Keagan Girdlestone incidente e ritorno alle corse

Keagan Girdlestone incidente e ritorno alla vita: “sono miracolato”

Keagan Girdlestone incidente terribile il 5 giugno 2016: finisce contro il lunotto di un’ammiraglia e rischia la morte, mercoledì torna a correre in Nuova Zelanda

Keagan Girdlestone incidente e ritorno alla vita
Keagan Girdlestone incidente e ritorno alla vita

Keagan Girdlestone incidente e ritorno alla vita per il giovanissimo ciclista sudafricano all’epoca dei fatti in forza alla Dimension Data Development (la formazione giovanile del team di Mark Cavendish)

Il 5 giugno 2016 resterà impresso nella sua vita inesorabilmente. Si corre la Corsa della Pace dilettanti a Sant’Ermete, vicino a Rimini, tutto sembra essere come sempre. Biciclette, moto al seguito, ammiraglie, insomma la classica giornata di corsa. Poi l’impatto. Poi la notizia corre nel gruppo. Un corridore è andato contro un’ammiraglia, si è procurato una lesione della giugulare e della carotide. Pare che abbia sfondato il lunotto di un’ammiraglia. Forse è morto!
Sul web in tam tam da fake news parte, su Twitter appaiono messaggi di colleghi: “R.i.p. Keagan”. “Adesso basta”. “Maledetta bicicletta”. Ma il corridore morto non era morto.

Keagan Girdlestone non è morto ma ci è andato molto vicino, è lo stesso atleta che lo racconta: “Due ore e mezza senza ossigeno al cervello, quasi quattro litri di sangue persi e un arresto cardiaco proprio sul tavolo operatorio. I medici prima dissero che non sarei sopravvissuto più di 24 ore, poi che avrei riportato danni permanenti al cervello”.

Keagan Girdlestone dopo l’incidente viene trasportato d’urgenza in ospedale, caso disperato. Passa 10 giorni di coma e tre settimane in terapia intensiva ma viene salvato, ridato miracolosamente alla vita, un diritto per un diciannovenne. Ha inizio  un sorprendente processo di recupero che ora sta per raggiungere il suo momento più importante.
Sono passati 591 giorni dal terribile schianto, Keagan ha ottenuto un contratto con il Frezzor Racing Team e mercoledì prenderà parte a New Zealand Classic, corsa di cinque tappe UCI.

C’è voluto il giusto tempo perché la voce tornasse squillante (nell’impatto una corda vocale era rimasta lesionata), i muscoli riprendessero forza e anche i nervi che si pensavano danneggiati tornassero a funzionare.

Keagan di quel giorno porta una profonda cicatrice sul collo e un tatuaggio sul braccio sinistro che saranno per sempre uno stimolo alla vita e anche il solo tornare ad una gara di livello senza ambizioni è una gioia che riempie il cuore.

“Sono nella forma migliore che abbia mai avuto dopo l’incidente, non ho grosse aspettative, solo una lista di obiettivi che cancellerò durante il tour mano a mano che li raggiungo: finire in gruppo, poi finire nei primi 20, poi provare ad attaccare, poi finire sul podio, poi… Sono un opportunista: se c’è una chance di ottenere il risultato e le gambe stanno bene, io ci provo” ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport.

Keagan Girdlestone è un miracolato e non lo nega: “si, non lo posso negare sono un miracolato, la mia forza viene da Dio e questo incidente mi ha insegnato che posso superare anche i momenti più duri per fare ciò che amo”.

Non sono stati momenti facili, è palese, ma “Mamma e papà sono stati fondamentali, Edvald Boasson Hagen mi ha dedicato la vittoria di tappa al Delfinato. Ho sentito tanto affetto attorno a me”.

“Se ho un rammarico legato a quell’accadimento? Non aver potuto assistere al matrimonio di mio fratello” ha dichiarato a Repubblica Keagan.

Il ciclismo ha vissuto periodi bui anche legato a finte speranze: “Avevo molti idoli nel ciclismo che si sono rivelati dei truffatori: è avvilente. Così spero di essere io quel cambiamento nel nostro sport che ho sempre voluto vedere: il corpo umano e la mente sono in grado da soli di realizzare cose incredibili”

Una tragedia sfiorata come questa qualche ricordo indelebile lo lascia non solo nello spirito ma anche nella mente: “ricordo solo la sensazione di un liquido caldo che corre sul mio collo, e uno spettatore che urla ‘Piano, piano’. Dei giorni in terapia intensiva ricordo un gran dolore, ma anche la voglia di tornare alla vita.
La vicenda di Girdlestone ricorda quella che ha vissuto Claudia Cretti:“Ho seguito la vicenda di Claudia, è stata una notizia terribile, ma è bello sapere che sta recuperando. Il mio consiglio è di essere sempre grati per quello che si ha, amare ciò che si fa, non perdere mai la speranza. E non lasciarsi scoraggiare dai momenti negativi”