Tadej Pogacar conquista la vittoria in solitaria sul traguardo del Mottolino

Tadej Pogacar conquista la vittoria in solitaria sul traguardo del Mottolino al Giro d’Italia 2024: è il cannibale della corsa

Tadej Pogacar “cannibalizza” il Giro d’Italia 2024. Lo sloveno non lascia nemmeno le briciole ai rivali conquistando il poker di vittorie alla Corsa Rosa di quest’anno con un’impresa che sa di leggendario.
La prima parte della tappa è stata movimentata dall’attacco di un gruppetto con Alessandro Tonelli, Tobias Bayer, Laurence Pithie , Lewis Askey, Olivier Le Gac, Caleb Ewan, Simone Velasco, Davide Ballerini, Harrison Wood, Davide Bais, Lilian Calmejane e Bert Van Lerberghe.

Il gruppo lascia inizialmente fare ma, quando si va ad affrontare il gran premio della montagna di Lodrino la corsa esplode. Si è creato un gruppone di una cinquantina di atlete che è evaso dal plotone andando a riprendere i fuggitivi ma, per via del numero elevato di ciclisti presenti l’armonia non si è del tutto mai creata.

Il Mortirolo non genera grandi movimenti ma subito dopo la mitica salita sono dieci atleti ad avvantaggiarsi: Conci, Geschke, Narvaez, Steinhauser, Alaphilippe, Quintana, Piganzoli, Valter, Storer e Covili. E’ poi Steinhauser a salutare gli altri lanciandosi in solitaria verso il Passo di Foscagno.

Il gruppo della maglia rosa a quel punto ha alzato l’andatura grazie al forcing di un instancabile Majka che ha spalancato le porte per la stoccata di Tadej Pogacar. Lo sloveno ha rotto gli indugi a circa tredici chilometri dall’arrivo e si è lanciato in una clamorosa rimonta.

E’ una saetta Poga che ad uno, ad uno va a riprendere tutti gli uomini in fuga. L’ultimo a mollare è Nairo Quintana ma, quando anche il colombiano alza bandiera bianca per Pogacar arrivate al traguardo in solitaria pare quasi un gioco da ragazzi.

Sul Mottolino è primo Tadej Pogacar che precede, nell’ordine, Quintana e Steinhauser. Dietro è la Ineos che prova a limitare i danni con Arensman che lancia Geraint Thomas con Daniel Martinez che è l’unico a resistere al ritmo del britannico tagliando l’arrivo con 2’49” di ritardo. Poco dopo è arrivato Ben O’Connor.

Sia Filippo Zana che Antonio Tiberi perdono terreno, rispettivamente 47″ e 1’10”.