Valverde e le polemiche su Operacion Puerto
Valverde: ciclismo attuale sta bene!
Valverde: ciclismo in ottima salute ma intanto i giornali iberici di Marca e AS sono tornati a parlare di Operacion Puerto
Valverde: ciclismo “in ottima salute”! questa la risposta alla domanda posta al nuovo Campione del Mondo da parte del quotidiano spagnolo Marca. Avvicinato dai giornalisti della nota testata giornalistica sportiva, Alejandro ha dichiarato che non ama essere intervistato sulle attività legate ad Operacion Puerto, che hanno portato alla sospensione dello spagnolo per due anni.
Quando viene incalzato dai giornalisti di Marca se fa male parlare di quella vicenda, Valverde ha detto:
“Non fa male, ma non mi piace parlarne sempre, sono [i giornalisti], in primo luogo e soprattutto a dargli peso. Chiunque è libero di scrivere ciò che vuole, ma nel dare peso ad esso si gioca”.
Poi, quando gli è stato chiesto se pensava che il ciclismo fosse un modello di sport pulito, ha aggiunto: “È molto chiaro che oggi il ciclismo ha una grande salute”.
Lo scandalo dell’Operazione Puerto ha riempito di nuovo i titoli la scorsa settimana, dopo che un tribunale spagnolo ha autorizzato il rilascio di sacche di sangue al comitato olimpico italiano.
I nomi degli atleti collegati al caso potrebbero finalmente essere rivelati dopo la decisione della corte. Più di 200 sacche di sangue sono state sequestrate durante l’operazione di polizia nei raid antidoping nel 2006 che coinvolse nomi grossi e, tra gli altri, anche Tyler Hamilton e Jan Ulrich.
Nel 2010, Valverde fu infine squalificato per due anni dopo che il suo DNA fu abbinato a una sacca di sangue sequestrata nelle incursioni di Puerto.
I nomi dei 26 atleti uomini e delle tre donne legate a “Puerto attraverso le sacche di sangue non sono stati pubblicati a causa della paura di azioni legali da parte di coloro che ne furono coinvolti (è sopraggiunta, oltretutto la prescrizione del reato)
Secondo quanto riportato qualche giorno fa dall’altro giornale sportivo spagnolo AS, le sacche di sangue raccolte dagli inquirenti nei laboratori del dottor Eufemiano Fuentes e attualmente conservate presso un laboratorio di Barcellona saranno inviate a Roma, presso il Coni.
Va ricordato che furono proprio le richieste del Coni a portare, nel 2009, alla squalifica di Alejandro Valverde (in una sacca etichettata Valv-Piti venne rinvenuto DNA del neo campione del mondo).
Il corridore iberico fu prima squalificato dalle corse italiane e successivamente la squalifica fu estesa ad uno stop totale dal 2010 al 2012.