Luca Raggio Intervista Esclusiva per Ciclonews
Luca Raggio Intervista esclusiva al neo corridore della Wilier Triestina-Selle Italia
Luca Raggio, 22 anni, talentuoso scalatore di Coreglia Ligure (entroterra del Levante genovese) di recente passato dalla Viris Maserati Cycling Team alla Wilier Triestina-Selle Italia si racconta ai nostri microfoni.
Ciao Luca, anzitutto grazie per aver accettato la nostra intervista, ci racconti come è nata la tua passione per le due ruote?
Ciao ragazzi e grazie a voi per l’ospitalità sul vostro fantastico sito. Direi che la mia passione è nata essenzialmente grazie a mio fratello e ad un mio amico entrambi più grandi di me che andavano spesso in bici nel tempo libero e successivamente hanno iniziato a farlo a livello agonistico.
Io da bravo fratello minore ho seguito le loro orme ed ho cominciato a chiedere se potevo entrare nella società giovanile della mia zona il G.S. Levante del team manager Andrea Levaggi e a 15 anni ho iniziato la stagione agonistica nella categoria allievi
Hai praticato altri sport o sei partito subito col ciclismo?
Beh con gli amici mi sono dilettato anche il altre discipline così come a scuola nelle ore di educazione fisica ho sperimentato altri sport ma il ciclismo è il mio unico amore.
Come ha influito il ciclismo sulla tua adolescenza?
Sicuramente il ciclismo è uno sport che occupa molto tempo, quando sei adolescente magari hai delle frequentazioni che sono più portate al divertimento che all’allenamento e il fatto di praticare questo sport non mi ha lasciato sempre spazio per attività ludiche. Però devo ammettere che in cambio del sacrificio questo sport mi ha ricambiato dandomi moltissimo, facendomi crescere sia sul piano fisico/atletico che come persona.
Perché suggeriresti il ciclismo a un ragazzo che vuole cominciare a fare sport?
Se un ragazzo dovesse chiedermi un motivo per iniziare a correre in bici sicuramente proverei a fargli comprendere il senso di libertà che questo sport ti può dare, la sensazione che provi quando ti alleni da solo, come ti svuota la mente dai pensieri o l’adrenalina del calore del tifo su di una salita. Il ciclismo permette di viaggiare molto, vedere (anche se di corsa) posti nuovi in Italia, conoscere persone, far nascere belle amicizia e trasmetterti grandi valori.
Il ciclismo è una fonte inesauribile di adrenalina, ti mette alla prova, ti fa tirar fuori il meglio di te e può formare il carattere insomma un ragazzo dovrebbe mettere sul tavolo tanto sacrificio per raccogliere tante soddisfazioni.
Luca, sei giovanissimo ma hai già tante esperienza, c’è una corsa che ricordi con più piacere?
Sinceramente ho tantissime corse mi piacciono o mi sono piaciute e che mi hanno lasciato dentro delle emozioni particolari, ma sicuramente la mia vittoria al trofeo Matteotti a Marcialla. Arrivare da solo sul traguardo di una corsa storica, stremato dopo una lunga fuga è qualcosa che ti lascia dentro una sensazione unica.
Come è il rapporto di Luca Raggio con gli altri sport?
Non mi dispiace seguire il calcio alla televisione, mi diverte ma se devo scegliere, beh sicuramente il ciclismo è inarrivabile.
Il tempo libero è sempre poco per un ciclista, cosa ti piace fare lontano dalle gare?
Come dici tu, giustamente, per noi ciclisti tra allenamenti, corse e ritiri di preparazione il tempo libero diventa davvero un bene prezioso ed è indispensabile per ricaricare le pile. Quando ho la possibilità di essere libero da impegni sportivi adoro stare con i miei cari, leggere oppure guardare qualche film alla tv.
Ascolti musica durante gli allenamenti e se si cosa?
Decisamente si, sono un vero amante della musica. Mi accompagna sia in allenamento che negli attimi di pausa magari in hotel o nei trasferimenti per raggiungere le località delle corsa. Durante gli allenamenti mi piace ascoltare musica un po’ “dura”, che sia in grado di caricarmi, ascolto molto rock e punk. Tra i miei gruppi preferiti ci sono i Sum 41, Green Day e i Linkin Park, mi ha colpito molto la tragedia di Chester Bennigton, il frontman, trovato morto lo scorso 20 luglio.
Quali sono i modelli a cui ti ispiri nel ciclismo?
Direi che al momento Fabio Aru è il corridore simbolo del ciclismo Italiano presente e futuro, ha tanta grinta e classe e lo ha dimostrato anche al recente Tour de France è lui uno degli attuali “pro” che più mi esalta.
Sei reduce da un ottimo Giro under e ora passi alla Wilier, quali sono i tuoi prossimi obiettivi professionali?
Questo per me è un momento fondamentale della carriera, mi metterò da subito a disposizione della squadra per dare il mio contributo. Dovrò essere bravo ed attento ad ascoltare e fare miei tutti i consigli che potranno giungere dai miei compagni più esperti e dallo staff. La Wilier Triestina-Selle Italia è una squadra ambiziosa ed organizzata in cui avrò la possibilità di crescere e migliorare veramente molto.