Stefano Allocchio ciclista e direttore di corsa
Stefano Allocchio ciclista milanese, vincitore di diverse corse da professionista, autentico mattacchione diventato direttore di corsa per RCS
Stefano Allocchio nasce a Milano il 18 marzo 1962, i genitori gestiscono un bar in città. Si avvicina allo sport praticando il calcio e diventando tifoso dell’Inter. Il papà Marco decide di creaere una squadra di cicloamatori, il GS Tartavalle e da quel momento, per il piccolo Stefano scatta la passione per le due ruote. Allocchio abbandona il calcio per dedicarsi anima e corpo al ciclismo.
Nel 1983 entra tra i dilettanti con la FMG Diadora-Wilier Triestina mettendosi in luce soprattutto in pista dove ottiene il titolo italiano nell’inseguimento a squadre con Roberto Amodio e Massimo Brunelli e nell’americana sempre con Brunelli. Nell’84 l’atleta milanese passa alla S.C. La Nuova Baggio vincendo il Giro delle Tre Provincie e prende parte come riserva del quartetto ai Giochi Olimpici di Los Angeles 1984 e nelle corsa a punti ottenendo l’undicesimo posto. Alla Sei Giorni di Praga assieme e Roberto Amadio sfiora la vittoria ma a causa di una collisione Roberto si rompe una spalla ed il successo sfuma.
Stefano Allocchio passa professionista con la Malvor Bottecchia di Mario Cal ed alla seconda corsa da pro ottiene la vittoria nella Settimana Internazionale Siciliana sul traguardo della prima tappa a Palermo.
Stefano Allocchio vince due tappe al Giro d’Italia 1985
Allocchio è al via del Giro d’Italia dove si impone in due tappe: è primo a Foggia davanti allo svizzero Urs Freuler e a Salerno davanti a Beppe Saronni completando la corsa al 132esimo posto. Ai Campionati del Mondo di Bassano del Grappa è bronzo nella corsa a punti alle spalle di Urs Freuler e Hans Ledermann.
Nel 1986 Allocchio non ottiene successi ma molti piazzamenti: al Giro d’Italia è secondo a Baia Domizia e a Pesaro dietro a Bontempi oltre a cogliere un terzo e due quarti posti concludendo la corsa al quarto posto della classifica a punti ed al 132esimo in generale. Al via del Tour de France non ottiene risultati di prestigio e si ritira prima della fine della corsa. Ai Mondiali su pista di Colorado Springs è bronzo nella corsa a punti dietro a Urs Freuler e Michel Vaarten.
Nell’87 il milanese passa alla Supermercati Brianzoli-Chateau d’Ax ottenendo un terzo posto di tappa alla Tirreno-Adriatico a Porto Recanati dietro a Saronni e Cimini, un terzo al Giro d’Italia a San Giorgio del Sannio dietro a Rosola e Bontempi e al Tour de France sul traguardo di Pforzheim alle spalle di Frison e Van Poppel. In quella stagione Allocchio prende il soprannome di “Papa”: la formazione dota i ciclisti di un cappellino bianco con paraorecchie molto simile a quello usato sulle nevi dal Papa Karol Wojtila, Volpi e Pozzi, suoi amici e colleghi creano quindi il nuovo nickname del ciclista milanese.
Nel 1988 Stefano Allocchio sfiora la vittoria al Trofeo Laigueglia superato in volata dal solo Paolo Cimini e conquista la seconda tappa del Giro di Puglia sul traguardo di Cerignola davanti ad Ettore Badolato. Al Giro d’Italia è secondo nella diciassettesima tappa sul traguardo di Borgo Valsugana alle spalle di Patrizio Gambirasio.
L’anno successivo Allocchio torna a vestire i colori della Malvor e a febbraio vince una tappa alla Settimana Ciclistica Internazionale e la cronometro di apertura della Tirreno-Adriatico a Bacoli precedendo Urs Freuler, vestendo per un giorno la maglia di leader della corsa.
Stefano Allocchio vince una tappa alla Vuelta a España 1989
A maggio il milanese prende parte per la prima ed unica volta in carriera alla Vuelta a España conquistando il successo nella tappa di Albacete davanti allo spagnolo Casimiro Moreda ed al belga Eddy Planckaert.
Allocchio vince due tappe al Giro 1990
Nel 1990 Stefano passa alla Italbonifica-Navigare di Bruno Reverberi ed è protagonista al Giro d’Italia conquistando la tappa di Nola davanti al tedesco Jan Schur e quella di Marina di Pietrasanta superando Mario Cipollini.
Nel ’91 sfiora il successo alla corsa rosa nella tappa di Castelfranco Veneto superato da Silvio Martinello r è quinto a Città di Castello e ottavo nella frazione di Milano. La stagione successiva è secondo di tappa al Giro di Calabria ricoprendo sempre con maggior efficacia il ruolo di “cuscinetto” tra i giovani e i vecchi atleti della squadra ed in generale del gruppo.
Vero burlone nel ’92 assieme a Alessio Di Basco e Dmitri Konishev organizza la messa in scena di un incidente di corsa: i tre si buttano a terra, arrivano ambulanza e medico salvo poi capire che è tutto uno scherzo.
Spirito solare e vero mattacchione, Allocchio entra nel cuore di tutti e corre la sua ultima annata nel 1993 con la maglia della Lampre chiudendo al secondo posto il Girodella Provincia di Reggio Calabria e cogliendo un quarto posto di tappa al Giro d’Italia.
Sceso di sella nel 1995 collabora con RCS entrando, tre anni dopo, nello staff del Giro d’Italia. Allocchio vive a Cesano Maderno, con la moglie Sandra e i figli Anita, Jacopo di 14 e Caterina.