Simone Medici intervista per ciclonews

Simone Medici intervista esclusiva per www.ciclonews.biz

Simone Medici è uno degli alfieri tricolori del mondo della Downhill. 22 anni, reggiano si racconta in questa intervista.

Ciao Simone e grazie per aver accettato la nostra intervista, ci racconti come è nata la tua passione per il Downhill?

Simone Medici
Simone Medici

Grazie a voi per questa opportunità, per quanto strano possa sembrare prima di iniziare a fare downhill ho corso tre anni in bici da corsa, poi però ho capito che non faceva per me. Il primo approccio a questa disciplina l’ho avuto per puro caso mentre ero in vacanza in Austria a Saalfeelden, un paese vicino a Leogang. Con mio padre e mio fratello andavamo già a fare giri in Mtb e, sotto consiglio della signora della pensione in cui alloggiavamo, abbiamo noleggiato le bici da DH e abbiamo iniziato a fare qualche discesa nel bikepark. Non sapevo neanche che quello che stavamo facendo fosse uno sport, ma era la cosa più divertente e adrenalinica che avessi mai provato, perciò per un paio d’anni abbiamo ripetuto la cosa.

Il DH è una disciplina non facile e nemmeno facile da approcciare  come mai hai scelto questa disciplina?

Fortuna vuole che l’anno dopo aver chiuso con la bici da strada, nel paese dove abito Alberto Lunghi e Michele Pedroni aprirono un nuovo negozio di Mtb specializzato nel gravity. Da lì mi sono appoggiato a loro, che mi hanno supportato ed accompagnato alle prime gare di DH. Loro sono state le prime persone a credere in me e mi hanno introdotto nel mondo della Downhill. In particolare Michele Pedroni mi ha poi preso sotto la sua ala e mi ha insegnato tutto quella che sapeva. Ci siamo tolti parecchie soddisfazioni insieme dopo un qualche anno di gare.

Che sensazione provi quando scendi a tutta in una gara di DH?

La sensazione che provo maggiormente quando sono sulla mia bici è quella di benessere. Quando vado a tutta in discesa mi sento bene con me stesso, libero, realizzato. La bici da DH mi regala emozioni che non riesco ad avere in nessun altro sport.

Hai una gara che ricordi con particolare piacere?

Dunque, ce ne sono un paio ad essere sincero. La prima è la gara di Gravitalia 2014 a Sestola, la mia seconda vittoria in ambito nazionale. È stata l’unica gara in cui prima di partire dal cancelletto stavo per vomitare dalla tensione, c’era tutta la mia famiglia a vedermi e una volta scoperto di aver vinto è stata una liberazione immensa, quando riguardo i video dell’arrivo mi viene ancora la pelle d’oca! La seconda è la gara di Gravitalia 2015 all’Abetone. Esattamente un anno prima mi avevano asportato un rene in seguito a una brutta caduta, per cui tornare sul gradino più alto del podio è stato indescrivibile. Anche vedere l’affetto del mio team e dei miei amici piloti una volta passato il traguardo è stata una cosa che difficilmente scorderò.

Cosa fa Simone Medici nel tempo libero?

Nel tempo libero mi piace andare in giro con la bici da enduro, andare in moto da cross, arrampicare, esplorare, tuffare. Diciamo che mi trovo più a mio agio in un bosco o all’aperto in mezzo alla natura piuttosto che in una palestra in mezzo a quattro pareti di cemento.

C’è qualche sportivo che ha ispirato Simone Medici?

Per quanto riguarda l’ambito bici direi Sam Blenkinsop, super stiloso da veder guidare e non se la tira per niente. In un contesto sportivo più ampio invece direi Alex Zanardi, mentalità incredibile e forza di volontà fuori dal comune, ogni volta che lo sento parlare in televisione mi vengono i brividi e rimango incollato alla schermo come un bambino davanti a un cartone animato.

Che rapporto hai con la musica? La ascolti mentre ti alleni?

In genere ascolto musica solo quando sono in viaggio o quando lavoro sulle mie bici in garage, non la ascolto mai quando mi alleno e/o sono in bici. La mia playlist è abbastanza svariata, passa dall’Hip Hop al Rock all’House. Ogni volta che qualcuno sale sul mio furgone rimane stupito dai cambi musicali che ci sono tra un pezzo e l’altro.

Come prepari una gara di downhill?

Negli ultimi tempi ho iniziato a non seguire tabelle o allenamenti programmati, anche perché, avendo iniziato a lavorare mezza giornata, l’idea di passare il restante tempo chiuso in una palestra non mi entusiasmava molto. Preferisco come dicevo prima rimanere attivo andando a pedalare o a fare qualsiasi altro sport outdoor, sono molto più rilassato mentalmente e credo che questo sia l’aspetto che maggiormente influisce la prestazione in una gara di downhill (per quello che riguarda la mia esperienza)

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi professionali?

Questa stagione è stata per me un po’ un punto di ripartenza. Ho ricominciato da zero e pian piano sto stornando ai livelli a cui ero arrivato qualche anno fa. L’obiettivo principale che inseguo da sempre è quello di diventare campione italiano, ma mi piacerebbe tornare a essere abbastanza competitivo da correre in Coppa del Mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.