Stefano Nardelli sto ridisegnando la mia vita
Stefano Nardelli costretto ad abbandonare il ciclismo un anno fa
Stefano Nardelli costretto ad abbandonare il ciclismo un anno fa sta tornando alla vita quotidiana senza più gare ma sempre con la bicicletta nel cuore

Stefano Nardelli, a circa un anno di distanza dall’intervento di ablazione che lo ha costretto ad abbandonare il ciclismo agonistico, ha raccontato la sua esperienza ai colleghi di ciclismoweb. Dopo anni di ottime prestazioni sono iniziati problemi fisici che lo hanno segnano non tanto nel corpo quanto nella mente: correre e competere senza essere sicuri della risposta del proprio corpo è assolutamente un brutto modo per affrontare le gare agonistiche.
Vincitore di una Poggiana, scalatore provetto e prospetto di altissimo profilo nel corso della sua breve carriera ha ottenuto interessanti risultati sia in gare nazionali che internazionali. L’abbandono della vita da agonista ha necessariamente modificato la sua vita ma non ha ridotto la sua instancabile energia. Ripreso gli studi e ottenuto il diploma presso il Liceo scientifico si è iscritto a Scienze Motorie.
“Il mio sogno, come quello di tutti i corridori dilettanti era quello di ottenere un contratto come professionista. Purtroppo il sogno è rimasto tale per via di quel problema che mi ha colpito un annetto fa ma da sempre ho pensato a una alternativa alla mia vita da atleta”
“Mi sono iscritto all’Università, alla facoltà di Scienze Motorie – ha continuato Stefano Nardelli – e frequento un corso per diventare massaggiatore. Ho un lavoro come preparatore atletico e sono responsabile preparazione e comunicazione 7 Watt per Kilo”.
La scelta di abbandonare il ciclismo da parte di Stefano non è stato dunque un segno di resa ma, al contrario, un guardare in faccia la realtà e trovare un nuovo modo per realizzare i propri sogni. Da qualche tempo Nardelli ha iniziato a collaborare con il Team Femminile Trentino e, sempre ai microfoni di ciclismoweb si è così espresso: “l’esperienza mi entusiasma, soprattutto perchè sono felice di poter dare il mio contributo a una squadra di ciclismo femminile, considerata la minore visibilità di cui gode rispetto al ciclismo maschile.”