Cos’è la pedalata rotonda?

Pedalata rotonda (fonte Pixabay - denzel)

Pedalata rotonda (fonte Pixabay - denzel)

Cos’è la pedalata rotonda? Tecnica ciclistica sempre più diffusa tra i professionisti ma dal risultato controverso

Cos’è la pedalata rotonda?

La pedalata rotonda, quante volte abbiamo sentito usare questo termine durante le dirette televisive delle corse professionistiche? O quante volte, uscendo con amici, abbiamo sentito usare il vocabolo “rotondo” legato al modo di pedalare?

Con ogni probabilità molto spesso! Ma sappiamo cosa significa pedalata rotonda? Il modo esattamente opposto di pedalare è detto “a stantuffo”. Spesso vedendo un ciclista che fatica ci viene proprio in mente lo “stantuffo”.

La pedalata rotonda, invece, è funzionale all’erogazione di potenza omogenea e distribuita in modo uniforme durante tutte le fasi della pedalata. Non solo spinta ma anche la trazione sul pedale nella fare di recupero (o di risalita) del piede consente di migliorare l’efficienza della nostra pedalata.

Anche nel cosiddetto punto-morto sarebbe importante che la forza applicata sia sempre perpendicolare all’asse della pedivella.

Questa tecnica è piuttosto complessa per un principiante ma allenandola costantemente consente di risparmiare energie durante le corse.

Quali sono le fasi della pedalata?

• Fase 1: prevede l’uso dei quadricipiti e corrisponde alla massima spinta, ovvero quando la pedivella è orizzontale al terreno
• Fase 2: prevede l’uso dei flessori del ginocchio e corrisponde al punto di massima estensione della gamba

• Fase 3: ovvero quando il pedale viene “tirato” verso l’alto;
• Fase 4: prevede il passaggio dall’uso del bicipite al quadricipite femorale e corrisponde al passaggio del punto morto superiore verso la spinta.

Quali benefici da la pedalata rotonda?

Il gesto della pedalata rotonda consente di sprigionare maggiore potenza sui pedali. Ritenuta una pedalata “ideale” in quanto in ogni istante la forza che viene applicata è tangenziale alla circonferenza che viene descritta dal pedale ovvero perpendicolare all’asse della pedivella. In sostanza, se correttamente eseguito, questo movimento consente di applicare sempre la forza per la propulsione.

In una pedalata “rotonda” teorica il rapporto tra forza applicata e forza propulsiva è quindi pare a 1 (ovvero il 100% della forza applicata dal ciclista va alla propulsione) ma chiaramente questa è pura utopia. L’obiettivo è quello di attestarsi su di un valore che varia dallo 0,4 al 0,6. Insomma l’ottimale è arrivare al 60% di forza impiegata destinata alla propulsione. Chiaramente la fase di spinta consente un valore più alto rispetto alla fase di “recupero”.

Ridurre la forza contraria al movimento della pedivella nella fase di recupero, è l’obiettivo primario per ottenere la pedalata più efficace possibile.

Come allenare la pedalata rotonda?

Il modo migliore e più sicuro per allenare questa tecnica è farlo sui rulli in casa partendo con rapporti leggeri così da abituare i muscoli a “tirare” non solo nella fase di spinta ma anche in quella di recupero. Ottenere una perfetta pedalata rotonda richiede molto lavoro e sacrificio ma l’uso di dispositivi tecnologici può agevolare la cosa La “famosa” corona ovale, ad esempio, è in grado di annullare i punti ciechi aumentando l’efficienza della pedalata.

Va ricordato che la pedalata rotonda è questione non solo di tecnica e gambe ma anche di abitudine mentale nuova con apprendimento di una coordinazione muscolare nuova.

Pedalata rotonda: realtà o ossessione

Come tutti i concetti, anche quello della Pedalata Rotonda non va né esasperato né “beatificato”. Non sempre l’ossessione per questa tecnica è coerente con il reale beneficio che porta. Spesso questo movimento non consente il corretto riposo del muscolo e la conseguente fase di recupero. In molti casi è meglio lavorare sulla potenza così da aumentare i watt piuttosto che ricercare questo modo di pedalare ad ogni costo.

Insomma “tirare” anche nella fase di recupero può da una parte migliorerebbe l’efficacia della pedalata ma con un relativo dispendio energetico troppo elevato con un impatto negativo sulll’efficienza della pedalata.