia per trasferirsi in Inghilterra dove ottiene il ruolo di di preparatore nella nazionale di nuoto inglese che a Pechino 2008. Alla kermesse cinese la spedizione britannica tornerà con al collo sei medaglie (di cui due di oro) che rappresentano il miglior risultato di sempre per la formazione d’oltre manica.
Proprio durante le Olimpiadi di Pechino avviene l’incontro tra Tim e David Brailsford, tecnico del ciclismo britannico, che lo invita a prendere parte ad un progetto volto a trasformare il Regno Unito nell’avanguardia del ciclismo su pista e poi nella creazione del Team Sky.
Tim Kerrison lavora a stretto contatto con Brailsford, i due identificano un manipolo di atleti da ingaggiare per la sfida su strada: Bradley Wiggins, Chris Froome e Geraint Thomas.
La Gran Bretagna da nazione sconosciuta per il ciclismo su strada comincia a veder sventolare l’Union Jack sui podi delle gare più note al mondo.
Kerrison non ha un passato da ciclista o come seguace di grandi preparatori come altri guru del settore, no lui proviene dai “Big Data” e il suo approccio è, quindi, molto matematico.
“Ogni corridore è un rapporto tra peso e potenza. Il peso minimo per sprigionare la potenza massima”
Furono le parole di Tim Kerrison in una intervista alla BBC per sostenere come il calcolo applicato allo sport possa portare ad ottenere risultati eccellenti. Una analisi matematico-scientifica del fisico e delle prestazioni del ciclista per parametri chiave quali frequenza cardiaca, soglia aerobica e anaerobica, consumo di ossigeno, potenza, ecc possono portare a un profilo chiaro delle potenzialità dell’atleta per programmare apposite attività di miglioramento.
Tim Kerrison e Bradley Wiggins
Nel 2010 Sir. Bradley Wiggins, fenomeno del ciclismo su pista d’oltre Manica, passa al Team Sky. Nel 2009 Wiggins aveva preso parte, con la maglia della Garmin, al Tour de France chiudendo, complice un percorso abbastanza agevole, in quarta posizione. Per gli addetti ai lavori quel, già sorprendente, risultato non poteva essere ulteriormente migliorato.
Secondo i dati incamerati di Kerrison, invece, Bradley poteva migliorare di molto le sue performance fino a giocarsi la vittoria finale. Grazie ad un fortissimo lavoro sull’aerodinamica in sella e sul tipo di applicazione nella pedalata portarono i risultati che tutti conosciamo.
Agilità, leggerezza e controllo sono le tre parole d’ordine che Tim Kerrison recita come un mantra al corridore britannico che divenne il primo suddito della Regina a vincere sui Campi Elisi nel 2012.
Tim Kerrison e Chris Froome
Impostato il percorso di Wiggins comunque un ottimo corridore su pista, ecco il miracolo dello “sconosciuto” Chris Froome che fece il suo esordio correndo con licenza del Kenya (nel 2006 ai mondiali Under 23 difenderà proprio questi colori).
Nel 2007, Chris passa professionista con il Team Konica Minolta, una formazione del Kenya, vincendo due corse per poi approdare l’anno seguente al Team Barloworld di Claudio Corti in cui passa due stagioni senza particolari picchi (83esimo al Tour de France 2008 e 32esimo al Giro d’Italia 2009). Nel 2008 Froome prende la licenza britannica e viene schierato ai Mondiali di Varese (senza terminare laprova). Nel 2010 viene chiamato dal team Sky ed ecco l’incontro con Tim Kerrison.
Il preparatore atletico propone al kenyano bianco i metodi utilizzati per Wiggins, portandoli a lentamente a livelli più elevati sfruttando anche la sua giovane età: alzare la frequenza alleggerendo i rapporti, nascono le ormai storiche “frullate”.
Il matra è il solito con un occhio al cardiofrequenzimetro, un assoluto controllo dei dati fisici in corsa e conteggio dei secondi nei quali il cuore supera la soglia anaerobica. Dopo due anni di duro lavoro ecco arrivare la Vuelta 2011 in cui il kenyan chiude in seconda posizione alle spalle di Cobo (per 13 soli secondi) ma davanti al capitano Wiggins.
Il 2012 consegna a Bradley il Tour ma sono in tanti a pensare che senza le tattiche di squadra il vincitore sarebbe strato Froome grazie alle sue frullate al limite della soglia ripetute fino a stremare gli avversari.
Il 2013 consacrerà Chris a fenomeno del ciclismo mondiale conquistando 4 Tour de France (solo nel 2014 la striscia è interrotta da Vincenzo Nibali). Nei trionfi è evidente la mano di Tim Kerrison
Kerrison idealizza e rende vero qualcosa mai visto nel ciclismo: frullare sui pedivelle a un ritmo quasi inumano elevato all’ennesima potenza il metodo di pedalata di Lance Armstrong: agilità al posto della potenza.
Accanto a questo nuovo “modo di pedalar” ecco anche un nuovo modo di allenarsi: l’inverno non è pausa ma costanza (testimonianza sono gli allenamenti invernali disumani di Froome).
“L’intensità di prestazione va mantenuta tutto l’anno, specialmente durante i periodi lontani dalle corse”
Altro mantra dell’australiano secondo il quale “la vita” (come si dice in gergo) non conosce pause né stagioni. I programmi sono religione e i numeri comandamenti ineccepibili il tutto senza imporre nulla agli atleti ma spiegando le ragioni di questo approccio “scientifico. Qualcuno li chiama guadagni marginali, ossia il non lasciare nulla al caso, in questo al Team Sky sono maestri e questa filosofia si inserisce alla perfezione con la visione dell’australiano che, arrivato dal nuoto, ha stravolto il ciclismo.
Tim Kerrison e Geraint Thomas
Thomas ha passato la sua esistenza sportiva a far da gregario (o quasi) a Chris Froome, svolgendo il suo lavoro con dedizione e devozione. Nato come pistard, Thomas ha vinto tre Mondiali (2007, 2008 e 2012) e due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Pechino e a quelle di Londra.
La sua disciplina? L’inseguimento a squadre, sforzo diversissimo da quello richiesto per vincere un grande giro a tappe: velocità contro resistenza. Nel 2007 aveva debuttato al Tour de France, finendo al 140° posto continuando l’alternanza pista-strada.
Prima del 2010 Froome è uno sconosciuto mentre Thomas ha già un nome tanto che in molti scommettono più su di lui che sul kenyano. I due corrono insieme dal 2008 e tra loro c’è solo un anno di differenza ma fatti smentiscono le teorie: Froome il campione, Thomas il gregario. Questo fino al 2018 quando a volare è il Gallese forse anche per merito degli insegnamenti di Kerrison.