Disfunzione erettile e pratica del ciclismo
Disfunzione erettile il ciclismo non crea problemi
Disfunzione erettile e problematicità varie dell’apparato genitale maschile sono spesso state (erroneamente) collegate alla pratica del ciclismo sia a livello competitivo che amatoriale.
Disfunzione erettile e ciclismo non hanno alcuna correlazione: gli studi scientifici in materia hanno prima evidenziato che la pratica del ciclismo non aumenta il rischio di ammalarsi di tumore del testicolo e ora hanno certificato che non mette a repentaglio la potenza sessuale dell’uomo.
Alcune pubblicazioni avevano avanzato l’ipotesi che il ciclismo potesse favorire lo sviluppo della disfunzione erettile ma gli studi più recenti hanno allontanato questa ipotesi.
Secondo quanto pubblicato sul “Journal of Urology”, a seguito di uno studio svolto su un campione di ciclisti è stata paragonata con quella dei nuotatori e dei runner, le due ruote ottengono il semaforo verde.
“I benefici legati all’utilizzo della bicicletta superano di gran lunga i potenziali rischi”, hanno messo nero su bianco gli autori della ricerca. Lo studio ha evidenziato come i campioni di risultati sono identici per le varie tipologie di atleti.
Disfunzione erettile: i principali sintomi
- Intorbidimento del pene
- Formicolio e insensibilità nella regione perineale
- Diminuzione del flusso dell’urina
- Impotenza, anche solo temporanea
Disfunzione erettile: accorgimenti
- Alzarsi dal sellino e cambiare spesso posizione del corpo.
- Approfittare di ogni occasione, come un passaggio a livello chiuso, per alzarsi.
- Indossare un abbigliamento adeguato: pantaloncini imbottiti.
- Utilizzare, in caso di insorgenza di sintomi, dei sellini “specifici”.
Disfunzione erettile e urinarie: la bicicletta non le compromette
L’indagine è stata svolta su quattromila uomini sportivi: ciclisti, nuotatori e corridori provenienti dal Canada, dall’Australia e dalla Nuova Zelanda.
Dopo la verifica sui questionari, gli urologi sono arrivati a determinare che lo stato di salute sessuale e urinaria degli adulti arruolati nello studio non presenta differenze significative in base allo sport praticato.
L’unica differenza emersa è una maggiore predisposizione dei ciclisti a sviluppare la stenosi dell’uretra, il canale che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno: passando per la prostata e il pene.
La stenosi, nel tempo, può comportare un aumento della resistenza al flusso di urina o sperma e richiedere il trattamento chirurgico per ripristinare un diametro sufficiente del canale.
La quantità di esercizio svolto non influenza sull’insorgere del problema: tra sportivi ad alta intensità e amatori la ricorrenza della disfunzione è del tutto comparabile
L’intorpidimento dei genitali come «spia» di problemi futuri è stata segnalata più spesso dai ciclisti occasionali, mentre è risultata meno ricorrente al crescere del tempo trascorso sui pedali.
Benjamin Breyer, urologo dell’Università della California e coautore dello studio ha affermato che: “il ciclismo offre enormi benefici cardiovascolari e un basso impatto sulle articolazioni”.
Interessante è quanto venne stabilito dall’Università di Glasgow (studio pubblicato sul British Medical Journal) che sottolineò come l’uso delle due ruote fosse legata a una minore incidenza di tumori e di malattie cardiache.
Quindi: ciclisti tranquilli, la bicicletta fa solamente bene!