Geraint Thomas e l’INEOS Grenadiers che verrà

Geraint Thomas (fonte pagina Facebook)
Geraint Thomas dopo aver visto ridimensionare il suo ruolo nel roster dell’Ineos Granadiers prova a fare il punto sul futuro del ciclismo e del team
Geraint Thomas ha rilasciato una intervista a CyclingNews.com facendo un excursus sugli ultimi mesi e sul momento storico del ciclismo. Il britannico sta vivendo questo momento di passaggio per lo sport del pedale e nel 2019 ha “passato il testimone” a Bernal nella conquista del Tour de France.
Nelle parole di Thomas traspare nettamente un po’ di amarezza per il cambiamento repentino che lo ha visto passare dall’essere leader ad essere uno dei tanti.
Durante la rinegoziazione del contratto la direzione gli ha affibbiato il ruolo di mentore per le nuove generazioni con uno stipendio fortemente ridimensionato.
“Per il Tour si è parlato di Adam Yates e Dani Martinez dall’inizio, e ovviamente di Egan Bernal prima del suo incidente. Io ho espresso la mia visione, alla mia età posso permettermelo – ha spiegato Geraint – non ci sono questioni di amicizia, è business”.
“Il ciclismo in generale sembra avere questa ossessione per i ciclisti più giovani e cercare di trovare il prossimo Remco. Ma lui e Pogacar sono unici. Non ce n’è uno ogni anno e poi va considerato l’aspetto del budget” ha spiegato il britannico che ha voluto fare anche il punto sulla Ineos: “Su Benral c’è un grosso punto interrogativo dopo il suo incidente che lo ha coinvolto. Ovviamente, non puoi mai prevedere cosa ti accade durante una carriera. Abbiamo dei ragazzi giovani come Tao che ha vinto il Giro ma poi ha faticato o Pavel che è sulla strada buona ma deve ancora crescere”.