Il ciclismo della Generazione Z
Il ciclismo verrà cambiato dalla Generazione Z?
Il ciclismo e la Generazione Z da Evenepoel a Bernal, da Pogacar a Philipsen passando per Sivakov e Van der Poel
Il ciclismo della Generazione Z? Lo stiamo già vedendo! Remco Evenepoel ed Egan Bernal hanno illuminato il 2019 e sono pronti ad una ulteriore crescita anche nella prossima stagione.
A Luglio Egan Bernal ha conquistato una storica vittoria al Tour de France 2019 diventando il primo latinoamericano a vincere il Tour de France e il più giovane vincitore, a 22 anni, da dopo la Seconda Guerra Mondiale. La vittoria alla Grande Boucle arriva dopo che il colombiano aveva già dato sfoggio della sua grandezza l’anno precedente con il colori del Team Sky vincendo la Colombia Oro y Paz e l’Amgen Tour of California. Il suo 2019 ha (tra le altre cose) visto i successi alla Parigi-Nizza e al Tour de Suisse che da soli avrebbero reso straordinaria la carriera di chiunque.
Ad Agosto Remco ha stupito tutti trionfando alla Clásica San Sebastián a soli 19 anni, resistendo alla rimonta di Valverde e Van Avermat e diventando il più giovane vincitore di una classica nell’era moderna: un manifesto al nuovo che avanza.
Insomma a distanza di poche settimane sono arrivate due “statements”, due dichiarazioni di due campioni che hanno detto al mondo intero: “ragazzi ora ci siamo noi”!
Attenzione queste due performance sono assolutamente eccezionali ma altrettanto assolutamente non uniche. Merckx ha vinto la sua prima Milano-Sanremo all’età di 20, LeMond è arrivato terzo da debuttante al Tour de France a 23 anni, Armstrong ha vinto il titolo mondiale a 21 anni. Insomma non siamo di fronte a novità assolute ma siamo di fronte ad un cambiamento generazione simile a quello avvenuto con la cosidetta “classe del ‘90” con Quintana e Sagan da capofila.
Quello che è importante dire i due nomi citati non sono dei casi isolati, tutt’altro! Abbiamo ammirato la tenacia dello sloveno Tadej Pogacar che alla sua prima stagione tra i pro ha vinto il Tour of California e tre tappe alla Vuelta a España, concludendo terzo in generale e vincendo il titolo miglior giovane della corsa (come al Giro della California, al Giro di Slovenia e alla Volta ao Algarve). Pogačar è sotto contratto con la UAE fino alla fine del 2023 e nel team degli Emirati Arabi corre Jasper Philipsen giovane belga arrivato dal Hagens Berman Axeon di Axel Merckx ed in grado di conquistare la prima vittoria del World Tour a 21 anni al Down Under. Alla UEA lavora con successo Joxean Matxin Fernández, già talent scout per il defunto team Klein Constantia Continental, che ha ingaggiato Brandon McNulty.
Altro talento emergente è Pavel Sivakov (Ineos), figlio d’arte se pensiamo che il padre Alexei ha corso in Italia e Francia dal 1996 al 2005 e la madre Aleksandra Koliaseva ha vinto il Tour l’Aude e il titolo nazionale russo su strada. Pavel, vincitore del Baby Giro nel 2017, ad agosto ha conquistato il Giro di Polonia, sua prima gara a tappe WorldTour.
Alla Groupama-FDJ scalpita il 22enne David Gaudu, vincitore del Tour de l’Avenir 2016 e che quest’anno ha accompagnato il capitano Thibaut Pinot lungo le strade del Giro. Marc Hirshi del Team Sunweb, campione del mondo U23 a Innsbruck, è pronto per trovare nel 2020 il suo primo squillo nel World Tour dopo aver colto parecchi piazzamenti nell’ultima annata (top ten alla Vuelta al País Vasco e al Tour of Norway, terza piazza a San Sebastián e sesto al Giro di Germania).
Appare quasi “vecchio” il 24enne Mathieu van der Poel (nato nel 1995) che si è affermato come uno dei ciclisti più versatili degli ultimi anni tra affermazioni nel ciclocross e talento sulla strada dove ha conquistato l’Amstel Gold Race oltre al GP de Denain, alla Brabantse Pijl, alla Dwars door Vlaanderen e tre tappe e la classifica generale al Tour of Britain.
Il DNA di VDP è di primissimo livello: suo padre Adri ha vinto gare come Tour of Flanders e Liège-Bastogne-Liège, il nonno era Raymond Poulidor, recentemene scomparso e leggenda del ciclismo francese.
Alla EF è salito in gerarchia Sergio Higuita che, pur non essendo un esordiente (aveva corso nella Equipo Eusakdi) ha solo 22 anni e talento da vendere appena la strada sale tanto che ha chiuso secondo al Tour of California e quarto al Tour de Pologne e ha colto alla Vuelta a España nella tappa con arrivo a Becerril de la Sierra.
Interessante prospetto è anche Jonas Vingegaard, prodotto della ColoQuick e ora in forza al Team Jumbo Visma che al Tour de Pologne ha vestito la maglia di leader per un giorno (vincendo una tappa) e ha chiuso nono al Deutschland Tour.
Uno spazio lo dedichiamo anche al nostro Edoardo Affini, medaglia di bronzo europea a cronometro, che ha chiuso quarto al Tour of Norway vincendo anche una tappa