Ivano Fanini: la vicenda doping ferisce la mia città

Ivano Fanini patron della squadra Amore&Vita parla di Doping

Ivano Fanini patron della squadra Amore&Vita interviene sullo scandalo doping che ha travolto la città di Lucca per lo scandalo Altopack

Ivano Fanini
Ivano Fanini

Ivano Fanini patron della squadra Amore&Vita con quartier generale in provincia di Lucca, da sempre in prima linea nella lotta contro doping, ha commentato l’inchiesta partita dalla scomparsa del corridore lituano Linas Rumsas e che ha condotto sei persone agli arresti domiciliari e altre 17 all’iscrizione sul registro degli indagati.

 

“Sono dispiaciuto per la vicenda doping che ha coinvolto la mia città, Lucca, da sempre punto nevralgico del nostro ciclismo. Le persone coinvolte abitano molto vicino a me e le conosco, in tanti quindi hanno chiesto la mia opinione – ha dichiarato Ivano Fanini – ma preferisco non esprimermi, posso solo dire che è strano che ad essere così fortemente coinvolta è una squadra cha ha vinto veramente poco”.

 

Ivano Fanini è da una vita nel mondo delle due ruote e ha da sempre preso posizioni forti e non sempre condivise. Quando fondò l’Amore&Vita ci fu una grossa polemica per aver messo sulle divise degli atleti la scritta “No all’aborto”,Il team voleva spingere i valori cristiani ma la cosa venne bloccata dai regolamenti della Lega ciclismo.

Anche sul doping la posizione di Fanini fu sempre molto dura tanto da farlo diventare un paladino dell’antidoping: “quello che penso e ho sempre pensato sul doping è da oltre 30 anni che lo dico, e mi è costato parecchio – ha commentato Ivano Fanini – negli anni abbiamo perso il conto dei morti per uso di farmaci proibiti.

Ora i controlli sono aumentati e grazie anche alle forze dell’ordine si sono fatti passi da giganti. Il futuro è dei corridori puliti, ma come sempre c’è chi bara e prima o poi viene beccato. Negli ultimi anni abbiamo visto coinvolti anche quasi tutti i corridori più significativi. Ma noi in Italia abbiamo il campione più pulito, Vincenzo Nibali, un esempio per il mondo. Voglio sottolineare che nel 2017 il ciclismo ha portato al Coni il record di 34 medaglie da mondiali ed Europei. Medaglie pulite perché chi le ha vinte è stato sottoposto a molti controlli”.