Silvio Martinello sul caso Metoo

Silvio Martinello pubblica un duro post

Silvio Martinello ha pubblicato un post sulla propria pagina Facebook sulle evoluzioni del caso #Metoo che sicuramente farà parlare

Silvio Martinello il post sulla vicenda #Metoo
Silvio Martinello il post sulla vicenda #Metoo

Silvio Martinello ha pubblicato un post sulla propria pagina Facebook sulle evoluzioni del caso #Metoo che sicuramente farà parlare, lo pubblichiamo integralmente.

Indipendentemente dall’idea che ognuno di noi si può fare su questa delicatissima situzione la posizione dell’ex ciclista è sicuramente forte.

 

Ora che siamo più tranquilli e sollevati possiamo fare un profondo sospiro ed abbracciarci. Scongiurato l’imbarazzo di dover spiegare come comportamenti ed atteggiamenti mal interpretati da qualche bigotto analfabeta, fossero in realtà da ricondurre ad innovative e sofisticate tecniche di coaching atte ad ottenere il massimo dalle atlete, francamente non sarebbe stato semplice, pertanto stappiamo e festeggiamo. Smaltiti i meritati momenti di gioia, mentre ci accingeremo a rituffarci nella noiosa quotidianità, a chi ha in animo di valutare insieme ai propri “consiglieri” come difendere il buon nome di ciò che rappresenta e la propria reputazione, suggerisco di volgere lo sguardo ad Est, verso il meraviglioso Friuli Venezia Giulia. Precisamente cercando sulla mappa il piccolo paese di Nespoledo, provincia di Udine. Lì vive Maila Andreotti, una ragazza di 24 anni che ha detto alcune cose, emotivamente molto costose immagino, che sono state bellamente ignorate. Ha messo da parte la smisurata passione per il ciclismo, mi auguro temporaneamente, e da quando ha dato il consenso di pubblicare la sua esperienza, è stata dileggiata e schernita da diverse compagne, subendo la generale levata di scudi da parte dell’ambiente scandalizzato dalle sue “fantasiose” dichiarazioni, da qualcuno frettolosamente derubricate a millanterie! Non credo di essere il solo nel ritenere che Maila Andreotti e quanto ha raccontato, meriti invece massima attenzione e totale rispetto. Sottovalutare significherebbe rivelare la propria miopia nonché la propria inadeguatezza a ricoprire ruoli di responsabilità.
A Maila Andreotti si devono delle risposte, le si deve spiegare e la si deve convincere, che gli atteggiamenti ed i comportamenti che ha “mal interpretato”, avevano una funzione ben precisa. Le si deve chiarire che quando si va in Nazionale, ed arriva il turno dei massaggi, è “normale” spogliarsi di fronte ad un massaggiatore/uomo, ed è “normale” che questo professionista si concentri soprattutto sui tuoi glutei indolenziti dal duro allenamento. Nel ciclismo moderno il gluteo ha un’importanza sempre più rilevante, lo abbiamo imparato leggendo alcune superficiali dichiarazioni che avevano chiaramente lo scopo di minimizzare quelle della giovane “millantatrice”. Infatti in queste settimane abbiamo letto di tutto ed il contrario di tutto: per esempio i dirigenti con solerzia hanno spiegato che le porte delle stanze devono stare aperte per ragioni di sicurezza e di controllo….versione opposta ma identica solerzia, nelle spiegazioni di qualche atleta che con forza sostiene di chiudersi sempre a chiave, ci mancherebbe, ne va della nostra dignità… sorge il dubbio che entrambe le versioni avessero lo scopo comune di ridimensionare le “stonate parole della scomoda millantatrice”… consigliabile coordinarsi meglio alla prossima occasione! Abbiamo letto che negli anni sono nate e finite diverse romantiche storie d’amore, vissute dal gruppo senza minimamente scalfire la serenità generale e con illimitata fiducia nella incondizionata trasparenza dei metodi di selezione. Abbiamo saputo, tra le altre cose, che esiste da tempo un indirizzo e-mail predisposto dalla Federciclismo, utilizzabile per denunciare situazioni ed atteggiamenti inopportuni che le ipotetiche vittime subissero da parte di personale con incarichi federali, ed è un vero peccato che Maila Andreotti sia stata informata solo dai giornali di questa possibilità. Infatti le spiegazioni avrebbe potuto chiederle contattando quell’indirizzo, avrebbe ottenuto i suoi chiarimenti e probabilmente si sarebbe tranquillizzata. Chissà dov’era o a cosa pensava nel momento in cui gli uffici comunicavano l’esistenza di questo innovativo strumento di tutela, distratta gioventù! A proposito, già che ci siamo, qualcuno ci fa sapere chi legge le comunicazioni che giungono all’indirizzo specifico citato? Lo chiedo io per un amico, non ricordo di aver letto nulla al proposito. Insomma, un incontaminato e trasparente ambiente che una 24enne millantatrice in preda a manie di persecuzione si è permessa di turbare, rovesciando la sua rabbia dopo aver capito che ormai le sue personali ambizioni e speranze di partecipare ai Giochi sono miseramente naufragate, come qualche ex atleta ha indegnamente chiosato commentando l’argomento, ed ora esposta allo scherno ed al disprezzo altrui.
Le risposte e le spiegazioni, secondo il mio personalissimo livello di sensibilità, sono dovute a Maila Andreotti, alla sua famiglia, ed a quante il disagio hanno deciso di condividerlo con la propria coscienza restandosene in silenzio, e dare loro torto visto l’andazzo appare assai complicato! I nostri giovani vanno tutelati e non usati e poi gettati, come si fa con un vecchio oggetto che non serve più.