Pierino Gavazzi in terapia intensiva per il Covid19
Pierino Gavazzi e la corsa più dura
Pierino Gavazzi positivo al coronavirus si trova in terapia intensiva, il figlio Mattia conferma la lotta del padre contro il Covid19
Pierino Gavazzi, ex professionista del pedale tra gli anni ’70 ed ’80, trovato positivo al Coronavirus è in un reparto di terapia intensiva. La notizia è già di qualche giorno ma ora il figlio Mattia, anche lui ciclista professionista, ha voluto rompere il silenzio per raccontare il dramma che sta vivendo la sua famiglia.
Pierino ha 69 anni ed è ricoverato presso l’Ospedale San Rocco di Ome, in provincia di Brescia. Gavazzi Senior ha manifestato per alcuni giorni una febbre persistente a cui hanno fatto seguito problemi respiratori. A raccontare l’evoluzione drammatica che ha portato a difficoltà di saturazione direttamente a La Gazzetta dello Sport è il figlio Mattia Gavazzi:
“lunedì 16 marzo abbiamo chiamato i soccorsi, che lo hanno portato a Ome. Ci sono volute diverse ore prima che potesse essere ricoverato, in filano c’erano già altre tre ambulanze. Mio padre era sotto ossigenoterapia in ambulanza e, dopo che è stato sottoposto al tampone, è risultato positivo al Covid19”.
Un vero dramma umano quello che ha colpito i Gavazzi, mercoledì le condizioni dell’ex ciclista sono peggiorate tanto da ritenere, da fonti mediche che hanno avvisato i famigliari, che le sue condizioni erano critiche.
“non ci ha nascosto che avremmo dovuto prepararci anche al peggio. La mattina dopo la telefonata hanno messo il casco a mio padre per cercare di fargli avere più ossigeno. Con lui riusciamo ad avere brevi contatti telefonici, in uno ha detto alla mamma che non vede l’ora di vederci e tornare a casa. attualmente mio padre non ha dolori ma è molto, molto affaticato”.
La zona in cui vivono i Gavazzi è una delle aree del paese più martoriate da questo maledetto virus, nessuno ne è risparmiato, tutte le famiglie sono in qualche modo toccate dalla malattia e dalle nefaste conseguenze della stessa:
“ci arrivano spesso chiamate di conoscenti che hanno avuto qualche perdita, le sirene delle ambulanze sono diventate ormai un triste sottofondo delle nostre giornate” ha raccontato Mattia.