Bike Card oTassa del sudatore? Vediamo i motivi
Bike Card divide l’opinione dei cicloamatori,
Bike Card :vediamo meglio di cosa si tratta l’obbligo imposto dalla Federazione Ciclistica Italiana
Bike card, già rinominata “Tassa del sudatore”, rappresenta un vero e proprio terremoto nel mondo del ciclismo amatoriale, ma di cosa si tratta? Il nome emblematico è nato sul web per descrivere l’dell’obbligatorietà a sottoscrivere la bike card rilasciata dalla Federazione Ciclistica italiana per partecipare a competizioni ciclistiche non agonistiche e passeggiate organizzate da enti e associazioni.
Bike Card: Cosa cambia per i ciclisti amatori
La norma è stata approvata il 22 dicembre proprio alla vigilia delle feste e dello scioglimento delle Camere in vista delle nuove elezioni quella definita ormai da molti come la ‘tassa sul sudore‘ o ‘tassa del ciclista della domenica’. Il provvedimento ha suscitato le polemiche e l’indignazione da parte di molti amanti delle due ruote e, indipendentemente da condividerne lo spirito, questa decisione comporta una rivoluzione nel mondo degli amatori.
Se fino a l’altro ieri si poteva prendere parte a passeggiate non agonistiche solo con l’iscrizione ad un ente di promozione sportiva e il certificato medico per attività non agonistica ora ogni appassionato di ciclismo dovrà sottoscrivere la bike card della Federciclismo per prendere parte agli eventi.
Bike Card: il prezzo
La bike card della Federciclismo avrà un costo annuo di 25 euro ma pare che non portarà alcun beneficio ai ciclisti, ne sottoforma di prestazione assicurativa ne con la fornitura di servizi. Sul Corriere della Sera Renato Di Rocco, Presidente di Federciclismo ha dichiarato: “offrirà comunque anche dei servizi, quali lo penseremo”.
La Tassa sul Sudore era nell’aria già da tempo, almeno dal momento in cui la federazione aveva provato ad imporre agli organizzatori di corse amatoriali un contributo di 1,5 € per ogni partecipante (fermato dal CONI).
Bike Card: motivazione buco?
Qualche tempo fa il CONI aveva alzato il coperchio sul buco di bilancio della Federciclismo (si è parlato di due milioni di euro e oltre). Questa misura avrebbe quindi l’obiettivo di contribuire al risanamento del deficit anche se Di Rocco ha dichiarato: ‘Ma quale tassa, la nostra è un’iniziativa politica per combattere chi ci fa concorrenza sleale con i contributi pubblici. I soldi serviranno a gestire servizi comuni come la giustizia sportiva’.
Se consideriamo che in Italia vi sono circa 4 milioni di appassionati che partecipano a manifestazioni non competitive e lo moltiplichiamo per i 25€ richiesti… stiamo parlando di cifre da capogiro in ballo.